Javorcic: "Per essere più solidi dobbiamo migliorare in tutto. Haps out"

10.09.2022 15:04 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
Fonte: Giuseppe Malaguti, trascrizione a cura di Davide Marchiol
Javorcic: "Per essere più solidi dobbiamo migliorare in tutto. Haps out"
© foto di Jure Šadl

Ivan Javorcic ha inquadrato il match del Venezia di domenica al Paolo Mazza di Ferrara contro la Spal. Queste le sue dichiarazioni in conferenza stampa.

Come sta la squadra?

“Busio e Cheryshev si sono allenati da ieri nel gruppo a pieno regime, saranno convocati anche se il loro impiego potrà essere solo limitato. Andranno recuperati nella condizione con grande attenzione. Si è fermato Haps per una botta al ginocchio e non ci sarà. Il resto del gruppo è a disposizione. Vengono a mancare entrambi i terzini, ma ci sono giocatori pronti a sostituirli. Può essere una buona occasione per i ragazzi che giocheranno e queste sono le dinamiche di una squadra, quando manca un giocatore c’è la possibilità per un altro per incidere. Avere più giocatori in condizioni importanti alla lunga può avere un suo peso specifico, ora c’è da adattarsi”.

Zabala come sta? Ullmann ora che è rimasto è un’opzione?

“E’ una situazione in evoluzione, non ho gerarchie fisse, penso che ognuno si guadagni il suo spazio nel quotidiano. Zabala lo abbiamo visto alla prima giornata in quell’esordio sfortunato dove ha fatto un po’ fatica. Poi i ragazzi possono sfruttare delle occasioni, Ullmann è diventato parte integrante del gruppo, è a disposizione e si è allenato bene in questi giorni. Sono entrambi giocatori che possono agire su quella fascia e si giocano i novanta minuti”.

Ci sono possibilità di cambiare modulo di partenza? Magari partendo con una difesa a 3?

“Abbiamo fatto anche noi delle riflessioni all’interno, nel quotidiano, cercando di capire l’evoluzione e il momento. E’ un po’ un paradosso il nostro, non c’è una sofferenza strutturale, nei numeri sicuramente sì, ma se si va ad analizzare le partite siamo una delle squadre che subisce di meno, ma prendiamo comunque gol e mostriamo fragilità. Ci sono vari motivi sul perché, nasce anche da una solidità di squadra, di prestazione individuale, di condizione dei giocatori. Il sistema di gioco ci può stare che se magari si cerca di essere più solidi, più che altro nella dinamica della partita, allora si cambi qualcosa. Difficilmente si può cambiare di un cambio strutturale perché questa squadra non ha i numeri per cambiare strutturalmente, ma nella dinamica della stessa partita sì. In questo momento qua parlando della difesa a tre, fino a poco tempo fa non c’era a disposizione Modolo, partire a tre senza un elemento in panchina non si può fare. Sono tutte riflessioni che vi sento fare e sono giuste perché le facciamo anche noi all’interno, ma dopo quando vai nella profondità del problema ti ritrovi in una lettura non semplice. Modolo ora sta meglio e questo ti permette anche un po’ forzando di provare a dare più solidità a partita in corsa con una difesa a tre, anche perché poi non c’è la condizione ideale dei due esterni, quindi ti giocheresti due cambi. Penso che ci possa stare ma a gara in corso. Dobbiamo riuscire a togliere un certo tipo di fragilità per essere competitivi, cerchiamo di vivere questo momento di difficoltà per crescere”.

Cosa c’è da migliorare per diventare più solidi in difesa?

“Non è solo la fase difensiva o i difensori che devono migliorare, ma tutta una serie di dinamiche in campo. Quindi si lavora durante la settimana per vedere quella che è stata la partita, andando a lavorare sulla nostra identità di gioco in base all’avversario di turno. Bisogna migliorare tutto, perché la solidità nasce anche dal lavoro degli attaccanti, da come controlli la palla, abbiamo tanti ragazzi che si sono portati indietro un vissuto, un’esperienza che non è che si possono togliere e questo ha un peso, magari soprattutto in casa, perché c’è un peso nel voler dare qualcosa in più a se stessi, ai tifosi, al club, in qualche maniera il giocatore sente queste responsabilità. E’ un percorso anche questo, ovvero togliersi questo fardello dalle spalle e trasformarlo in  una sorta di sfida, di determinazione che ti porta a portarti l’energia dalla tua parte, che poi diventa anche buona sorte. Un episodio che non gira per il verso giusto può sicuramente influenzare lo stato d’animo, una squadra di calcio è uno stato d’animo e anche questo è allenante, devi passarci per poter migliorare. Si può anticipare, parlare di certe cose, ma solo quando lo vivi e ti capita puoi pensare di migliorarlo. Questa squadra sta lavorando bene anche se in questo momento i risultati non si vedono. Ci sono ancora tante cose da migliorare, c’è da mettere basi solide, siamo consapevoli del momento e del fatto che dobbiamo essere più competitivi, lavorando per il risultato, nel frattempo portando tutti i giocatori all’interno del nostro sistema, al momento siamo un po’ come il Taliercio, le basi della sede stanno crescendo, ma ancora il centro sportivo non si vede, c’è ancora da sistemare, da finire e in questo momento siamo così, anche se il centro è una struttura solida non influenzata dagli stati d’animo mentre una squadra sì, deve sapersi adattare alle situazioni e diventare più resiliente e competitiva”.

La fasciatura di Fiordilino? Nel ruolo di play potremmo vedere Tessmann? Il presidente Niederauer ti ha chiesto la vittoria nel derby con Tacopina?

“Fiordilino ha avuto questo problema al collaterale e la fascia è una fascia protettiva, non era al massimo. Ora forse può giocare senza, la fascia serviva a dargli più sicurezza a livello del ginocchio, una cosa simile a quella che potrebbe capitare a Busio in queste settimane di rientro, deve passare il periodo di adattamento e ritorno sul campo per rivederlo al top. Tessmann è una soluzione in quel ruolo, lo ha già fatto a sprazzi bene, ma c’è da dire che lo ha fatto negli ultimi minuti, quando le condizioni sono diverse rispetto all’inizio, sono considerazioni che un tecnico deve fare perché poi in una gara ce ne sono altre tre nei novanta minuti. Valuto quindi cosa può dare anche nel ruolo di mezzala dove ci sono ragazzi che ancora non sono al massimo. C’è sicuramente da gestire i novanta minuti. Per quanto riguarda il presidente è una persona troppo signorile ed educata per chiedermi qualcosa, sono ben consapevole di quello che è stato il passato e di quello che è il presente. Vogliamo sicuramente portare la partita a casa e dare la soddisfazione al club e ai tifosi che ci mettono passione e spendono soldi per seguirci ovunque”.

TVS Giuseppe Malaguti – Opinione sulla Spal? E’ partita bene nonostante alla fine abbia fatto solo cinque punti:

“Non so quanto solo, siamo comunque solo all’inizio. Il mister lo conosco bene, sarà un piacere ritrovarlo in campo, è un professionista di livello, mi farà piacere ritrovare sia la persona che l’allenatore Venturato. Sicuramente la Spal è competitiva, arriva da un buon momento e gioca in casa. Sarà un avversario difficile, ma in questo momento noi dobbiamo reagire, giocare per il risultato e per farlo dobbiamo giocare bene. Dobbiamo andare in campo per cercare di portare a casa sempre qualcosa e imparare dal vissuto”.

Kofod Andersen? E’ una tua abitudine portare due portieri in panchina?

“La tanta rotazione all’inizio della stagione è più per necessità perché abbiamo tante cose da sistemare e a cui pensare, impossibile dunque pensare a un consolidamento dei giocatori o del modo di interpretare le partite perché non ci sono le condizioni, anche se nella gestione del gruppo sono uno che cambia tanto, ma l’ho fatto più per la necessità di questo inizio. Andersen è un giocatore che non è uno specialista nel ruolo di play, nasce mediano, alterna caratteristiche da mezzala e da play, quindi in questo momento qua, nell’assenza di quella che poteva essere l’evoluzione dell’interpretazione del ruolo di un giocatore come Busio che nel tempo ha qualità per poter stare lì alzando il suo e il nostro livello di gioco, la scelta di Fiordilino è quella più logica nell’immediato, perché ti dà certezze. Due portieri in panchina dipende, mi piace sempre portare giocatori per farli partecipare all’atmosfera partita, in questo momento grossi problemi di scelte tecniche non ce ne sono, non abbiamo avuto grossi problemi di organico e di abbondanza, quando saremo tutti a disposizione potrebbe anche diventare una scelta tecnica. In questo momento il problema non si pone quindi mi piace portare un po’ di esperienza e partecipazione in panchina. Chiaro che in panchina ci vanno soprattutto ragazzi che possono incidere a gara in corso in campo, nel momento in cui non ci sono ragazzi di troppo preferisco portarmi altre caratteristiche”.