Il VeneziaMestre non mollerà mai!

10.03.2024 20:30 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Il VeneziaMestre non mollerà mai!

Nessun rimpianto. Nessuna possibilità di rimorso. Nessuna scusa per ciò che poteva essere e non è stato. Questo deve essere il nostro mantra fino alla fine. L’unica strada possibile per poter guardarci allo specchio tra qualche mese trovando la piena consapevolezza di aver dato tutto, di non aver mai mollato, di aver fatto sognare una intera città. Solo così possiamo sperare che il sogno si trasformi in qualcosa di tangibile, andandoci a prendere qualcosa che, alla luce degli ultimi quattordici mesi meriteremmo senza dubbio alcuno. Perché oggi non era una partita banale, una di quelle sfide che la classifica cataloga come già vinte. Oggi c’era da lottare, da superare il tremendo trauma di Como, da minimizzare le insidie di un campo pesante e lento. Ed oggi, i ragazzi di Vanoli, hanno dimostrato di avere dentro di loro quella forza, quell’autostima, quella tranquillità di chi è totalmente conscio di essere una squadra di vertice, un undici capace di superare i momenti difficili, gli scogli più alti. E lo ha fatto sfoggiando una di quelle partite in cui una lettura sbagliata del momento avrebbe potuto far diventare terribilmente complicata. Se l’Unione esce con i tre punti questo pomeriggio è perché la crescita di questo VeneziaMestre si palesa soprattutto nel saper interpretare il momento della gara, colpendo quando si deve e stringendo i denti negli attimi in cui un episodio ci avrebbe potuto portare all’inferno. Non c’è mai stato un vero match al Penzo, gli arancioneroverdi fin dall’avvio hanno gettato sul fradicio terreno di Sant’Elena tutta la rabbia e tutto il rancore del ratto di Como, e lo hanno fatto con testa, con gamba, con cuore. Il doppio vantaggio si poteva tramutare in trappola dopo il regalo dell’uno a due pugliese, ma i lagunari hanno saputo mantenere la barra dritta, concedendo qualche mischia e rare ripartenze agli agguerriti biancorossi della ripresa. E sono state le prestazioni totali di un trio di centrocampo in versione gladiatore a decidere le sorti della sfida nel momento decisivo, quando mister Vanoli si è giocato la carta di Jajalo per rimettere quell’ordine che alla fine avrebbe fatto tutta la differenza del mondo. Quando giochiamo in ampiezza ed i ritmi si mantengono alti, quando la giocata lunga sulle punte si materializza in un comodo appoggio che apre spazio agli inserimenti dei centrocampisti, quando Tessman e Busio giocano da protagonisti, allora si che questo VeneziaMestre fa veramente paura. Di fronte ad un Bari alle corde l’Unione dei primi e degli ultimi venti minuti è apparsa come la migliore versione della strategia Vanoliana, fatta di movimento, attacco allo spazio e grinta. La crescita di Zampano e soprattutto Candela sono le chiavi per sopperire alla mancanza di fantasia che la partenza di Johnsen ha purtroppo evidenziato, ma le alternative di un attacco di tale peso e qualità portano l’avversario di turno a dover scegliere su chi e su cosa andare a colpire, scoprendo per forza di cose altre zone di campo che quest’oggi abbiamo sfruttato alla grandissima. E’ chiaro come il sole però che c’è una chiave per andarci a prendere il paradiso, ed oltre alla continuità di un bomber che è semplicemente di un altro pianeta, è la classe di Jajalo che d’ora in poi potrebbe veramente aprirci la porta a soluzioni offensive indecifrabili per le difese avversarie. Ma, in fin dei conti, possiamo masturbarci quanto vogliamo su questioni tattiche che conosciamo fino ad un certo punto, sarà questo mister l’uomo a cui affideremo i nostri destini, l’unico capace di tirare fuori da questo gruppo l’energia per andare a giocarci una fetta del nostro futuro. La sud, il Penzo, il nostro popolo lo sa. Non c’è nessun altro che vorremmo al nostro comando, ed abbiamo la certezza assoluta che anche questa settimana riuscirà a trovare la strada giusta per scendere a Palermo venerdì prossimo con la mentalità dei vincenti, quella di una squadra che oramai non può più nascondersi, poiché siamo forti, perché siamo stati anche troppo sfortunati, e non dobbiamo aver paura di nessuno.

Avanti Unione mia, regalateci questa impresa!