Venezia-Monza 2-0, UP&DOWN degli arancioneroverdi
Il Venezia si aggiudica la sfida di vertice della sedicesima giornata di Serie B, battendo il Monza e interrompendo a dieci risultati utili consecutivi la serie di risultati utili consecutivi della squadra brianzola seconda forza del campionato, ora a sole due lunghezze di distanza. A decidere l’incontro a favore degli arancioneroverdi sono le reti al 49’ minuto di Kike Perez e al 56’ minuto, su calcio di rigore, di Adorante.
UP
3) BUSIO
Nella sua storia con il Venezia, il centrocampista americano si è fatto apprezzare in particolar modo come mezzala, con il suo apice raggiunto probabilmente nello schieramento degli arancioneroverdi in mano a mister Vanoli in Serie B nella stagione 2023/24. In tale ruolo e compiti simili, con impatto magari non altrettanto preponderante, ha iniziato la stagione per poi, più per necessità a causa della prolungata assenza di Duncan, ad adoperarsi nel ruolo di play della squadra. Quando alla vigilia del match contro il Monza in conferenza stampa, senza entrare nel merito delle disquisizioni tecniche, mister Stroppa ha spiegato come questo ruolo esaltasse ancor più le sue qualità, qualche dubbio poteva ancora non essere stato completamente dissolto, cosa che invece la prova contro la compagine brianzola ha effettivamente fatto.
In quella che può essere considerata di fatto una prova del nove per lui e per la squadra, Busio ha ancora una volta messo in campo tutta la sua sapienza tattica maturata in particolar modo in oltre quattro anni in maglia arancioneroverde, abbinandolo alle sue qualità di lottatore in ogni zona del campo, ma anche di giocatore capace di impostare, così come di proporsi offensivamente. Tali aspetti lo hanno reso molto appariscente nella prima frazione di gara, tra palloni recuperati e lavorati per i compagni, e molto mobile nello svariare nel fronte avversario, tornando nel più circoscritto e fondamentale ruolo di play nella ripresa, a protezione e conduzione della squadra. In poche parole, una prova personale totalizzante da incorniciare che consolida forse definitivamente il suo ruolo e la sua importanza nell'economia e nel gioco della squadra.
2) SVOBODA
Se potessimo tornare a due stagioni fa, con un ipotetica macchina del tempo, in una delle conferenze stampa dell'allora allenatore del Venezia, Paolo Vanoli, risuonerebbero in un certo modo profetiche le sue parole sull'attuale capitano della squadra. Infatti, al tempo, il tecnico condottiero dell'ultima promozione in Serie A degli arancioneroverdi, spronava un giocatore dalle grandi qualità, "arrabbiandosi" per una continuità messa in discussione da una concentrazione non sempre perfetta, quanto la personale fame di successo sportivo. Ebbene, tornando al presente, nella festa che segue il successo nel big match contro il Monza, sembrerebbe quasi di parlare di un giocatore differente.
Infatti, rispetto a quel tempo, oggi Svoboda è sì lo stesso giocatore capace di esaltare il suo pubblico con giocate "sporche" ed efficace, vincendo duelli e conducendo la squadra anche con efficaci azioni personali, ma è anche un giocatore che finalmente, da tempo, riesce ad abbinare tutto questo a una concentrazione da cui, appunto, trasuda una positiva voracità di incidere e lasciare il segno in partita, quanto probabilmente nella storia di questa squadra. Proprio colui su di cui, gli addetti ai lavori si interrogavano sugli stimoli, con la fascia da capitano al braccio si è esaltato, divenendo tra i principali condottieri del gruppo, se non il principale. Una grande soddisfazione per un giocatore che pare in questo modo aver trovato compiutezza e dimensione, nell'augurio che possa proseguire a lungo su questa strada.
1) KIKE PEREZ
Sebbene può risultare scontato, così come la scelta di attribuirli la palma di migliore in campo, il centrocampista spagnolo è oggi la rappresentazione perfetta dell'immagine del Venezia di mister Stroppa. Questo perché, Kike Perez incarna più di tutti la bontà del gioco arioso della squadra, le giocate, ma anche l'intelligenza e la capacità di interpretare la partita in corso d'opera. Apprezzamenti che si sprecano, ma che sono autentici per un giocatore che, ai nastri di partenza, non era decantato totalmente come magari potevano esserlo altri elementi considerati lusso della categoria e oggi comparse in altri lidi e categorie.
In questa stagione, Kike Perez si è preso il Venezia, seppur magari non immediatamente, esattamente come avvenuto contro il Monza. Dapprima, con gli avversari pronti ad azzannare l'incontro, ha preso le chiavi della squadra in mano, supportando i suoi nella propria trequarti, come un "falso" play, pronto a distribuire palloni con pochi tocchi, sfruttando la sua qualità tecnica sopraffina e visione di gioco in giocate rapide e veloci a uno o due tocchi. E' in questa fase che il giocatore ha fortemente contribuito a invertire velocemente il canovaccio della partita, conducendo insieme a Busio e Svoboda su tutti a prendere le redini del match e poi, nella ripresa, a diventare protagonista indiscusso del match.
Senza troppi complimenti, il centrocampista spagnolo ha colpito per l'1-0, avvalendosi dell'errore indotti di Carboni, provocato dalla pressione di Yeboah, e approfittando bene quanto Hainaut precedentemente nel servizio, per battere Thiam. L'entusiasmo creato dal suo gol, come spesso accade, ha portato rinnovata e positiva veemenza che, invece come a volte non sopravviene, è stato ben indirizzata sia nel mantenere alta l'attenzione, sia nel colpire subito e nuovamente, sempre con Kike Perez protagonista in diverse azioni. Infatti, è in uno dei suoi servizi che arriva il pallone in area a Yeboah, poi abbattuto da Carboni per il fallo da penalty, così come è suo il pallone che si stampa sul montante evitando un terzo gol nel breve giro di posta. La partita dell'ex Valladolid prosegue poi con la stessa intensità e qualità sino al termine del match, diventando spauracchio per il Monza, esattamente come accaduto già numerose vole in questa prima fetta di stagione per altre avversarie.
DOWN
NESSUNO
Nella partita contro il Monza si possono sostanzialmente dividere i giocatori in due gruppi suddivisi. Nel primo, forse quello più numeroso, c'è chi ha abbagliato mentre, nel secondo, troviamo coloro che, magari in maniera meno appariscente, hanno accompagnato adeguatamente, con diligenza, ordine tattico e pulizia tecnica. E' sicuramente il caso di Bjarkason che, differentemente rispetto ad Avellino, ha visto crescere il suo rendimento senza concedere nulla, e lo è ancor più per Doumbia, solito stantuffo che poi, quando gli spazi si aprono, è stato pronto ad esaltare le sue qualità atletiche e di corsa.
Attento è stato anche Stankovic il quale, in un certo modo, nonostante un avversario tenace e alla ricerca perpetua della pericolosità, è poi concretamente riuscito solo in un paio di occasioni a localizzare la porta, con appunto un paio di interventi del portiere del Venezia forse anche più semplici di quelli ravvicinati contro l'Avellino. Infine, discreto anche l'apporto dei cambi, i primi solo a poco più di quindici minuti dalla fine della partita, per la scelta del tecnico di non intaccare una macchina fino a quel bel momento ben oliata e in piena funzione.


