Ecco a voi il nuovo episodio de “Tutti gli uomini di Paul Kalkbrenner “

21.03.2022 08:01 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Ecco a voi il nuovo episodio de “Tutti gli uomini di Paul Kalkbrenner “

ZERO ASSOLUTO

VEZIAMESTRE 0 – SAMPDORIA 2

Ah Jesus! Come è difficile, stimati e ormai sempre più sparuti lettori, prendere seppur solo idealmente carta e penna e trovare uno sprazzo allegro, uno spunto divertente, quando il Vittorio Sgarbi che è in te bussa alla porta con la veemenza di un testimone di Geova, desideroso di dare della capra a chiunque provi solo ad accennare alla partita di oggi. Pirandello d’altra parte diceva che l’ironia era un sentimento destinato all’amarezza, perché, parafrasando forse un po’ troppo arditamente le sue parole, dopo aver sfanculato qualcuno, si finiva per rimuginarci su e sentirsi in colpa per essere stati dei bulli, degli insensibili, dei frettolosi nei giudizi. E allora vi propongo un gioco. Non crediamoci più. Diamoci spacciati, finiti, senza più nulla da chiedere se non evitare che queste ultime giornate si traducano in una lenta agonia, come un concerto dal vivo di Toto Cotugno alla sagra della birra analcolica. Siamo un popolo di brontoloni, diffidenti, forse eccessivamente superbi, sicuramente molto severi con noi stessi e tra noi stessi, ma ci siamo sempre stati, anche oggi. Abbiamo detto fin troppo della assoluta apatia sportiva dei nostri globetrotters, inconcepibile per chi come me dà tutto anche nelle partitelle con mia figlia di due anni, abbiamo trattato esaustivamente la farloccheria dell’algoritmo dell’Ash Ketchum degli States, che oltre a non aver scovato chissà quale brillante talento nascosto, pare aver completamente dimenticato che gli attributi caratteriali sono importanti almeno quanto quelli tecnici. Andiamo avanti, ripartiamo in qualche modo, qualunque esso sia. Che la partita di oggi non fosse da sbagliare ce ne eravamo resi conto un po’ tutti. La Sampdoria del limpido presidente Ferrero Rochet, pur farcita di crema alla nocciola e nomi altisonanti, arrivava al Penzo invischiata nella melma almeno quanto i sottoscritti. I blucerchiati bruciacchiati avevano però il vantaggio di avere tutto sommato a disposizione due risultati su tre e questo l’enfant prodige della panchina, il Giancarlo Magalli dei coach, il Pupo della nobile scuola di Coverciano, Mister Maestro Giampaolo, dimostrava di saperlo bene, schierando una squadra intenta per lo più a passeggiare per il campo dando del granturco stagionato ai piccioni di San Marco, con qualche accenno di pressing e tanta pazienza ad aspettare la cappella altrui che presto o tardi sarebbe arrivata. Elementare, Watson. I nostri, se non altro, avevano il pregio di non sbagliare approccio, se per esso si intende il non prendere gol dopo una manciata scarsa di secondi. Nani, evidentemente pentitosi del look biondo platino di qualche settimana prima, svariava su tutto il fronte offensivo, confondendo però più i nostri che gli avversari. Il resto era il solito, morbido e moribondo giro palla, che al quinto passaggio inconcludente si decideva di dirottare verso zanne bianche Maempaa, per un puntuale rinvio alla Fra Tak su cui Henry arrivava sempre in ritardo. E così, tra un retropassaggio e l’altro, arrivava il frittatone, combinato, amarezza della sorte, proprio dall’uomo che sussurrava alle renne, che si addormentava sul pallone forse stordito da un dardo proprio come il finlandese dai denti bianchissimi della pubblicità. Caputo, dopo aver mostrato in qualsiasi modo disinteresse per la cosa, era alla fine costretto a fiondarsi controvoglia sulla palla e depositare in rete, nell’incredulità generale. Da lì, ammesso che mai si fosse sollevato, calava il sipario sulla partita. I nostri, a parte qualche smadonnata di Henry, che fin dal decimo minuto cercava con insistenza l’espulsione trovata finalmente a dieci minuti dal termine, riprendevano il valzer del giropalla, a cui ben presto si associavano i testicoli dei settemila generosi del Penzo. Gira che ti rigira, spazza che ti rispazza, arrivava il frittatone numero due, questa volta con Fiordilino che si faceva uccellare in qualche modo palla. Per descrivervi bene il resto dell’azione dovrei però rivedere gli highlights del match, impresa a cui il mio cuore intristito non è assolutamente pronto, fatto sta che il finnico sto giro faceva anche un mezzo miracolo, ma sulla respinta corta Caputo, ancora lui, era il più lesto a ribattere a rete e bersi la birretta d’ordinanza con cui festeggia le reti. Ci si potrebbe dilungare molto sul resto della partita, ma onestamente non avrebbe un granché senso. La Giovanna d’Arco di Valdagno le provava tutte, inserendo Nsamé, il grintoso Kiyine, Busio e Bulbasaur, ma tutto ciò che otteneva erano un paio di grosse opportunità che Arsenio Jean Pierre, arrivato in laguna con la fama di Vietcong del gol, si divorava con un paio di tocchi vellutati come un peto sopito per buona educazione. C’era poi l’espulsione di Tommaso Enrico, che Zanetti andava ad aggredire fisicamente ingaggiando un’appassionata e almeno questa avvincente gara di bestemmie, e nulla più. Finiva così, con la festa dei numerosi doriani e i nostri che, chiamati a gran voce sotto la curva e invitati a cacciare gli attributi più intimi della loro fisicità, facevano due applausetti e se ne andavano via tra una pacca sulle spalle e una pizza calda da ordinare. E siccome il calcio è strano, come ama ricordare Caressa a Beppe Bergomi, ma anche un po’ infame, alla fine a decidere il match erano gli errori di due che alla causa hanno sempre dimostrato di tenerci. Così come il Mister, ormai eletto capro espiatorio dalla massa di allenatori più o meno competenti quali siamo, ma con cui personalmente andrei, se non in guerra che di questi tempi dice giustamente male, quantomeno a farmi una rettoscopia, cosa che in un certo senso sta già avvenendo. Il destino sembra ormai segnato, anche se motivi per insistere con un insano accanimento terapeutico ci sono tutti, visto che il Cagliari di belli capelli Mazzarri è sempre lì. Non si vede come possa accadere, ma teoricamente può ancora accadere. Se sarà, come ben più probabile, retrocessione, poco male. Le novità in settimana dimostrano che il progetto è a lungo termine e potrà, forse, riservarci in futuro nuove gioie. L’importante è che al più presto si riprenda la strada tracciata l’anno scorso, fatta di un meraviglioso connubio tra local e global, competenza e innovazione, che udite udite, possono andare avanti a braccetto. E soprattutto, qualsiasi cosa riservi a noi il destino, la maglia, che sia bella, brutta, d’oro, con le stelle o con effetti marmo che sembrano più una sbruffata adolescenziale, andrà sempre onorata. Quanto visto oggi, spiace dirlo, rasenta l’indecenza.

FUORI LE PALLE

IL PAGELLONE

MAENPAA: c’è stato un tempo in cui Denti Bianchissimi fu epitome di affidabilità e igiene orale, ma se per quanto riguarda quest’ultima anche oggi ci siamo mantenuti su altissimi livelli, purtroppo l’affidabilità è andata in soffitta al ventesimo minuto, quando pressato in area di rigore opta per una corsetta surplace che ci costa un pezzo di fegato e un pezzo di anima. PSICOPOMPO voto 4

EBUEHI: contiene senza troppi sforzi i nomi altisonanti dell’attacco avversario e ogni tanto lo si nota zompettare sulla fascia fino all’area di rigore avversaria, dove si distingue per un paio di zuccate velleitarie e qualche sortita senza conseguenze. SUPER LIQUIDATOR voto 5,5 - CRNIGOJ: entra per dare quei dieci minuti di sportellate che sono poi la specialità della casa, ma come spesso accade quest’anno, erano tutti già pieni dalla frittatona del primo tempo. IL TROPPO STROPPIA sv

CALDARA: comanda una difesa che regge come all’Olimpico, ma come da migliore tradizione nostrana, quando l’avversario non riesce a fare gol ci pensiamo noi a farcelo da soli, quindi anche le prestazioni difensive diventano più che altro ornamentali. PALLINA DI NATALE voto 6

CECCARONI: come il compagno, tiene senza problemi contro un attacco che in condizioni normali non avrebbe segnato neanche con le cannonate, unica sbavatura quella di aver dato il pallone a Denti Bianchissimi senza avvedersi dell’evidente stato confusionale del compagno. RESPONSABILE PRIMO SOCCORSO AZIENDALE voto 6

HAPS: a un certo punto, a una decina di minuti dalla fine, Ciano prende e salta l’uomo sulla fascia mettendo dentro un cross pericoloso: è la prima volta in cinque mesi. Mantenendo questa media, la prossima azione pericolosa la attendiamo per luglio, caldo permettendo. FUERTE Y CALIENTE voto 5,5

AMPADU: che dire, Ethan? Ti avevano convinto a venire in questa periferia calcistica con gran discorsoni su gruppo e ambiente, e invece ti sei ritrovato nel cast del remake gender swap di netflix di Mean Girls, ci dispiace, ma tu non sei uno che molla, perciò duri i banchi, o “hard the desks” come dite voi. LINDSAY LOHAN voto 6

FIORDILINO: tra i più in palla nelle ultime uscite, oggi Antonio Luca si fa gabbare sul più bello, seguendo l’esempio di Denti Bianchissimi e lasciandosi andare ad una surplace rilassante al limite dell’area di rigore. Nella seconda frittata odierna è lui lo chef. TU QUOQUE, ANTONIO LUCA, FILI MI voto 4,5 - NSAME: nei disegni di mercato di gennaio, Jean Pierre doveva essere quello che entra con la morte nel cuore finchè non la butta dentro; gli arrivano due palloni buoni per l’inzuccata facile facile, sul primo la prende così male che l’avrebbe presa meglio il Cavaliere Senza Testa, sul secondo opta per una sponda di petto per l’avversario. LA LEGGENDA DI SLEEPY HOLLOW voto 5

NANI: non è che da lui potessimo aspettarci cose tipo Cristiano Ronaldo, non è un marziano, fa quello che può e tutto sommato lo fa bene e a tratti pure con classe, apparentemente senza lasciarsi coinvolgere troppo nell’emotività collettiva, e forse in questo caso è un bene. CORAZON ESPINADO voto 6 - KIYINE: se il Dalai Lama del Rif risulta essere tra quelli che entrano con più carica, capisci bene che la situazione non è delle migliori. ​CINQUANTA SFUMATURE DI KIYINE voto 6

ARAMU: anche oggi il Poeta metalmeccanico non riesce a trovare la giocata giusta; che le cose non girino lo si capisce dal suo tiro al volo dal limite nel secondo tempo: palla ribattuta spiovente, lui solo prende la mira e una rincorsa da far pensare all’Iradiddio e i quattro cavalieri, ne esce una scamorza palombellosa che si spegne nel rimpianto. IL GRANDE BLUFF voto 5,5

OKEREKE: festeggia nel migliore dei modi la giornata internazionale del malinteso col suo fumantino compagno di reparto, col quale pare non siano riusciti nemmeno a passarsi la saponetta sotto la docca negli spogliatoi, generando equivoci che vi lasciamo immaginare. SOFT PORNO voto 5,5 - BUSIO: entra con la lucidità di un beta tester dell’azienda di Pablo Escobar, un calcio di qua una scivolata di là, abbastanza per dire di meritarsi una bella doccia. BADEDAS voto 5,5

HERNY: scende in campo furioso perchè Svoboda gli ha ordinato la pizza sbagliata, e decide di sfogare le ire parlandone a più riprese col sempre comprensivo Orsato, il quale va riconosciuto che ce la mette proprio tutta per non espellerlo, ma alla fine si deve arrendere e tirare fuori quel benedetto cartellino che sa di vittoria. RED DEAD REDEMPTION voto 4

ZANETTI: Paolo mio, Paolo nostro, facci e fatti un favore: non ascoltare quelli lì, sì dai ci siamo capiti, quelli lì. Lascia stare. La tua bestemmia non sarà premiata con un’onoreficienza della Regina per il Bon Ton, ma quella bestemmia non è la bestemmia di un uomo ma la bestemmia di un popolo. Sei uno che non molla perciò ti chiediamo solo di non mollare neanche stavolta, poi sia quel che sia, ma fino alla fine l’unica cosa che conta è che almeno tu ci creda, perchè se ci credi tu ci credo pure io. È tutto nelle tue mani. Quel tutto, sfortunatamente, non è molto, ma non potrebbe essere in mani migliori. LA LEGGENDA DEGLI UOMINI STRAORDINARI voto 6