Il Venezia e Deloitte presentano il report "Beyond Football: il connubio tra Club e Città"

20.03.2024 13:25 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
Il Venezia e Deloitte presentano il report "Beyond Football: il connubio tra Club e Città"

Venezia, 20 marzo 2024 – In un Paese in cui appena il 18% degli italiani pratica sport almeno una volta a settimana (in confronto a una media europea del 23%) e il 43% si dice poco soddisfatto delle infrastrutture per lo svolgimento dell’attività sportiva (media europea del 30%), i club calcistici vengono considerati come attori credibili in grado di fornire un supporto decisivo nello sviluppo delle città. Ben 9 italiani su 10 ritengono, infatti, che le società di calcio possano contribuire a generare valore condiviso con la comunità e il territorio, andando oltre la dimensione sportiva. Le quattro aree di intervento più gettonate riguardano le infrastrutture per svolgere attività fisica (58%), le aree verdi (46%), la pulizia e il decoro urbano (33%), la sicurezza in termini di criminalità e sicurezza stradale (26%).

I dati emergono dal report “Beyond Football: il connubio tra Club e Città”, presentato dal Venezia FC in collaborazione con Deloitte con l’obiettivo di cogliere le tendenze e il percepito sulla vita in città dei cittadini attraverso un’indagine demoscopica a livello nazionale ed europeo in Italia, Germania, Regno Unito, Francia e Spagna.

Italiani poco soddisfatti della qualità della vita nelle città
In Italia solo il 7% dei cittadini risulta pienamente soddisfatto della qualità della vita nella città in cui vive, mostrando un divario rilevante se paragonato alla media degli altri Paesi europei pari al 21%. Nel nostro Paese emerge comunque una notevole spaccatura tra le rispettive aree, con percentuali di cittadini poco soddisfatti che variano tra Nord Est (31%), Nord Ovest (32%) Centro (39%) e Sud (49%). In Italia, inoltre, l’87% dei cittadini si dimostra attento e sensibile alle problematiche della propria città con focus sulla gestione dei servizi essenziali (media europea del 74%), e il 72% degli italiani considera la sostenibilità un elemento prioritario nello sviluppo del contesto urbano in cui vive. Tuttavia, solo l’8% degli italiani ritiene che la propria città abbia già intrapreso iniziative concrete di sviluppo urbano sostenibile.

Il ruolo dei club di calcio
È in questa cornice che si inserisce la possibilità per i club calcistici di generare concretamente un impatto in termini socioeconomici nei contesti cittadini. Ben 8 italiani su 10 si dichiarano interessati alle iniziative a sfondo sociale e a progetti in infrastrutture civiche slegate dal calcio in senso stretto. L’interesse è anche rivolto ai progetti di rigenerazione urbana, legati al rinnovo delle infrastrutture del club (stadio e centro sportivo), come dichiarato 3 italiani su 4. Inoltre, il calcio vanta una componente dal forte valore sociale che vede 6 italiani su 10 associare al gioco del calcio valori positivi come spirito di sacrificio, integrazione sociale e lealtà e permette alle persone di sentirsi parte di una comunità, come sostengono 6 tifosi su 10.

Il report, inoltre, conferma che il gioco del calcio è uno sport particolarmente diffuso in Italia e per questo vanta un grande potere comunicativo che abilita leve importati da utilizzare nel contesto urbano. Il 20% dei cittadini italiani gioca a calcio almeno una volta a settimana, 2 cittadini su 3 lo seguono con interesse e il 66% ne parla quotidianamente. Quella legata al calcio, si conferma una passione molto rilevante e sentita nel nostro Paese che si posiziona al secondo posto in Europa, dietro soltanto alla Spagna. Nel dettaglio l’82% degli italiani interessati al calcio tifa almeno un club e 6 tifosi italiani su 10 dichiarano di seguire con interesse un secondo club in aggiunta alla propria squadra del cuore.

Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani:
“Il rapporto di un club con la città è indissolubile, non si ferma alla semplice partita di calcio. Bisogna saper interpretare nel modo giusto questo legame, intimo, viscerale che va ben oltre il risultato sportivo. La società che funziona è quella che, nella buona e nella cattiva sorte, integra il pubblico nel progetto sportivo, che assume quindi una caratterizzazione sociale. Il calcio è un fenomeno popolare, collettivo che, al tempo stesso, può e deve avere una valenza educativa straordinaria”.

Michele Uva, UEFA Social & Environmental Sustainability Director:
“Non possiamo negare che il calcio sia un fenomeno di accelerazione verso il futuro e deve essere anche un fenomeno di cambiamento di approccio e di contribuzione allo sviluppo di un territorio e di una comunità. Il connubio tra calcio, città e comunità infatti è assolutamente naturale e passa attraverso la sostenibilità. La UEFA ha una grande responsabilità perché tocca 55 nazioni in Europa, 700 club nelle top leagues, circa 250.000 società dilettantistiche e 25 milioni di tesserati, qualsiasi nostra azione può avere un impatto su questa enorme platea. Dobbiamo essere un driver positivo di cambiamento verso le nostre comunità, anticipando dei trend di natura sociale sul nostro territorio, senza aspettare di subirne gli aspetti negativi. Gli stakeholders nel calcio iniziano a capire l’importanza del loro ruolo in quanto acceleratori del cambiamento, attraverso la responsabilità sociale, la sostenibilità ambientale, sportiva, finanziaria e culturale. Per una società sportiva di vertice, lavorare insieme alla comunità, alle istituzioni, alle città e con le società limitrofe deve essere un fattore trainante; serve buon senso, anticipando il cambiamento con visione e concretezza passando attraverso gli investimenti perché non c’è futuro senza investimento“.


Luigi Onorato, MDMO Sport Leader Deloitte:
“I club di calcio hanno la responsabilità, gli strumenti e il consenso necessari per generare un impatto concreto sulle comunità. Le società calcistiche possono creare valore di lungo termine per il territorio e far evolvere lo sviluppo urbano attraverso infrastrutture, opportunità lavorative, nuovi servizi, interventi di riqualificazione ed erogazione di servizi di utilità sociale, che promuovano l’accessibilità allo sport, l’inclusione e un maggior rispetto dell’ambiente a partire dal contesto cittadino. Sarà fondamentale puntare su un connubio vincente tra club e città, coinvolgendo l’intero ecosistema composto da cittadini, università, istituti di ricerca, enti territoriali, operatori privati e municipalità per un piano di sviluppo a 360 gradi”.