ESCLUSIVA TVS - Poggi: "Ora serve calma e valutare, non fretta"

22.04.2020 13:19 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TVS - Poggi: "Ora serve calma e valutare, non fretta"

“Ognuno deve adattare le sue abitudini, se si vive in famiglia con moglie e figli passare del tempo con loro se possibile” molto classico il consiglio di Paolo Poggi, ma quanto mai attuale e importante. In questo periodo di blocco totale abbiamo pensato di contattare proprio l’ex attaccante, e ora responsabile dei progetti internazionali del Venezia, per una panoramica a trecentosessantagradi su questi mesi così particolari, con uno sguardo alla vita di tutti i giorni e al calcio con l’occhio di chi ha vissuto il rettangolo verde in prima persona e ora lavora nel dietro le quinte dello sport. “A parte parlare a lungo a tavola con figli e moglie, guardare serie tv e dilettarsi in giochi da tavolo o società c’è poco altro che si può fare. Chi ha la mia età però deve essere un esempio positivo per i figli, cercare di fargli vivere la situazione sì come un problema, ma anche come un’occasione per riflettere su cosa vorranno essere da grandi. Il futuro in questo momento a tutti noi sembra incerto, ma i ragazzi non devono fissarsi su questo, fargli vedere il futuro solo come qualcosa di complicato non è il modo giusto per affrontare la situazione e farli crescere, dal mio modo di vedere”

Stride forse un po’ questa voglia di tornare a giocare di cui si parla, per dare una parvenza di normalità, ammesso che di normalità si possa parlare visto che si dovrà ricominciare a porte chiuse: “Ricominciare a porte chiuse sarà la normalità quando ci sarà la ripartenza, però qualsiasi sarà la decisione in merito non sarà il calcio che conoscevamo una volta, sarà uno sport diverso. L’assenza dei cori dei tifosi, delle esultanze o anche solo banalmente delle imprecazioni che ogni tanto si sentono dagli spalti modificherà molto l’approccio emozionale alle partite e questo ovviamente influirà sull’aspetto mentale dei calciatori, durante la partita oltre alla componente agonistica potrebbero emergere anche la paura, le preoccupazioni, l’atmosfera cambierà per forza, sono cose che influenzano tanto”

Il contagio di Vacca in questo senso vi avrà sicuramente colpito: “Il problema lo percepisci di più quando ti colpisce, quando c’è un contagiato capisci che i calciatori non sono immuni e possono avere le stesse nostre problematiche. Se poi si va a giocare nelle zone più colpite questo lo si percepisce ancora di più, rispetto anche a noi che siamo a nord-est loro hanno vissuto ancora di più questa emergenza e forse solo loro sanno veramente al 100% cosa significhi la malattia. Tutti siamo d’accordo – continua Paolo - che per il bene del calcio sarebbe bello ricominciare a pensare a come era il calcio prima, ma non bisogna avere fretta nel valutare la situazione, per ripartire, parlando anche solo della Serie A, servono tantissimi tamponi, reagenti, materiale per sanificare gli ambienti e questi non devono essere tolti alla popolazione che ne ha bisogno, non faremmo una bella figura. La cosa che bisogna fare, ma penso che i tecnici e gli esperti la stiano già facendo, è valutare, senza fretta come dicevamo prima, un piano B, una programmazione nel caso in cui si scopra che non è possibile terminare la stagione. Il punto cruciale è capire se per salvare il sistema calcio serve salvare a tutti i costi questa stagione e se questo non preclude la prossima, che vedo come ancora più importante”

Come stava procedendo il vostro programma di rapporti internazionali? “I lavori si stavano sviluppando molto bene, avevamo in programma moltissime attività in questi mesi, anche con il nostro progetto ospitalità, e ovviamente è stato tutto rimandato, non cancellato. Abbiamo un rapporto di fiducia tale che ci permette di rimandare queste attività a tempi migliori. Per noi Italia è fondamentale progettare il post emergenza. Stati Uniti, Canada, Cina, Corea, erano tanti i Paesi dove stavamo approfondendo rapporti lavorativi. Soligo? Evans stava acquisendo l’esperienza necessaria per portare avanti il lavoro, stava formando le competenze, ora ovviamente lo fa da casa studiando le altre lingue (fondamentali in questo campo) e portando avanti idee nuove”.