La metamorfosi del VeneziaMestre

12.03.2019 07:49 di Manuel Listuzzi   vedi letture
La metamorfosi del VeneziaMestre

Com’è bello ritrovare gli sguardi delle persone a fianco a te attraversando il ponticello di Sant’Elena al termine di una partita. Com’è strano essersi abituati alle teste basse, i mugugni e la rassegnazione mentre si usciva dal Penzo, sconsolati dopo l’ennesima prestazione opaca. Ma in questo lunedì sera le espressioni sono diverse, gli occhi più fiduciosi, le pacche sulle spalle più vigorose e le promesse di rivedersi tra pochi giorni sulle stesse gradinate più sincere.

Sembra esser cambiata la musica in laguna ma è tremendamente troppo presto per dirlo con certezza, in particolare dopo che la melodia pareva esser quella giusta anche pochi mesi or sono, in seguito al primo turning point di stagione con l’arrivo dell’uomo ragno.

Non era la partita più semplice per l’esordio di mr Cosmi; di fronte la rosa più forte e completa di questa cadetteria, che al netto dei problemi societari sarebbe probabilmente già con mezzo piede in serie a. Il tecnico umbro l’aveva detto, bisognava ritrovare lo sguardo giusto, la cattiveria agonistica, la concentrazione e tutto il resto arriverà di conseguenza. Compresa la ritrovata empatia tra squadra ed un pubblico che ieri ha sostenuto con convinzione il VeneziaMestre e lo ha tributato di un lungo applauso a fine partita, emblema di una tifoseria che ha finalmente riconosciuto la grinta giusta in questi ragazzi ed apprezzato la rabbia che si chiedeva da tanto tempo.

Da allenatore navigato Cosmi ha stabilito un’embrionale tabella di marcia, primo punto serrare i ranghi. 5-3-2 in cui la parola d’ordine è “compattezza”. Obiettivo raggiunto. La squadra è apparsa fin dall’avvio presente e concentrata, sempre puntuale nel chiudere le linee di passaggio, accurata nel raddoppiare ed abile a non farsi schiacciare nonostante la qualità rosanero. La differenza dalla passata gestione è stata infatti la costanza nel voler ripartire in velocità, attraverso una manovra accompagnata da un buon numero d’interpreti, grazie alle prove di sacrificio e gamba dei due esterni Bruscagin e Zampano. L’ordine e la consistenza della retroguardia ha innervosito la formazione siciliana, costretta alle soluzioni estemporanee e dalla distanza, mentre per la prima volta dopo lungo tempo la mediana arancioneroverde è stata in grado di reggere il confronto fisico e tecnico, in particolare grazie alla sublime prestazione di un ritrovato Pinato, gladiatore del centrocampo e motivato come mai in stagione. La chiave tattica del primo tempo è stata inoltre la posizione di Citro, sempre presente alle spalle di Bocalon con giocate di classe e sostanza. La rete di Bocagol è la naturale conseguenza di un’ottima prima frazione ed il boato del Penzo è di quelli liberatori. I ragazzi tornano negli spogliatoi in vantaggio e tra gli applausi, il VeneziaMestre è vivo.

La ripresa ricomincia con lo stesso copione tattico, ma il Palermo alza giri ed intensità. I padroni di casa faticano ad uscire dalla propria trequarti ed i siciliani attaccano in massa, trovando conclusioni sempre più pericolose. Alla mezzora l’episodio che potrebbe cambiare il match, ma Vicario decide di alzare l’asticella della propria classe, respingendo il secondo penalty consecutivo. Stellone si gioca le carte Falletti e Moreo ed il VeneziaMestre appare stremato; si continua a lottare su ogni pallone come se fosse quello decisivo ma le energie scarseggiano e si stenta a mantenere la sfera lontana dalla red zone lagunare. Gli ingressi di Di Mariano e Schiavone non portano i frutti sperati ed a cinque dal termine la zuccata di Puscas porta il match sull’uno ad uno.

Il rammarico per i due punti persi se la gioca con la soddisfazione per il punto guadagnato di fronte ad un ottimo team, ma al termine della settimana più buia della storia targata Tacopina, non si può che tornare a casa fiduciosi alla luce di ciò che s’è visto sul terreno di gioco. Un gruppo di ragazzi che sembra aver finalmente compreso quanto sarà dura portare a casa la pelle in questa stagione, quanto complicato sia dover lottare per la salvezza in una cadetteria così equilibrata.  Una squadra che pare aver trovato il modo di compattarsi con il suo pubblico che da mesi chiedeva solamente di battagliare per questa maglia, con umiltà ed orgoglio. Tra sei giorni avremo la sfida più importante dell’anno, la squadra ha dimostrato di crederci, la tifoseria arancioneroverde farà lo stesso? Ai botteghini l’ardua sentenza.

Avanti Unione!