Eppure sembrava calcio!

06.06.2019 12:25 di Manuel Listuzzi   vedi letture
Eppure sembrava calcio!

E’ sembrata una partita di calcio, ma non lo era. C’era un pallone, due squadre, persino una cornice degna di un evento importante. Eppure del nostro calcio, nemmeno l’ombra. C’era una squadra pronta a giocare, anche se definire “gioco” questo affare finanziario ha poco senso, carica e preparata come se in fin dei conti si aspettasse questo epilogo. Poi ce n’era un’altra con la testa già sotto gli ombrelloni di Formentera o tra le colline umbre, che in una serata surreale riesce ad esprimere quella dignità che raramente s’era vista in questa stagione. Un gruppo di ragazzi che ha saputo reagire a questa truffa, a questo cabaret che ha svilito il loro lavoro, la loro professione e la loro passione. Una squadra gettata sul campo come quando viene chiesto all’allenatore di scaldarsi perché altrimenti si giocherebbe in dieci, come quando ti chiedono una prestazione extra al lavoro mentre sei nel mezzo del pranzo domenicale. Ci siamo giocati la stagione, ci stiamo giocando la stagione, come si partecipasse al cinque contro cinque della canicola, facendo la conta di chi riesce ancora a stare in piedi, sorretti più dall’orgoglio che dalla ragione.

Difficile parlare di pallone, di una squadra sconvolta nella prima mezzora per poi ritrovare una lucidità ed una voglia che va al di là di ogni conosciuto limite tecnico e mentale. Con un allenatore a lato della panchina provato ed umiliato da una situazione paradossale, con un vice a sgolarsi per 90 minuti, i ragazzi hanno dimostrato al paese cosa significa indossare questa maglia, piegarsi per mai spezzarsi, lottare per far capire a chi muove i fili che il VeneziaMestre non s’inchina a logiche mafiose, non scappa davanti a chi l’ha designato come pedina sacrificale, ma a testa alta dimostra che esistono ancora dei valori in questo caos chiamata serie b.

E non è un caso che a lasciare aperti i discorsi (sportivi) c’ha pensato ancora una volta il cobra Zigoni, come se questa odissea di campionato non potesse avere altra conclusione se non il rimpianto di aver giocato tutto l’anno senza un attaccante fondamentale, nonostante tutte le critiche e gli attacchi subiti. Non è un caso che in mezzo al campo si sia visto il Bentivoglio migliore della stagione, se anche senza Domizzi la squadra arancioneroverde non si sia smarrita dopo l’uno due che avrebbe steso una tigre. E non è un caso se anche con i supporti tecnologici non si sia notato, o voluto notare, un calcio di rigore solare che avrebbe probabilmente indirizzato il match su altri binari.

Queste non sono solo circostanze, sfortunate. Tutto ciò che c’ha portato a recitare in questa commediola è il piano ben riuscito di chi doveva scegliere chi tenere a galla, chi far sopravvivere. E non sarà un caso se la curva confermerà la decisione di non partecipare a questa pagliacciata domenica.

Perché questo sembra calcio, ma non lo è.

Avanti Unione!