Il VeneziaMestre non può essere questo

03.09.2022 16:19 di Manuel Listuzzi   vedi letture
Il VeneziaMestre non può essere questo

Imbarazzante. Sconcertante. Un’umiliazione che non ho provato nemmeno in serie a quando venivamo presi a pallonate dagli squadroni nazionali. Una pochezza di idee, di voglia, di spirito che lascia esterrefatti. In questo limbo tra frustrazione e speranza, in cui per forza di cose bisogna concedere tempo a mister e ragazzi di trovare un minimo di amalgama, non si possono ignorare i segnali che narrano dell’ennesimo disastro sportivo che si sta compiendo in laguna. In effetti non era veramente un’impresa così complicata prevedere come un manipolo di ragazzi pescati in ogni angolo d’Europa e con nessuna conoscenza del torneo cadetto e del Belpaese in generale potessero avere delle difficoltà, speriamo solo “d’ambientamento”, nell’approccio ad un calcio così diverso e fisico. Ma di sicuro non ci aspettavamo di trovarci così indietro da ogni punto la si voglia guardare, sia dentro che fuori dal terreno di gioco. Una società sempre più assente e distante, un mercato in linea con l’apocalisse della stagione 21-22, un pubblico che ha dimenticato in fretta cosa significhi stringersi attorno alla propria squadra, nel bene e nel male. Ma la sensazione è che anche questa volta di autocritiche se ne vedranno col contagocce, con la differenza che son rimasti in pochi quelli a cui dare tutte le responsabilità in questo caso.. 

Ma nell’insensata voglia, o necessità, di ottimismo proviamo ad affrontare il disastro odierno come una tappa sul percorso di crescita, come una caduta dal quale rialzarsi più forti, come una lezione per raddrizzare tiro e stagione. Appare evidente però come questo VeneziaMestre non abbia ancora minimante trovato una sua dimensione tattica, con un centrocampo etereo e sconnesso, alla continua ricerca della punta quasi mai innescata con i giusti tempi e la necessaria qualità. Le fasce bloccate, di conseguenza, non avevano mai l’armonia per accompagnare l’azione, riducendo al minimo il numero di uomini in fase offensiva. Gli esterni d’attacco totalmente fuori dal match hanno poi dato il colpo di grazia ad una manovra farraginosa e disequilibrata, mentre gli ospiti imponevano con facilità il loro calcio fatto di corsa e linee verticali. Le mezzali a piede invertito non sembrano essere una soluzione adatta ad un reparto su cui francamente c’è da lavorare giorno e notte. Sui singoli è invece complicato dare un giudizio obiettivo, considerata la pochezza di tutti gli effettivi, ma è evidente come da Ceccawall e Crngoj ci si aspetti decisamente maggior concentrazione e determinazione, non fosse altro per quel minimo di orgoglio che dovrebbero dimostrare dopo l’incubo dell’anno passato.

In conclusione non ci resta che sperare di aver vissuto un sogno devastante, uno di quei sogni in cui ci si sveglia avendo chiaro in testa il messaggio subliminale che doveva arrivarci dal viaggio onirico, una sorta di profezia su ciò che non si deve mai più vedere su un terreno di gioco, con questa maglia sulle spalle. Nell’illusione che qualcuno, prima o poi, ci metta veramente la faccia. 

Avanti Unione.