Poggi: "Come si fa a pensare al calcio in questi giorni? Paradossale vedere Venezia così bella e non poter uscire"

02.04.2020 22:45 di Davide Marchiol Twitter:    vedi letture
Poggi: "Come si fa a pensare al calcio in questi giorni? Paradossale vedere Venezia così bella e non poter uscire"
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© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

Paolo Poggi ha parlato oggi ai microfoni di tuttoudinese.it, commentando queste frenetiche giornate caratterizzate dal Coronavirus. Ripresa del campionato, un futuro complicato a livello finanziario, tante le angosce che attanagliano le persone in questo momento.

Ripresa: “Mi sembra fuori luogo parlare di date. Si può parlare di soluzioni, ma di date non mi sembra giusto, penso sia da pensare più a chi combatte il virus. Se non ci riesce chi ha conoscenza della situazione e le competenze necessarie, figuriamoci gli altri. Poi pensate che i giocatori siano disposti a scendere in campo ora? Non ci sono neanche le condizioni psicologiche per riprendere. Quindi va bene trovare soluzioni per riprendere, ma non si possono dare tempi attualmente. Hanno messo il 13 aprile ora come data, poi dopo si chiede di uscire con attenzione, con cautela, seguendo certe indicazioni. Non è pensabile giocare una partita di calcio dove il contatto è parte essenziale del gioco".

Hai paurae? "Il pensiero c’è sempre, non solo per me, ma anche per quello che riguarda la famiglia, io e mia moglie ci alterniamo nell’andare a fare la spesa nel rispetto delle norme. Le precauzioni minime che bisogna avere. Ma come fai a non essere in pensiero per genitori, fratelli, parenti".

Venezia oggi: "Venezia in questo momento è impressionante, da casa mia non si vede molto, ma dalle case attaccate alla laguna si vede l’acqua incredibilmente pulita e bella. È paradossale non poter vivere una città vuota ora che è così bella".

Infine un pensiero per il futuro: "Non riesco a immaginare gente che ha lavorato, che lavora, che ha sudato per portare a casa alla propria famiglia qualcosa di bello e che ora è abbandonata a sé stessa senza prospettive. È una cosa che fa star male. È un imbarazzo anche vedere chi deve rimanere aperto, non è pensabile chiedergli uno sforzo e poi lasciarli senza i mezzi per proteggersi dal virus. Serviranno iniziative importanti".