Caro Tacopina le scommesse nel calcio sono belle, ma purtroppo non sempre pagano

01.10.2018 16:00 di Davide Marchiol   vedi letture
Caro Tacopina le scommesse nel calcio sono belle, ma purtroppo non sempre pagano

Dopo il pareggio contro il Livorno è arrivato un altro sfogo del presidente Tacopina, stavolta non contro lo scarso afflusso al Penzo, che inizia a diventare comprensibile, bensì, forse per la prima volta, contro la sua stessa squadra. Il paròn ha visto una squadra senza grinta e carattere. Non possiamo che essere d'accordo con le sue affermazioni. Una squadra che riesce a malapena a creare due palle gol a partita non può generare quell'entusiasmo che serve per mantenere ambizioso il progetto. È paradossale, ma mentre l'iter dello stadio, finalmente, riesce ad avanzare, quello della squadra sembra essersi fermato. La rivoluzione estiva è stata più profonda di quanto sembri. È vero che in rosa sono partiti solo due titolari (e che titolari però), ma c'è stato proprio un cambio di mentalità, che non è facile da assimilare da un club che è riuscito a tornare da pochissimo in B dopo essere ripartito più vole dalla D.

Partendo con ordine, l'anno scorso abbiamo detto addio a Perinetti, un DS che, con alti e bassi, ha sempre dimostrato di saperne tanto di calcio e di come si costruisca una squadra. Per fare da "traghettatore" è stato scelto Rinaudo, un ex calciatore per fare da collante tra un gruppo già formato e la società. La mossa ha funzionato. Poi però si è dovuto scegliere un nuovo direttore sportivo e la scelta di Tacopina è ricaduta su Valentino Angeloni, capo osservatore all'Atalanta. Angeloni è sempre stato un grande intenditore. La lista dei talenti da lui scovati in carriera è lunghissima, dall'Udinese, alla Fiorentina, passando per l'Inter, i giovani bravi li ha sempre trovati. Si è deciso però di dargli un ruolo un po' diverso e più grande, ovvero creare una squadra intera, ma, per farlo, trovare giovani talenti non basta. La speranza era che, mantenendo il gruppo quasi inalterato, si potessero inserire dei ragazzi dalle belle speranze per poter iniziare a costruire i giocatori in casa propria. Forse però è troppo presto. È vero che sono partiti i soli Audero e Stulac, ma parliamo pur sempre di uno dei portieri italiani più bravi a livello giovanile e del regista della squadra. Per sostiurli servivano giocatori più pronti. Lezzerini è una speranza, mentre Schiavone una bella scommessa, ma non si può pretendere da loro il rendimento degli altri due (siamo ancora in attesa che l'ex Cesena abbia una possibilità dopo l'infortunio). I tanti problemi fisici in avanti avrebbero forse richiesto un giocatore più pronto a buttare la palla in rete, vanno bene i Vrioni e i Di Mariano e non dico che servissero i Di Carmine o i Donnarumma, però un bomber in grado di sopperire all'assenza di Litteri e Zigoni (che tra tante critiche comunque 6 gol li ha messi) era necessario. Non si può non ricordare il buon lavoro fatto per abbassare il monte ingaggi, ma lì entriamo in campo finanziario, come sappiamo i soldi non scendono in campo. Ora bisogna soffrire, sperando che le promesse paghino in tempi non troppo lunghi e contemporaneamente che gli "anziani" tornino.

La scelta di un DS molto bravo con i giovani ha portato a optare per un allenatore che ci sapesse fare sempre in quel settore e chi meglio di Stefano Vecchi? Parliamo comunque di un tecnico che con la Primavera dell'Inter ha fatto miracoli. Dopo anni di "apprendistato" per lui quindi è arrivata una seconda occasione tra i professionisti, dopo un avvio di carriera stentato. Torniamo però sempre allo stesso punto, era il momento giusto per una scelta così coraggiosa? Per ora i fatti dicono di no, poi il futuro magari ci smentirà, ma dobbiamo per ora analizzare i fatti. Il gruppo di anziani sembra aver perso amalgama, non tanto a livello di grinta, quanto a livello tattico. 3-5-2, 4-3-3, 3-4-1-2, tante le soluzioni che abbiamo visto, ma mancano certi elementi. Restando nella vecchia guardia, Suciu non è Pinato (il quale dopo aver firmato con il Sassuolo non sembra essere più lui, ma anche qui attendiamo di rivederlo dopo l'infortunio), passando invece ai giovani innesti, non ci si può aspettare che Segre fornisca le stesse prestazioni di un Falzerano o, appunto, di un Pinato. Così come Di Mariano e Vrioni devono ancora lavorare tanto per esprimere il talento che hanno. La sensazione è che il tecnico, dopo essersi affidato quasi in toto ai ragazzi arrivati dal mercato (Vrioni, Di Mariano, Lezzerini e Coppolaro si sono ritrovati subito in campo) ora debba un attimo ripensare alla rosa che ha. Schiavone deve avere un'occasione, così come in avanti c'è un motivo se Vrioni è stato per un po' messo in panchina, non si può sperare che sia già lui a tener su la squadra. Il mister non ha ancora molto tempo per trovare la quadratura, visto che una debacle a Perugia potrebbe già costargli cara, e, per ora, sembra trovarsi in mezzo al guado: affidarsi ai giovani come ha fatto in passato o inizare a usare di più i "vecchietti"? Contro il Livorno ha già risposto parzialmente, tenendo fuori l'ex Pistoiese e ributtando nella mischia Citro, andato anche a segno. La sensazione è che anche lui, come Angeloni, debba calarsi in una realtà più grande di quanto fosse abituato e, quindi, più esigente, ma è una cosa che richiede tempo, il quale invece stringe. Molto dipenderà dalla pazienza di Tacopina e dalla prestazione che verrà messa in campo in Umbria. Purtroppo però si può dire che, volendo fare una prima analisi dopo 6 partite (che rappresentano un primo mini ciclo), le scomesse per ora non stanndo dando quanto sperato. Vedremo cosa ci diranno i prossimi giorni. C'è ancora un po' di tempo, speriamo tutti in una reazione d'orgoglio, perchè vincere le scommesse è rischioso e difficile, ma pur sempre bello.