VeneziaMestre, è il momento della svolta

15.10.2018 11:56 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
VeneziaMestre, è il momento della svolta

Ci sono amori che non sbocciano e non sbocceranno mai, ci si può provare, insistere, ma i segnali spesso sono inequivocabili ad un occhio esterno, alieno dall’emozione del momento. Il cuore non è più un fattore determinante, persino l’indiscutibile impegno può non essere sufficiente quando non scatta la scintilla. Quando l’ambiente decide, quando la sfortuna si accanisce e quando la reazione non c’è, la strada da seguire diventa una sola. E per mister Vecchi e la maglia arancioneroverde, purtroppo, è accaduto tutto ciò, sfortunatamente l’uomo sbagliato nel momento sbagliato. Un’apatia per entrambi gli amanti figlia di diverse motivazioni, da un finale di stagione esaltante da rispettare, ad una campagna acquisti sottotono, ad una filosofia societaria per la prima volta un poco distaccata dalle esigenze del territorio, fino ad una serie di infortuni ed una squadra che squadra non si è mai dimostrata in questi primi mesi di campionato. Le preoccupazioni di Tacopina erano nell’aria da diversi giorni, ma invece di diventare una motivazione ulteriore per uscire dal pantano, sono state la pietra tombale per la gestione Vecchi, incapace di trasmettere la propria voglia di rivalsa ai suoi interpreti.  Il suo volto sconsolato quando in quel di Perugia mancavano ancora più di venti primi al termine dell’incontro, resterà suo malgrado la cartolina di un progetto naufragato ancor prima di lasciare il porto. Le sue colpe più evidenti, la mancanza di una personalità necessaria per scuotere un gruppo comprensibilmente scarico dopo le stagioni di successi, e la convinzione di dover continuare sui dettami tattici del precedente allenatore, snaturando la sua filosofia e fidandosi poco delle nuove leve, giovani che invece, nel progetto della dirigenza, avrebbero dovuto essere considerati fondamentali dall’ex tecnico dell’Inter primavera. Tra le cause di un Penzo quasi dimezzato rispetto a qualche mese fa, non va sottovalutato l’impatto di una squadra che al netto delle assenze è sembrata fin dall’estate cercare più di “sopravvivere”, che di sognare. Ed è proprio questa frustrante sensazione di disarmante inermità  a far pendere la bilancia verso una decisione drastica ed immediata,  allontanando dalla panchina Vecchi e sostituendolo con la sua nemesi quasi perfetta.

Il ciclone Zenga. Tra gli scetticismi degli anti-interisti, i partigiani della tabula rasa societaria e gli entusiasti di una scelta in linea con una crescita che sembrava essersi assestata, emerge un unico, grande fatto di fondo. La rivoluzione. Un elettroshock a tutto l’ambiente che se da un lato esalta il popolo unionista, dall’altro rischia di essere quasi una sorta di ultima speranza. In particolare per un gruppo di giocatori apparso spaesato e poco combattivo, nonché sottotono dal punto di vista fisico, al quale ora viene chiesta una reazione veemente ed immediata, la stessa che ci si auspica ora da una tifoseria sedutasi un po’ sugli allori di due stagioni in costante crescita di numero ed entusiasmo. La presentazione dell’ex leggenda interista tenutasi in centro a Mestre, dove batte forte il cuore di quella curva sud padrona della città di terra, simbolo dell’Unione tra le due anime della città e della nostra squadra, è stata bagnata da una folla di tifosi in festa per la concreta materializzazione di una dottrina societaria che non si accontenterà mai dell’anonimità, ma che sogna sempre più in grande, anche a costo di palesare i propri errori tornando sui propri passi.

Le parole del nuovo mister sono deflagrate come un ordigno tra i supporter del VeneziaMestre, frasi che raccontano di orgoglio, furore agonistico, rispetto e rabbia, tutto ciò che si chiedeva a questi ragazzi. Tra pochi giorni il primo esame sulla terapia Zenga, in un derby che vale come la prima giornata del nuovo campionato dell’Unione, una gara che non si vede l’ora abbia il proprio inizio, una partita da vincere ad ogni costo, in campo e sugli spalti. Avanti tifosi arancioneroverdi, avanti Unione!