Arancioneroverdi United rilancia l’idea di un nuovo Penzo

09.06.2020 07:20 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Arancioneroverdi United rilancia l’idea di un nuovo Penzo

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Arancioneroverdi United che rilancia l'idea di un nuovo Penzo:

"Un’altra Venezia è possibile, un altro Venezia è possibile
 
Dite la verità che per un paio di mesi la storiella del “andrà tutto bene”, che media e politici ci avevano raccontato, un po’ vi aveva coccolato nel lungo lockdown.
Adesso però usciti di casa ci siamo accorti (molti lo avevano già previsto) che no, non andrà tutto bene.
Se la situazione a livello sanitario alla fine ha retto, non altrettanto si può dire a livello economico.
E in questo contesto anche tutto il nostro territorio, Venezia in testa, si trova a dover fare i conti con una crisi senza precedenti.
E se in molti sostengono che va ripensata l’economia cittadina, e il modello di turismo su tutti, in questa riflessione sarebbe bello ci finisse anche il futuro degli impianti sportivi delle nostre due città.
È di pochi giorni fa la notizia che nel “famoso” quadrante di Tessera, per diversi anni, non si potrà costruire nulla in quanto li verranno aperti i cantieri di Trenitalia per collegare l’aeroporto.
A questa notizia si aggiunge la dichiarazione dell’attuale CEO del Venezia FC, che in pieno lockdown, non dava certezze per il futuro societario, se non far capire come solo una permanenza in serie B potesse continuare a mantenere accesa una fiammella di speranza sul futuro della società.
In questo contesto cupo, le giornate di questo periodo hanno visto un proliferare d’interviste - è stata chiamata “operazione nostalgia” - ad ex giocatori del passato e grandi tecnici che non hanno mai nascosto come i loro bei ricordi siano legati tra l’altro al fascino dello Stadio Penzo.
Alla luce di tutto questo sarebbe giunto il momento di chiederci: “e se il futuro sportivo e societario passasse da una nuova vita del Penzo?”.
I dati sono lì a dirlo chiaramente; nel dopo Zamparini, chiunque si sia avvicinato al team arancioneroverde ha messo in cima alle sue priorità lo stadio nuovo e il relativo business immobiliare, gestendo la parte sportiva e i rapporti con la tifoseria come un peso, una cambiale da pagare.
Salvo poi dinanzi alla impossibilità di realizzarlo - a volte per motivi politici, altre per mancanza di fondi da parte degli stessi “imprenditori” - beatamente scaricare la squadra lasciandola ad una serie infinita di fallimenti.
Fallimenti che hanno sfinito la passione anche dei più duri e puri.
Non vogliamo dimenticare come da parte di una larga parte della tifoseria si fosse tentata una strada di compartecipazione alle sorti societarie proprio con l’obiettivo di provare a tenere assieme i diversi fattori legati all’ambiente, alla cultura, alla passione ANV, stemperando quelle pulsioni “imprenditoriali” tutte rivolte al puro concetto di business.
Nonostante il fallimento di quel tentativo, sarebbe comunque giunta l’ora che questa società, o quelle che verranno, iniziasse a pianificare l’investimento partendo da un progetto sportivo che proietti nel medio lungo termine una strategia sostenibile.
Per fare questo serve innanzitutto dire la verità a voce alta: a Tessera lo stadio nuovo, quello stadio nuovo, non si può e non si potrà mai fare. Perché quel progetto non sta in piedi finanziariamente.
A maggior ragione nel quadro economico e sociale che si sta disegnando nel dopo pandemia e per i prossimi anni a venire.
Allora si inizi a guardare a progetti sportivi sostenibili - Atlanta, Frosinone, Udine sono dei modelli di riferimento; lì prima si è investito sulla società, sui giovani, sul territorio e sulla conquista della passione dei tifosi - e poi, una volta costruite le fondamenta, si pensi magari a “ringiovanire il Penzo”.
Il vantaggio che abbiamo oggi, rispetto agli anni ‘90 della gestione Zamparini, è che esistono molti progetti di ristrutturazione moderna, non invasiva, per creare un nuovo gioiello, a costi sostenibili, con tutti i comfort, nel mezzo della Laguna.
La scomodità passerebbe in secondo piano perché i tifosi si ritroverebbero nella loro casa, ammodernata e accogliente.
Perché in serie A o in serie B, con una squadra competitiva, la gente farebbe volentieri “il viaggio” nella città più bella del Mondo, nello stadio più bello del Mondo.
“E il ritorno d’investimento dov’è?” dirà qualcuno.
Il ritorno lo si può fare in terraferma sfruttando la nuova legge sugli stadi creando un nuovo centro sportivo polivalente e polifunzionale che abbia anche diverse attività commerciali collegate.
Con un investimento che complessivamente potrebbe essere alla portata di imprenditori veri, lungimiranti e con i piedi per terra, che avessero voglia di dialogare con il territorio, capirlo e sfruttarne appieno le caratteristiche.
Ma fin quando staremo qui ad aspettare i salvatori della Patria, narratori di favole, spacciatori di investimenti faraonici, dobbiamo sapere che tutto questo non avverrà mai e si concluderà con altri inevitabili fallimenti.
PS: chissà che usando Google translate anche il nuovo CEO del Venezia FC legga queste poche righe e si faccia delle domande.
Temiamo però che non sappia darsi le risposte.
SEMPRE FORZA ARANCIONEROVERDI"