Notte fonda per il VeneziaMestre

28.04.2019 16:52 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Notte fonda per il VeneziaMestre

Ed arrivò il giorno della resa. Il giorno in cui tutti i difetti, tutti gli errori, tutta l’amarezza di questa stagione deflagrarono, lasciandoci attoniti. Perché si può dire tutto di questa maledetta annata, ma non che i segnali non ci fossero, non che il tempo per sistemare le cose mancasse. A mancare sono state probabilmente le persone giuste sia dentro che fuori al terreno di gioco.

Una pochezza tecnica sottolineata da tutti fin dall’estate scorsa, quando però si pensava di sopravvivere avendo mantenuto quasi al completo un gruppo reduce da una stagione esaltante. Primo errore, in quanto le partenze di Audero, Stulac ed in seguito Falzerano, Geijo, Litteri ed Andelkovic sarebbero state insostenibili. Secondo errore, affidare il mercato ai procuratori ed alle conoscenze indirette, perché ci rifiutiamo di credere che un esperto di calcio come Angeloni possa aver puntato su giocatori del calibro di Segre, Coppolaro, Rossi, Besea, Vrioni etc etc avendoli visti giocare, avendoli seguiti da vicino, è inconcepibile aver solo pensato che potessero esser pronti per una serie b. Terzo errore, aver scelto gli uomini sbagliati da far sedere in panchina; iniziando da un tecnico non pronto a gestire una rosa di basso livello, passando per il madornale abbaglio del grande nome assumendo un uomo totalmente demotivato che non ha praticamente mai allenato i suoi giocatori dal punto di vista fisico (ed ora è evidente a tutti), e concludendo con l’unico vero mister di caratura ma con terrificante ritardo.

Il mercato di riparazione sembrava aver avuto degli spunti interessanti, ma le sconcertanti prestazioni di Bocalon e Rossi delle ultime settimane vanificano qualsiasi barlume di benevolenza. Rinunciare ad Andelkovic per un'altra pedina evidentemente non pronta costringendo Cosmi a dover puntare su Coppolaro è colpa grave nella costruzione della squadra. Così come quella di mantenere in rosa due giocatori palesemente con la testa altrove come Falzerano e Pinato, quest’ultimo autore di una stagione imbarazzante che ci auspichiamo conclusa con la sconcertante prestazione di ieri. Rinunciare a Geijo, Litteri e Zigoni per scommettere su due acerbi attaccanti come Vrioni e Rossi è stato poi il colpo di grazia ad una squadra che già nella passata stagione faticava a realizzare con continuità. In pratica un disastro sportivo.

E poco sollievo danno le parole a fine partita del presidente, affidatosi verosimilmente a persone non all’altezza, al netto di un budget decisamente povero per affrontare una stagione così delicata. Molti rimpiangono Perinetti, la cui eredità è però pesata sulle casse societarie ed i cui abbagli sono stati dovuti correggere in questi mesi. Alcuni narrano di ritardi sugli stipendi, ma per la prima volta in lunghi anni questa società si è dimostrata solida e responsabile finanziariamente.

Resteranno per molto tempo impresse nelle menti due immagini di questi mesi in cui si sarebbe dovuto capire la gravità della situazione ed intervenire: il ridicolo match casalingo con il Cosenza e la trasferta di La Spezia, quando chiunque avrebbe visto l’abissale distacco tecnico e fisico con gli avversari, ed una carenza motivazionale al limite del pietoso. Purtroppo nulla è stato corretto in maniera decisa da una società che ha preferito investire su marketing e comunicazione. Ed a tal proposito non riterrei nemmeno tanto soddisfacente questo settore se osserviamo ed analizziamo la buonissima cornice di pubblico delle sfide con Foggia ed appunto Crotone. Forse, sig Rogg, aver pensato ad una campagna abbonamenti più abbordabile per le giovani leve avrebbe potuto far comodo in questa stagione; forse una politica sui biglietti con più logica avrebbe regalato alla squadra una tifoseria più calda; forse conoscere meglio l’ambiente e la città con cui si lavora avrebbe creato quell’unità d’intenti tanto sbandierata sui social, ma raramente concretizzata.

Ma mettendo di lato le meritate critiche, la delusione più grande spetta a questi ragazzi, verso un gruppo che solamente dodici mesi fa veniva accolto in pompa magna all’aeroporto nonostante la sconfitta di Palermo. Una squadra a cui appena il giorno prima la curva in uno schietto dialogo aveva promesso l’amore ed il supporto costante, a patto di veder onorata e sudata quella meravigliosa maglia arancioneroverde. Un gruppo di giovani ragazzi che ha invece dimostrato di non meritarsi questa passione, questi sacrifici, consci del fatto che tra pochi mesi viaggeranno verso altri lidi, o, più semplicemente, perché dentro di loro non hanno sufficiente orgoglio o carisma per meritarsi di giocare nel VeneziaMestre. Ad eccezione di pochi, pochissimi, uomini.

Abbiamo toccato il punto più basso della nostra storia recente, più profondo anche delle batoste di serie d in cui perlomeno si vedeva la squadra lottare. Da una sconfitta del genere la strada è più semplice del previsto, si può scegliere se arrendersi definitivamente oppure trovare un briciolo di dignità.

Avanti Unione, con te, fino alla fine.