Reyer, la maledizione continua

16.02.2019 13:25 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Reyer, la maledizione continua

E’ una sconfitta veramente devastante per gli orogranata in quel di Firenze per la prima sfida delle final eight di coppa Italia. Una delusione cocente arrivata dopo una partita dominata per quasi venticinque minuti, prima dell’ennesimo, classico black out di stagione. Una maledizione questa competizione per il team veneziano, giunto alla settima eliminazione consecutiva al primo turno. Ma quest’anno i rimpianti si moltiplicano alla luce delle uscite di Milano ed Avellino, ma soprattutto considerata la netta differenza tecnica evidenziata con i sardi per lunghi tratti del match.

Sul banco degli imputati si erge di conseguenza Walter De Raffaele, un coach che solo due anni fa ci ha portati ad alzare quello scudetto che questa città sognava da una vita intera. Ma la sensazione lasciata dal Mandela forum e dagli ultimi mesi in generale, è che il tecnico toscano abbia perso un po’ le redini della sua squadra non riuscendo ad imbrigliarne l’enorme, potenziale, talento offensivo. In almeno cinque delle ultime dieci partite la Reyer ha subito periodi di debacle totali in cui si incassavano parziali impietosi, e fatta eccezione la sfida con Milano, sempre in sfide ampiamente alla portata (Pesaro, Reggio, Trento..). Questi ripetuti momenti di vuoto offensivo evidenziano un problema che non si può più far finta di ignorare, ovvero il fatto che quando gli avversari aumentano ritmo ed aggressività riuscendo a veicolare l’inerzia della partita, la squadra del patron Brugnaro perde puntualmente equilibrio e lucidità, iniziando a sparare dall’arco con soluzioni improvvisate e personali, sintomo di un gioco monotematico che può portare a vincere con chiunque, quando funziona, ma anche al suo contrario.

La gestione del turnover degli stranieri inoltre appare quantomeno confusa, esempio lampante ne è la scelta di lasciare Widmar a riposo in una sfida che, al solito, ha visto gli orogranata soffrire tremendamente sotto le plance, dove guarda caso si è decisa la sfida nel penultimo possesso. Il disorientamento della panchina si è sublimato nel finale del match, quando prima Stone non ha recepito il messaggio di non commettere fallo sul più due a pochi secondi dalla sirena, ma specialmente quando babbo natale De Raffaele ha donato al rivale Pozzecco l’ultimo time out per disegnare lo schema vincente a tre secondi dal termine..

E così se ne va il primo, possibilissimo, trofeo stagionale, probabilmente l’unico alla reale portata di questa formazione. Il lungo contratto firmato dal tecnico toscano palesa una totale fiducia di tutto l’ambiente, ma le soluzioni finora adottate dallo staff lagunare non hanno ancora debellato il virus di questi parziali da incubo. Che siano alcuni giocatori incapaci di mantenere la giusta concentrazione per tutta la partita, o che il coach abbia perso un po’ il controllo del gruppo, in ogni caso le soluzioni vanno trovate al più presto, perché la sensazione che questa rosa rischi di andare al tappeto nelle sfide decisive è forte, e che tutto il lavoro vada in fumo, proprio come i sogni lasciati sul parquet di Firenze.