ESCLUSIVA - Venezia, Duncan: "Con il Padova partita importante, saremo carichi"
Ospite speciale del consueto appuntamento del Talk Show di TVS, Alfred Duncan ha risposto alle domande poste dagli ospiti in collegamento. Di seguito, riproponiamo l'intervista integrale del centrocampista del Venezia. Riguarda la diretta integrale cliccando sul video in fondo all'articolo o seguendo questo link: https://www.youtube.com/watch?v=he2r1KU_xCU
Come stai dopo l'infortunio? Quali sono le sensazioni dopo il tuo primo ritorno in campo nei dieci minuti contro la Sampdoria?
"Tornare dopo un mese e qualche giorno è stato molto bello. Non vedevo l'ora di rientrare e aggiungermi nel gruppo, visto che la squadra stava facendo molto bene, e cercare di divertirmi anch'io. Quei pochi minuti mi sono bastati per essere felice e per essere tornato finalmente dopo quasi un mese e mezzo".
Sei un giocatore di grande esperienza in Serie A: è così difficile calarsi nel contesto della Serie B?
"Il campionato di Serie B è molto difficile e non è così scontato anche se qualcuno ha fatto tanta esperienza in Serie A. Però, bisogna comunque calarsi in quella realtà perché il ritmo e la qualità sono un po' diversi e quasi tutte le partite sono uguali. Bisogna scendere in quella realtà lì con la testa giusta, sapendo riconoscere i propri valori, cercando di metterli in campo. Solo così si può essere magari dominanti, altrimenti diventa molto complicato perché tutti i giocatori scendono in campo con un obiettivo comunque importante, ovvero quello di vincere i duelli e portare a casa qualcosa".
A centrocampo c'è tanta qualità e giocatori con caratteristiche diverse: secondo te, come sta gestendo il mister questo reparto? Come vi state trovando?
"Penso molto bene perché un centrocampo così, nel quale siamo tutti diversi, aiuta l'allenatore nelle scelte in base anche alle partite. Anche se è difficile per il tecnico delle volte scegliere i titolari per ogni partita, è un bene per la squadra perché, chiunque scende in campo, sa che ci sono gli altri in panchina che possono giocare e dare una mano alla squadra, cercando di fare tutti bene, sia in allenamento che in partita. Questo fa molto bene anche al gruppo".
Perché, secondo te, una squadra che domina sempre e fa delle prestazioni incredibile non riesce a trovare continuità di risultati in trasferta come succede in casa?
"La cosa più difficile in Serie B sono le partite fuori casa. Per una squadra come la nostra serve capire alcune dinamiche. In casa ci sentiamo forti e a nostro agio; fuori casa diventa un po' complicato e, secondo me, la concentrazione deve essere al massimo. Lo si vede dai gol concessi agli altri, i quali non fanno chissà che cosa. Arrivano sempre da errori nostri dovuti a una concentrazione che magari non è al massimo, venendo sempre puniti. Quindi, queste sono le basi per alcune cose su cui dobbiamo lavorare, cercando di essere ancora più concentrati sulle palle inattive e su piccole cose, senza sottovalutare niente. Stiamo pagando abbastanza e lasciando troppi punti per strada".
In spogliatoio come viene percepito il prossimo derby che il Venezia giocherà contro il Padova?
"Questa settimana è un po' particolare, visto che alcuni sono partiti per la Nazionale, alcuni giocatori si sono fermati e io comunque sto rientrando. Stiamo cercando di lavorare e, io personalmente, sto cercando di mettermi in condizione. Anche se non sono stato fuori per tanti mesi, la sto cercando per mettermi alla pari con quelli che hanno sempre giocato. Quindi, questa settimana abbiamo staccato leggermente, tra virgolette, per lavorare su alcune cose e cercare di portarci al meglio per quella settimana decisiva che ci porterà a questo derby, che sarà molto importante, a prescindere dalla tipologia della partita, per la classifica e per dare continuità a prestazioni e risultati. Per noi sarà una partita molto importante e sono convinti che arriveremo alla partita molto carichi e tranquilli per fare quella partita che serve a noi e per la città".
In quale zona del campo ti trovi meglio?
"Per un centrocampista è bello poter fare tutti i ruoli come, ad esempio, sta facendo Busio in questo momento. Penso si stia divertendo, anche se sarebbe ancora più felice se giocasse leggermente più avanzato. Personalmente non ho preferenze, anche perché, quando il mister è arrivato, senza dirmi niente mi ha messo lì. Scelte ne avevo poche (ride ndr). Però, è un ruolo che avevo già fatto, sia da play che a due. E' un ruolo che comunque mi piace perché, un giocatore con la mia esperienza e con la qualità che ho, posso essere un mediano che cerca di prendere palla, consegnandola all'attacco. Quindi, anche se dovessi scegliere un ruolo particolare, sono contento del ruolo che sto facendo e mi trovo molto bene. Poi, ci scambiamo spesso, e posso trovarmi anche in un ruolo molto avanzato. Non importa se parto da lì, perché potrei anche scambiarmi con le mezze ali, se danno disponibilità. Infine, mi sto divertendo anche, quindi sono contento".
I pronostici generali che vi mettevano ai primissimi posti della classifica e tra le candidate alla promozione vi hanno un pò pesato? Vi sentite all'altezza di poter rendere concreta questa possibilità?
"Le possibilità ci sono. Le prestazioni parlano, ma non siamo ancora tra i primi tre per un motivo o per un altro. Però, il campionato è ancora lungo e dobbiamo riprendere alcuni punti lasciati per strada. E' ancora presto per parlare di promozione, anche se penso ci sia questa "pressione" di dover centrare questo obiettivo. A mio parere, non sarebbe comunque un fallimento se non dovesse accadere, seppure, sia singolarmente che di gruppo, crediamo di poter arrivare a quell'obiettivo lì. Però, è ancora presto e penso che quando si arriverà verso gennaio o febbraio si cominceranno a fare dei calcoli per capire dove saremo e dove potremo arrivare. Quindi, è un obiettivo ma bisogna arrivarci con tranquillità, serenità e senza sbandamenti, facendo le cose fatte bene".
Secondo te, a che punto è la costruzione della squadra e il suo gioco?
"Penso che questa domanda dovrebbe essere fatta al mister ma, come giocatore, posso dire che la squadra è ancora in fase di costruzione perché sono arrivati tanti nuovi giocatori e la categoria non è quella dello scorso anno. Ci stiamo ancora conoscendo su alcune basi; nonostante questo la squadra comunque rende. Ci sono tanti margini di miglioramento e penso che, quando la squadra potrà arrivare al massimo delle sue possibilità, si vedrà. Ora la squadra domina, ma lascia ancora dei punti per strada. Vuol dire che c'è qualcosa su cui si può migliorare. Sicuramente arriveremo lì e, su questa cosa, il mister sta insistendo molto. Adesso siamo già a un buon punto e dobbiamo essere tranquilli, lavorando ancora più sereni, ma con l'intensità e concentrazione giusta. Poi, secondo me, arriveremo a quel punto, nel quale tutti capiremo da soli senza dover parlare".
In questo senso, il ritorno di Svoboda vi ha aiutato?
"E' sicuramente vero. Ci è mancato un pò un leader come lui perché da dietro ci vuole uno con personalità, come faceva Idzes lo scorso anno e c'era già Svobo, che aveva già grande esperienza. Il suo ritorno si è visto. Comunica bene e tanto in campo, dando una mano a tutti. Quindi, c'è mancato un po'. Con il suo ritorno faremo delle grandi cose. Siamo felici di averlo con noi in questo momento e speriamo di averlo fino a fine anno".
Tornando al momento del tuo arrivo al Venezia, si può dire che ci sono tanti anche degli interessamenti di Udinese e Lazio per te o teniamo il dubbio?
"Teniamo il dubbio (ride ndr). Diciamo che delle squadre c'erano, ma come sapete c'erano dei vantaggi a venire qui, ovvero una persona che ammiro e ho avuto come allenatore negli anni passati (Di Francesco ndr). Mi ha fatto crescere e mi ha fatto da papà, convincendomi. Questa è stata la parte decisiva. Poi, sicuramente, dovevo pensare a tante altre cose, come alla mia famiglia che non poteva venire con me e non potevo andare più lontano o in un'altra città, diventando magari scomodo vederli. Quindi, anche queste cose hanno influito sulla mia decisione".
Quanto "gasa" per un giocatore giocare al Penzo?
"E' bello e l'ho vissuto anche da avversario. Sapevo già che tipo di clima si respira lì. I tifosi sono speciali perché, a prescindere dai risultati, così come fuori casa come ad esempio a Catanzaro dove abbiamo perso, sono stati dietro di noi a incitarci fino alla morte. Anche a fine partita cantavano ancora. Le cose belle si vedono da questo, indipendentemente dai risultati. Perché, nel bene e nel male, si sta sempre uniti. L'Unione è questa e, con uno spirito del genere, la squadra può sempre fare un salto di qualità".
Come è stato essere allenato da Vincenzo Italiano? Che ricordi hai?
"Con mister Vincenzo abbiamo un rapporto molto bello. Sono rimasto legato a lui perché mi ha insegnato tanto e mi ha preso quando avevo meno fiducia. Venivo da sei mesi difficili e complicati prima di partire in prestito a Cagliari. Grazie a lui ho recuperato quella fiducia che mi mancava da un anno, facendomi tornare quel giocatore che si divertiva in campo, dando fastidio agli avversari e facendo il tuttocampista come piace a lui. Mi ha lasciato carisma in campo, cercando di essere dominanti e non venire sottomessi. Questo mi piace perché gli avversari hanno poche cose da fare in campo e tu riesci a fare tutto quello che pensi di fare senza pensare agli errori e a quello che verrà. Quindi, mi ha lasciato davvero delle belle cose".


