Romero: "A Venezia trovo una famiglia, c'è un gruppo che ha tutto per mantenere la A. Manchester bellissima esperienza"

Conferenza stampa di presentazione per Sergio Romero, nuovo portiere del Venezia arrivato dagli svincolati dopo i sei anni di Manchester United.
13.10.2021 15:45 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
Fonte: Giuseppe Malaguti, trascrizione a cura di Davide Marchiol
Romero: "A Venezia trovo una famiglia, c'è un gruppo che ha tutto per mantenere la A. Manchester bellissima esperienza"

Sergio Romero è stato presentato oggi in conferenza stampa, queste le dichiarazioni del nuovo portiere del Venezia.

Cosa ti ha convinto ad accettare la proposta del Venezia?
"Il Venezia da due o tre settimane mi seguiva, mi hanno aspettato abbastanza fino alla mia decisione finale. Al di là di tutto la squadra mi è piaciuto molto, sono giovani, mi sento anche io giovane, c'è un grande club alle spalle, una grande società, penso che con questa squadra qua c'è tutto per rimanere in Serie A".

Come ti senti fisicamente e quanta voglia hai di riconfermarti ai tuoi soliti livelli?
"È la stessa domanda che mi ha fatto il mister ieri, l'anno scorso per me è stato strano, ma mi sono allenato tutto l'anno a Manchester, qualche giorno chiaramente mi allenavo da solo perché la squadra si allenava per la partita. Mi sento molto bene, ho fatto un bel lavoro anche quando sono tornato in Argentina, ho avuto due mesi per preparare il mio arrivo in un club, voglio far vedere di essere lo stesso Sergio che è arrivato a Genova prima e a Manchester poi".

Ti mancava l'Italia?
"Tanto, dopo sei anni in Inghilterra io e mia moglie volevamo tornare in Italia, per quello abbiamo preso tempo prima di accettare una proposta, in Italia le abitudini sono più simili alle nostre".

Che Serie A ritrovi dopo il tuo trasferimento in Inghilterra?
"Sono partito sei anni fa, però non ho mai smesso di seguire l'Italia, ho visto in questi anni i campionati e le partite della A. Il livello si è alzato, la Juventus, l'Inter e il Milan hanno fatto vedere tanto, facendo annate molto positive. Hanno riportato il calcio italiano a un certo livello, mi aspetto che il mio ritorno aiuti il Venezia a restare in A. C'è una squadra giovane e di talento, abbiamo il nostro percorso da fare per restare in A, ma dobbiamo toglierci velocemente il pensiero salvezza per magari arrivare a metà classifica che dev'essere il nostro obiettivo".

Com'è il passaggio da un top club come lo United al Venezia che lotta per salvarsi?
"Qua siamo una famiglia, è quella la prima cosa che mi ha portato qua, come quando sono andato alla Sampdoria, quando parlai con Garrone mi fece vedere che era una famiglia. Qua vedo la stessa cosa. Ho parlato con il direttore, abbiamo visto che questa non è solo un'azienda ma una famiglia, i ragazzi in campo si aiutano tanto tra di loro. Lo United è uno dei club più grandi del mondo, lo conosciamo, ma sono convinto che il Venezia abbia le carte in regola per fare bene".

Che cosa ti rimane dell'esperienza al Mondiale in Brasile?
"Quel Mondiale lì è stato ciò che cercavamo da un po', ovvero riportare l'Argentina in cima al mondo, volevamo arrivare fino in fondo, avevamo capito subito che la squadra c'era, il gruppo era unito. La finale l'abbiamo trovata, purtroppo lì ci è mancato qualcosina ai supplementari, ma è stato l'inizio di quanto sta accadendo adesso, una squadra di giovani con uno come Messi che sta trainando gli altri. Per me tutto è iniziato nel 2014 e speriamo che l'Argentina l'anno prossimo in Qatar arrivi a quell'obiettivo che noi abbiamo solo sfiorato. Questo è il calcio, ai rigori forse avremmo avuto qualche chance in più, ma deve vincere uno e ci sono riusciti loro".

Per il ds Collauto, che scelte verranno fatte ora per la questione lista?
"Naturalmente della lista ne stiamo ancora discutendo, a breve prenderemo una decisione. Vorrei arrivare al perché siamo andati a prendere Sergio, che è la cosa più importante. La scelta è stata fatta in base anche alle condizioni dei nostri portieri. Maenpaa ha avuto una lombalgia che lo ha tenuto fuori dal campo per un po', è tornato, stava meglio, poi ha avuto una ricaduta, è ritornato, ma qualche pensiero ce l'ha fatto fare. Lezzerini ha avuto il problema al ginocchio, ora ha una lombosciatalgia che non sappiamo se possa essere trattata in un certo modo o se ci sarà bisogno di un intervento. Quindi abbiamo ritenuto opportuno prendere un portiere. Abbiamo "osato" (ride ndr) chiedere a Romero se gli facesse piacere fare un salto a Venezia e lui ha accettato. Credo arrivi in un gruppo che non ha bisogno di inserirsi, il nostro è un gruppo importante e che avete conosciuto l'anno scorso, ha determinati valori e facilita l'inserimento dei nuovi. Abbiamo un giocatore importantissimo in più e siamo contenti".

Sei passato alla storia per i rigori parati e i famosi "bigliettini", stai già studiando gli attaccanti della Fiorentina per magari farti trovare già pronto se dovesse esserci un rigore contro?
"Non ho mai smesso di seguire il campionato italiano, ma per giocare già con la Fiorentina dovrà parlare l'allenatore, ieri ho fatto il mio primo allenamento e mi sono sentito bene, come ho detto prima ho trovato un grande gruppo, con giovani che hanno tanta voglia. Ho fatto capire al tecnico che posso esserci già per lunedì e non per passeggiare per Venezia, ma ovviamente l'ultima decisione spetta al mister, sono a disposizione sua e del suo staff. Per quanto riguarda i rigori in Argentina avevamo un grande preparatori dei portieri, c'erano anche Andujar e Orion e avevamo fatto uno studio importante sui rigori. Il primo rigore l'ho parato grazie alla mia esperienza, avevo giocato spesso contro Vlaar e sapevo come calciava, per quanto riguarda il bigliettino era un pensiero di mia moglie, non c'entrava nulla con i calciatori dell'Olanda, non ho mai avuto un foglio che mi dicesse dove calciano gli avversari. Vado seguendo la sensazione".

Da dove arrivano le tue origini italiane? Hai mai pensato di giocare a basket come i tuoi fratelli?
"I miei nonni sono della zona di Varese. Sì ho pensato di giocare a basket, quando sono andato in Argentina per crescere come calciatore mi ha telefonato mio padre per dirmi che la società di mio fratello voleva anche me. Però avevo preso la mia decisione di giocare a calcio e fare il portiere. E' rimasto un hobby".

Senti già che la tua esperienza internazionale possa aiutare il gruppo?
"Ci sono tanti giovani con voglia in questa squadra, anche se il capitano probabilmente è più vecchio di me. Cercherò di essere un ragazzo che arriva per fare del suo meglio e per remare insieme agli altri nella stessa direzione, vogliamo fare il meglio per il Venezia e subito, senza arrivare a fine stagione e vedere se siamo salvi. Vogliamo goderci la Serie A, non soffrirla, penso che abbiamo la squadra e i giocatori per fare bene".

Per il ds Collauto, è stata una trattiva complicata?
"Ogni trattativa ha la sua storia, dipende anche da chi hai di fronte, come ho detto prima il tutto è nato da un'esigenza dovuta agli infortuni. Ne abbiamo parlato in società, il presidente ci ha dato l'input per andare avanti nella trattativa. Con Sergio la cosa è stata naturale, ci siamo incontrati, ci siamo trovati e ora è qua. Vogliamo goderci lui, i ragazzi e la A, il ragazzo ha detto la cosa giusta, non vogliamo soffrire il campionato. I ragazzi hanno già dimostrato di voler giocare a viso aperto tutte le gare per arrivare a un obiettivo che sono sicuro sia raggiungibile".

La maggior parte delle persone sogna di fare una gita a Venezia, tu ci arrivi grazie al lavoro, come vedevi la città da fuori prima di oggi?
"Questa è la settima volta che io e mia moglie veniamo a Venezia, a mia moglie piace molto, abbiamo anche qualche amico qua. Al di là di tutto mia moglie mi ha ricordato quando mi chiese se qui ci fosse una squadra, mi ha anche detto che un giorno magari ci avrei giocato. E' una bella città, magari girare con la barca non sempre è comodissima, ma è una città diversa dalle altre. Dobbiamo ora goderci il calcio, abbiamo la pressione giusta, ogni partita vogliamo giocarla per provare a fare il risultato, la società sa dove vuole arrivare".

Cosa ti è rimasto più dentro dell'esperienza di Manchester?
"Sono sempre stato in squadre di metà classifica, all'AZ ero in una squadra forte, siamo arrivati quarti. Poi sono andato alla Sampdoria, ho fatto la B per tornare in A, l'arrivo a Manchester è stato un grosso cambiamento, è una squadra che ha tutto a disposizione, vedere l'Old Trafford, giocare contro il Tottenham nello stadio pieno e vincere 1-0, è stato qualcosa di incredibile. In quel club però devi anche fare i tre punti tutte le settimane per forza, non devi mai mollare non ho mai mollato, però ho capito che non sei dentro solo a una città ma sei dentro al mondo. C'era poi la storia, perché Ferguson è la storia. Quando cammini per i corridoi vedi tantissimi trofei, quindi il primo pensiero è stato vincere qualcosa, legare il mio nome a un trofeo. La gente allo stadio gridava il mio nome, quella è stata una grande soddisfazione, non sono passato di là per caso, ho fatto il mio, sono rimasti felici e io ho vinto l'Europa League giocando anche la finale. Secondo me qualche tifoso dello United tiferà Venezia, sui social al momento della notizia del mio arrivo in diversi tifosi dello United hanno scritto "forza Venezia". Togliamo l'ultimo anno, che è stato un po' confuso, non so cosa sia successo. per il resto ho fatto bene ad andare là e sono soddisfatto di quanto fatto e dell'esperienza fatta".

Ti manca dunque solo incrociare Mourinho contro la Roma:
"Abbiamo parlato circa un mese fa, abbiamo un bel rapporto, quando siamo stati insieme abbiamo lavorato per fare il meglio per lo United. Ha un'altra grande squadra in mano, lo aspetto a Venezia e dopo la gara ci incontreremo di nuovo come amici".

Per il ds Collauto, la scelta della lista riguarda tutti o solo i portieri?
"Riguarda tutti i senior, dalla lista può uscire chiunque non solo uno dei portieri".

Che numero di maglia hai scelto?
"Ho sempre preso i 22, però è già di un compagno, quindi ho preso la numero 88".

Per la prima volta arriverai in uno stadio su una barca:
"Voglio godermela, è una sensazione unica e un'avventura nuova, ho 34 anni, ho esperienza ma non mollo mai, quindi le cose nuove che arrivano mi affascinano. Voglio fare il meglio per tutti noi, abbiamo bisogno di avere la mentalità giusta per ogni gara, ogni partita, vogliamo portare il Venezia il più in alto possibile".