Dentro il campo: l'impresa

06.11.2019 11:48 di  Giuseppe Malaguti  Twitter:    vedi letture
Dentro il campo: l'impresa

Ieri sera, in Bulevar Arsenija Carnojevica al civico 58 di Belgrado in Serbia, la Reyer Venezia ha compiuto un’impresa storica. Eh si ! Perché, per un Club come quello orogranata, vincere alla Stark Arena con una squadra del valore del Partizan e in quel modo -giocando una pallacanestro stellare- ha sancito,  scritto e stampato una pagina indelebile per i campioni d’Italia. Una prova di maturità per tutti i 40 minuti, una prestazione di altissimo livello, solo per palati fini. De Raffaele ha mosso le sue pedine in modo perfetto. Una squadra concentrata, con una difesa clamorosa che ha alternato zona e uomo mandando in difficoltà i serbi. Esecuzione offensive eccellenti, muovendo, distribuendo e condividendo la palla in modo ineguagliabile. Oggi rimarchiamo la prova di sei giocatori su tutti, ovvero Watt, Stone, Daye, Chappell, Filloy e Vidmar, in altre occasioni abbiamo elogiato “Batman” Andrea De Nicolao con le sue letture e la sua garra, Il mulo Stefano Tonut con i suoi assalti al ferro, e il capitano “the shot” Michael Bramos. -Mitchell Watt in Europa viene utilizzato anche da quattro è lo fa in maniera abbacinante. Pochi “rollano” sui parquet europei come il #50 della Reyer. Ieri sera, in quel di Belgrado, gioca 32 minuti sigla 27 punti con 11/12 da due punti e 5/6 dalla lunetta catturando 5 rimbalzi. -Julyan Stone ad inizio stagione aveva scherzato. Risolti i problemi personali anche con l’aiuto dei propri compagni e della Società, è tornato a giocare la sua pallacanestro; un play di 2 metri che difende come pochi, che può fare il due, il tre, il quattro e il cinque. Con il Partizan va vicino ad una tripla doppia 10 punti, 11 rimbalzi e 7 assist. -Austin Daye una serie di canestri di puro talento. Alcuni segnati a modi biliardo con la sponda cercata dell’amico tabellone, uno segnato dal mezzo angolo con finta e un piede perno che canta, mezza giravolta e cadendo leggermente all’indietro manda al bar un difensore come Bircevic, ed è solo macramè, un altro ancora siglato da oltre l’arco con lo “step back” e il canestro in faccia a Parakhosukhi. -Jeremy Chappell sontuoso in difesa, è ovunque, ma poi l’ex Cantù e Brindisi ha mano delicata. Sono sue le due triple (del CIAONE) in punta filate che mandano i titoli di coda. -Ariel Filloy el Gaucho “smazza” cose che solo lui può pensare di poter fare. Lo fa soprattutto nei momenti decisivi. -Gasper Vidmar. Gapi gioca solo 10 minuti ma davvero ha poca importanza perché all’inizio del secondo periodo, quando il Partizan mette la testa avanti con un quintetto molto fisico, il centro sloveno compie un paio di giocate fondamentali che, unite alla sua presenza fisica, danno forza a Venezia. Il tutto in attesa dell’imminente rientro di Valerio Mazzola e dell’inserimento del mini-mamba Drew Goudelock.