Venezia, Vanoli: "La bellezza è che ci siamo creati una seconda possibilità"

19.05.2024 14:57 di  Flavio Zane   vedi letture
Venezia, Vanoli: "La bellezza è che ci siamo creati una seconda possibilità"

Paolo Vanoli, allenatore del Venezia, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita contro il Palermo, gara valida per la semifinale d’andata dei playoff promozione. Di seguito le parole espresse dal tecnico ai giornalisti presenti in sala.

Tutti gli effettivi sono a disposizione? Come hai visto i ragazzi?

Stiamo tutti bene, mancano sono gli squalificati Altare e Mike (Ellertsson ndr) che verranno via con noi. Non saranno aggregati giocati dalla Primavera, che ha giocato ieri. Mi è piaciuta molto questa settimana. Abbiamo trasformato la delusione in rabbia. Ho visto voglia. Quello che è successo a Spezia fa parte di una crescita. Dopo la partita ho detto ai ragazzi che non avevo niente da dire perché sono momenti che ognuno deve capire. Siamo stati talmente bravi il piano B, che tutte le esperienze che abbiamo vissuto, sia nella prima che nella seconda parte, le dobbiamo racimolare e fare nostre per questi playoff.

Come si affronta una squadra come il Palermo?

Bisogna cancellare quello che è successo in campionato contro di noi. I playoff, nonostante sei arrivato avanti di tanto, danno un'altra possibilità. Il Palermo è completamente un'altra squadra da quella incontrata l’ultima volta. Sono completamente un'altra squadra e hanno completamente un'altra atmosfera. Gli abbiamo trovati forse in un momento dove non stavano bene non tanto fisicamente ma mentalmente e siamo stati bravi ad approfittarne. Sappiamo benissimo che è una delle rose più importanti per vincere questi playoff. Loro e la Cremonese. Nel percorso del campionato questo non si è visto però, come si è vista l’altra sera (contro la Sampdoria ndr) hanno fatto valere nei campi che rosa hanno. Noi però ci siamo, siamo pronti e dobbiamo essere bravi in tre cose: capire l’atmosfera che ci sarà, tenere dentro quello che abbiamo raccolto durante il campionato, sapendo che siamo una squadra forte, e la lucidità, perché i playoff si giocano in due partite e non in una.

Che spiegazione ti sei dato del secondo tempo contro lo Spezia?

Non c’è mai una verità. Gli ho detto anche ai ragazzi che il giorno dopo mi sono messo a piangere. Perché sono una persona umana ed era un occasione importante. Io però ho una grandissima qualità, girare pagina diventare ancora più forte. Questo è quello che ho detto ai miei ragazzi. Di spiegazioni ce ne possono essere tante. Io penso che ogni giocatore deve trovarsi una spiegazione. Possiamo dire che dopo il primo tempo di cui non sapevamo il risultato, forse ci siamo spaventati per questo sogno. Io penso più questo. Se è così allora forse non siamo arrivati pronti. Ai ragazzi ho detto che forse quello che ci credeva che arrivava questo momento ero soltanto io. Forse perché i giornali parlavano dei playoff, perché a quattro punti di distanza si diceva che non c'era più speranza. Io già allora dicevo che vinciamo questa perché c'è sempre qualche cosa e dobbiamo restare lì. Forse non sono stato bravo a farglielo credere fino in fondo. Però l’aspetto motivazionale si impara sempre. Io l’esordio in Serie A l’ho fatta benissimo, poi alla seconda mi hanno dovuto togliere dopo 45’ minuti perché non stavo più in piedi. La bellezza è che oggi siamo consapevoli di questa delusione che abbiamo trasformato in rabbia. Adesso dobbiamo chiudere quello che abbiamo fatto di straordinario in campionato e adesso ci sono le semifinali e bisogna fare l’ultimo step. A tutti può succedere di perdere, come per esempio è successo ad Ancelotti a Istanbul o quando l’Inter ha perso contro la Lazio il campionato. Alla fine è inutile cercare tanti capri espiatori che non ci sono. Ora bisogna essere lucidi e sereni. La fortuna è che si è chiusa una cosa, considerando che il campionato si è chiuso. La bellezza di oggi è che ci siamo creati la seconda opportunità e dobbiamo dare il 200%.

Le lacrime come le hai vissute?

Nel mio angolino. A volte si è umani e dici che magari si poteva dare qualcosa di più a questi ragazzi.

Ti sei rimproverato qualcosa?

Sono abituato a guardarmi dentro. Ho pensato a cosa avrei potuto fare di più. Forse al primo tempo potevo dirgli del risultato e non gliel'ho detto. Sono tante cose. Però a Palermo la voce dell’allenatore non arriverà e starà a loro dimostrare che sono diventati uomini, giocatori vero e che ci credono. Io sono convinto di questo.

Come hai vissuto le voci di mercato su di te e i giocatori?

E' giustissimo. Capisco che faccia parte del gioco ma è giusto che una società intervenga. Sono pienamente d’accordo su quello che ha detto il presidente e il direttore. Che sia Vanoli, Tessmann o Pohjanpalo, oggi siamo esclusivamente concentrati sull’obiettivo. Non so quello che succederà domani e non mi importa niente. Ha fatto benissimo la società. Dall’altra parte dico, a volte, soprattutto sui giornali nostri non è una cosa bella mentre ci stiamo giocando qualcosa di importante però capisco sia il loro lavoro. Poi succederà quello che succederà. Quando eravamo ultimi in classifica non pensavamo di andare ai playoff, quando abbiamo iniziato questa stagione non pensavamo di giocarci negli ultimi 45' minuti la Serie A. Ora la bellezza è che ci crediamo tutti insieme.

Ti aspetti la stessa fisionomia del Palermo che si è vista con la Sampdoria?

Penso di sì. Quella era però una partita secca, questa si gioca nei centottanta minuti. Sicuramente hanno la qualità nei cambi, soprattutto a metà campo. Possono fare la mezzala con Insigne nel 3-4-3, possono farla anche con tre centrocampisti. L’allenatore gli ha dato un atteggiamento e delle certezze. Poi cambieranno le caratteristiche dei giocatori perché hanno giocatori polivalenti come Ranocchia, Gomez, Di Francesco a fianco di Brunori. Hanno tanta scelta. Diakitè, che aveva già fatto vedere con la Ternana. Il Palermo ha operato quest'anno con giocatori di grande qualità. Il cammino del Palermo è anche un po' la storia del Venezia che sono sempre lì ai playoff. Queste sono partite belle. Bisogna viverle, andando lì consapevoli che siamo a fine campionato e abbiamo dimostrato di essere una squadra forte. Lo dobbiamo dimostrare questo sapendo che è un torneo e c'è andata e ritorno.

Lo avete dimostrato chiudendo con quindici punti in più di loro?

E’ il bello del calcio. E' quello che sto insegnando ai giocatori, cioè che c’è sempre un esame e bisogna sempre dimostrare. Se mi conquisto il posto devo essere bravo a tenerlo. Quando lo tengo mi devo migliorare per vincere. Quando vinco, devo cercare di vincere di più. E’ questa la cosa bella. Io non voglio sentire il "bravo", quello lo teniamo per dopo. Abbiamo fatto un buonissimo campionato che non è bastato per vincere. Se una società e un giocatore è ambizioso deve provare. Poi dobbiamo fare i complimenti allo Spezia che è stato più bravo nel secondo tempo, ci ha aggredito e noi non abbiamo saputo reagire. Sono tutte cose che si pensano e magari la prossima volta saremo noi a essere così.

Rispetto ai playoff dell'anno scorso, qual è l'aspetto in cui siete cresciuti maggiormente?

Oggi siamo consapevoli delle nostre forze. Lo abbiamo dimostrato in campionato. Oggi la Sampdoria era un po' come noi l’anno scorso. Siamo arrivati tirati, nonostante si dica che quella dietro arrivi più slanciata. L’anno scorso i playoff gli abbiamo assaggiati e ci abbiamo provato non avendo niente da perdere. Quest’anno ritornano in ballo squadre importanti come Cremonese, Palermo e Catanzaro.