Scibilia: "Altri due ragazzi in attesa di tampone, ricominciare già da subito non sarebbe positivo"

07.04.2020 17:00 di Davide Marchiol Twitter:    vedi letture
Scibilia: "Altri due ragazzi in attesa di tampone, ricominciare già da subito non sarebbe positivo"
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© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

Dante Scibilia ha parlato oggi in conferenza stampa: "Non servono protocolli perchè è venti giorni che non vediamo Antonio, i sintomi si sarebbero già dovuti manifestare da questo punto di vista. Però abbiamo altri due ragazzi che hanno sintomi riconducibili al Coronavirus e hanno fatto tampone per capire se sono stati contagiati. La situazione è chiaramente complicato a livello complessivo, poi per noi c'è un problema legato al percorso che dovremo fare, perchè non si sa ancora quale siano le conseguenze dopo aver contratto il virus, dovremo fare una serie di procedure sperando non ci siano problematiche legate al virus. Ci sono persone che hanno avuto grossi problemi, altri no, ma non c'è una storicità che ci permette di dire con certezza cosa succederà. Sicuramente c'è preoccupazione perchè si è ammalato uno dei nostri tesserati e non sappiamo che conseguenze avrà, fortunatamente Vacca ora sta bene, poi vedremo. Il problema non è sicuramente superato, Antonio era in casa da venti giorni, ma puoi contrarlo ovunque. Le misure sono utili perchè riducono a livello macro le possibilità di contagio, ma non è un azzeramento del contagio, chiaramente le istituzione non proteggono a livello singolo, ma proteggono il sistema nazionale, quello medico ed economico. Ci si riesce a difendere da questo virus, ma ha un potenziale di contagio incredibile e non so che rimedi possano essere posti per far ripartire il calcio, ora stai chiudendo tutto ma non risolve il problema, lo riduce semplicemente, dovremo conviverci con questo virus e far sì che gli ospedali abbiano posto finchè non si troverà il vaccino. Se facciamo ripartire il calcio ora vedere calciatori che si scontrano, che si sputacchiano, etc... non è un segnale positivo. Poi non ci sono solo i ventidue in campo, ci sono giornalisti, staff, steward, forze dell'ordine... ho l'impressione che una partita di calcio sia il veicolo peggiore, o migliore dipende dal punto di vista, per far espandere il virus. Sento dire che con alcuni protocolli si può giocare e non contrarre il virus, ma anche se vado sulla Luna non contraggo il virus ma non per questo è fattibile".

Troverete l'intervista integrale a breve sul sito