Vanoli: "Sputeremo sangue per arrivare all'obiettivo, con il Como un'altra partita importante"

31.03.2023 12:56 di Davide Marchiol Twitter:    vedi letture
Vanoli: "Sputeremo sangue per arrivare all'obiettivo, con il Como un'altra partita importante"

Mister Paolo Vanoli ha parlato in conferenza stampa in vista della sfida del Venezia contro il Como, queste le sue parole.

All’andata con il Como la partita forse più brutta dell’anno per il Venezia:

“Da quella partita famosa ci sono state tante cose, quando sono arrivato io è cambiata, poi a gennaio, poi ancora per inserire i nuovi, ma in queste evoluzioni c’è sempre stata una crescita mentale e di gruppo. Su questo aspetto devo dire che questa è una squadra completamente diversa che ha capito l’obiettivo, è concentrata sull’obiettivo, sa sacrificarsi, cosa che prima non faceva, e sa che non serve essere sempre belli per arrivare a punti. Questa è la differenza più netta. A parte i nazionali che sono stati via abbiamo lavorato molto bene, i ragazzi stanno dando il massimo e sono felice di queste ultime settimane che ci porteranno a fine campionato”.

Emozioni nel ritrovare Fabregas?

“Sono stato onorato e ho avuto la fortuna di allenarlo, l’onore è tutto mio, parliamo di un campione, che ha vinto tanto, ha una mentalità vincente e quando sono arrivato al Chelsea in generale tutti e in particolare gli spagnoli mi hanno impressionato per mentalità, avevano una qualità tecnica e mentale impressionante, me lo ricorderò sempre perché quando sono arrivato io giocava poco, ma ogni allenamento, nonostante si chiamasse Fabregas, ha voluto dimostrare all’allenatore che stava sbagliando a lasciarlo fuori e Conte dopo non lo ha più lasciato fuori. Ai centrocampisti tante volte faccio vedere i suoi movimenti perché lui continua a guardarsi intorno e a capire la situazione oltre a essere bravissimo a verticalizzare”.

Il Como nelle ultime settimane sta facendo capire il suo valore:

“Hanno trovato la quadra, con un rendimento importante e dei giocatori importante, sono giocatori di struttura e di Serie B, davanti e dietro sono una squadra completa, non a caso sono arrivati questi risultati nonostante la partenza non ottima. Noi siamo invece completamente un’altra squadra, non possiamo paragonarci all’andata, siamo giovani, intraprendenti e dovremo essere umili nel capire che gli altri hanno qualcosa in più di noi, come era l’Ascoli, che è una squadra che può pensare di fare qualcosa in più di noi, ma siamo stati bravi a sacrificarci e a uscire con una bella vittoria. Questo dobbiamo essere. Domani non ci aspetterà una bella partita, più andiamo avanti più i punti pesano, chiediamo una mano ai nostri tifosi e dobbiamo essere consapevoli che anche senza essere belli possiamo vincere, dobbiamo essere squadra”.

Con sabato farai sostanzialmente un girone alla guida del Venezia, un bilancio?

“Quello che mi inorgoglisce fino ad oggi è che si sta tentando di dare una linea insieme al direttore di professionalità, cambiare e dare una mentalità, voi sapete che nel dare una mentalità non si finisce oggi, sono orgoglioso e a volte purtroppo a volte mi ritengono fin troppo puntiglioso in tutte le situazioni, ma penso che un tecnico debba essere anche un manager, capire cosa vuol dire essere in una società, in un club, sto facendo quello che faccio per il bene della società, poi si può sbagliare e devo pensare a fare l’allenatore, ma sono orgoglioso anche di quelle cose che magari da fuori non si vedono. Sono orgoglioso dei miei giovani, che danno entusiasmo e fame, penso che la gente preferisca vedere un giovane che cresce. Mi dispiace per Jajalo, perché stava facendo capire dove poteva andare questo gruppo, dopo l’infortunio però avete visto Tessmann andare in gol. In tante cose magari vengo odiato anche dai dipendenti, ma prendo tanto da me, dai ragazzi, dal mio staff e da quello che è intorno a noi. A volte mi arrabbio quando mi dicono i ragazzi che mi devono dare tutto, non devono dare tutto a me, devono dare tutto al club. In questo processo ci sono passi avanti, una squadra che lotta e che cerca e ne sono orgoglioso, poi dobbiamo essere bravi a capire anche la situazione a capire cos’è successo e da dove arriviamo, quando sono arrivato ho parlato di salvezza e subito qualcuno invece parlava di vincerne una e andare ai playoff, chi era dentro invece ha capito subito. Più di qualcuno non è ancora conscio di ciò che dobbiamo raggiungere, a volte si diventa eroi in cinque minuti, Novakovich come è entrato con l’Ascoli, Johnsen come è entrato con l’Ascoli, sono ragazzi che possono cambiare la marcia ed è una fortuna averli. Ma devono farlo per il club non per me, sputeremo sangue per l’obiettivo come ad Ascoli e già domani c’è un’altra partita importante. Poi siamo valutati per i risultati e io lo so, ma nella mia testa quando alleno un club voglio uscirne a testa alta e lasciare qualcosa di importante, a Venezia voglio lasciare qualcosa di importante, non solo il risultato”.

Nessuna delle squadre che lottano per salvarsi ha un Pohjanpalo:

“Questa squadra qua siamo per dati statistici la seconda squadra in B per azioni su palla manovrata dopo il Frosinone, questo fa capire che tutti hanno l’opportunità di fare gol. Poi il miglioramento passa nella volontà individuale di voler far gol, questa è la differenza. Pohjanpalo è un bomber, ma le occasioni le hanno avute Novakovich, Tessmann, Johnsen, Pierini, tutti, in questo cerco qualcosa in più da loro. Come tutte le cose ci vuole tempo e ad oggi so che ce n’è poco, ma serve tempo per trasferire una mentalità vincente”.

Infermeria?

“Maenpaa è out ma rientra settimana prossima, così come Busio. Pierini ha avuto la febbre ma è recuperato, oggi si è allenato. Modolo è rientrato bene nel gruppo, ha avuto una settimana importante, ha avuto nel fine settimana la febbre e non ha potuto partecipare all’amichevole, ma ha lavorato bene”.