De Nicolao: "Dopo dieci anni di carriera ho raggiunto l'obiettivo. Rigiocherei la partita di Coppa Italia. Nazionale? Non arrivare a medaglia sarebbe fallimento"

07.07.2019 08:00 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
De Nicolao: "Dopo dieci anni di carriera ho raggiunto l'obiettivo. Rigiocherei la partita di Coppa Italia. Nazionale? Non arrivare a medaglia sarebbe fallimento"

Sarà tra pochi giorni l'uomo immagine della crociera Reyer, prima però Andrea De Nicolao ha rilasciato un'intervista a La Nuova Venezia per ripercorrere l'anno Scudetto, partendo dal fondo: "È stata un’emozione pazzesca, sentivo di aver raggiunto finalmente, al decimo anno di carriera, il mio obiettivo. Di questo mi sento di ringraziare la mia famiglia: non è stato facile starmi vicino, perché i playoff, con il fatto di aver giocato 17 partite in 34 giorni, andare a letto alle 4 del mattino ed alzarsi all’una, costituiscono un momento di grande stress".

Polemica sull'orario scelto per le gare Play-Off, alle 20:45 molt non si sono potuti recare al Palazzetto: "Non posso che muovere un appunto alla Lega: è una cosa assurda. Certamente i bambini, che vanno a scuola o chi deve andare a lavorare alle otto del mattino, non possono venire al Taliercio. Le partite le vogliamo far vedere solo al popolo della notte? Considerate, poi, che per uscire dal palazzetto ci vuole un’ora. Non si capisce perchè non si possa giocare alle 19, quando la maggior parte della gente ha finito di lavorare. Vogliamo portare nei palazzi tutte le fasce d’età. Giocare alle 20.45 scombussola la vita a tutti".

Orario deciso dal contratto con le TV: "È assurdo, però, che Rai Sport alle 19 metta in onda un torneo di bowling in differita piuttosto di optare per una diretta della finale scudetto del secondo sport italiano più seguito dalla gente".

La moglie Carolina c'è sempre, come il padre: "Lei è una di quelle persone che mi sta sempre a fianco, che mi dà l’energia per affrontare tutti gli ostacoli, la mia famiglia non mi ha fatto mai mancare niente, Carolina vorrebbe venire anche in trasferta, ma sono io che glielo vieto... Mio padre mi critica? Assolutamente no, mio padre ha giocato anche lui, a livelli di Serie B, e sa perfettamente che può starci la classica partita storta".

L'annata sembrava interminabile, campionato, coppa e tutte le partite dei Play-Off giocate: "Sì, è stata un’annata durissima e impegnativa, con il caldo finale durante i playoff. Abbiamo fatto tutti tanti sacrifici, ci siamo fatti un mazzo così. Tutti volevano che vincessero gli altri, ma, alla fine, ci siamo cuciti il tricolore sulle casacche. E, per me, che due anni fa non c’ero, sarà un grande onore l’anno prossimo avere la maglia con lo scudetto sul petto. Ce l’abbiamo fatta nonostante avessimo tutti contro".

De Raffaele ha spiegato come il gruppo sia stato la chiave di questo Scudetto: "Il gruppo ha accettato di mettersi al servizio della squadra, tutti sono stati bravi ad accettare il fatto di giocare poco in alcune partite. Una squadra che vuole vincere deve far accettare ai singoli che in un partita si può giocare meno di altre. Può accadere che ci siano cali di forma oppure sbagliare qualche partita. Tutti i giocatori devono imparare ad accettare questa situazione e, alla fine, il risultato, è arrivato".

Contro Brescia la svolta: "Quella gara, non contava nulla, ma ci ha dato la consapevolezza dell’importanza dei playoff. Da gara-1 contro Trento, dopo che ci siamo ritrovati sotto di 20, abbiamo ritrovato brillantezza, solidità e la pressione di far bene. Iniziati i playoff ci siamo detti che avremmo dovuto cambiare registro. Ci siamo ricompattati subito, è scattata una marcia diversa. L’anno scorso, dopo aver eliminato facilmente Cremona, siamo arrivati blandi e Trento ci ha buttato fuori. Stavolta è scattata quella molla decisiva che ci ha permesso di arrivare fino in fondo".

Novgorod e la Coppa Italia le delusioni, quale partita rigiocherebbe: "Sicuramente quella di Firenze contro Sassari, eravamo sopra di 20 e ce la siamo lasciata sfuggire a un secondo dalla sirena. A Novgorod, invece, sono convinto che, se la giocassimo altre dieci volte, non perderemmo di oltre 20 punti. C’è stato un insieme di fattori: la partita di sabato sera a Bologna, il viaggio di 15 ore del lunedì e l’allenamento della 21 in un vero postaccio. Avrei preferito giocare l’andata al Taliercio e le cose, a mio parere, sarebbero cambiate".

Sacchetti non lo ha convocato per i Mondiali: "Ogni allenatore è libero di fare le sue scelte, spero che ottenga risultati all’altezza. E per risultati intendo la conquista di una medaglia, non certo qualificarsi ai quarti di finale. Questo gruppo di giocatori è alla fine di un ciclo e, se non dovesse andare sul podio, sarebbe arrivato il momento di cambiare. Giocatori di talento in Italia ce ne sono tanti"