Venezia, svolta Svoboda: da incognita a nuova risorsa
Tra le fila del Venezia, esiste una piccola cerchia di calciatori che dall'avvento di Paolo Vanoli alla guida degli arancioneroverdi sono diventati oggetto di pungolamento di quest'ultimo. Il primo di questi è stato sicuramente Dennis Johnsen, di cui l'allenatore ex secondo di Antonio Conte ai tempi dell'Inter, non ha mai smesso di elogiarne le qualità tecniche. Al suo arrivo in laguna, il norvegese aveva già da un pezzo smarrito fiducia e autostima in se stesso: prima in una seconda parte di Serie A negativo fotografico rispetto all'esplosivo avvio, poi con l'avventura di Ivan Javorcic nella prima parte di stagione 2022/23 in Serie B. La svolta è invece storia recente.
Dopo di lui è toccato a quello che rappresenta ad oggi forse il miglior elemento dell'attuale centrocampo del Venezia: stiamo parlando comprensibilmente di Gianluca Busio. L'americano che in Serie A ebbe un primo impatto positivo sui lagunari quasi quanto quello di Magic Johnsen, si è però altrettanto smarrito con il proseguo della stagione in massima categoria. A differenza del norvegese, il giocatore però ha tardato maggiormente a riemergere dai "fondali" del grigiore generale in cui i giocatori della squadra arancioneroverde erano caduti nella scorsa annata. Se paragoniamo la stagione corrente a quella passata, la sensazione è quella di un giocatore che ha probabilmente "sprecato" un anno, affrontando la cadetteria senza l'adeguata motivazione e impegno.
Terzo e ultimo caso è invece quello di Micheal Svoboda, apparentemente molto differente rispetto a quello degli altri due. La carriera del difensore austriaco al Venezia è infatti molto più costante, perpetuata sulla falsa riga del cosiddetto giocatore incostante e "incompiuto". In particolare, per la seconda serie italiana, il giocatore ha mostrato qualità i mezzi tecnici e non solo parsi più che adeguati al contesto. Tale contrapposizione non è passata inosservata a mister Vanoli che, nelle numerose conferenze stampa a partire dalla scorsa stagione, ha sempre incitato e manifestato rispetto per le sue qualità, senza risparmiare qualche paternale bacchettata.
Una sorta di "bastone e carota" che, nel finale della scorsa annata, pareva aver ottenuto gli effetti sperati. Questo quando Svoboda parve definitivamente scalzare dai gradi di titolare Luca Ceppitelli al centro del terzetto difensivo arancioneroverde. Nonostante qualche sbavatura, il gigante austriaco aveva talmente convinto tutto l'ambiente da far prendere alla società la decisione di non proporre il rinnovo all'esperto difensore ex capitano del Cagliari. Il Venezia fu sempre più convinto ad affidargli le chiavi della difesa, per costruire una diga impenetrabile coadiuvato da Giorgio Altare e Jay Idzes.
Ma più la fiducia è cieca più un eventuale delusione può diventare assordante. Perché a rompere le uova nel paniere arancioneroverde ci ha pensato lo stesso Svoboda. Parafrasando e sintetizzando i numerosi interventi dell'allenatore del Venezia in questa prima metà di stagione corrente su suo conto, avrebbe pigramente sottovalutato il dolore al tendine che lo affliggeva già da diverso tempo prima della conclusione della precedente Serie B.
Vanoli si è fidato del suo "figliol prodigo", tanto da rimanere amaramente sorpreso quando, nel ritiro di luglio, questi si è presentato da infortunato. Il tecnico, che con Svoboda aveva pensato di aver fatto da buon motivatore, ha dovuto fare i conti con la realtà. Nelle conferenze stampa, Vanoli ha fatto fatica a nascondere la delusione di aver perso per mesi una delle pedine considerate cardine per le sue strategie di gioco. Al punto tale che, dalle parti della laguna, anche le voci di un possibile addio hanno cominciato a farsi più insistenti.
E invece, se per mesi del giocatore si era persa quasi ogni traccia, con un recupero che pareva procedere fiaccamente, nel momento più complicato dell'attuale annata arancioneroverde, ecco che Michael Svoboda ricompariva dalla porta arancioneroverde come un angelo di luce. In un momento dove la dea bendata pareva avesse voltato le spalle alla salute fisica dei difensori della rosa del Venezia, al punto da costringere mister Vanoli a far debuttare tra i professionisti il giovanissimo Lorenzo Busato, si ripresentava il giocatore di cui si erano quasi perse le speranze, in uno stato di forma per di più tutt'altro che scadente.
Come quasi intuendo il momento di necessità, Svoboda ha avuto il merito di farsi trovare pronto e tirato a lucido alla corte di mister Vanoli. Con l'ultima buona notizia in ordine di tempo, il rientro progressivo di Idzes, ecco che il Venezia ritroverebbe il sereno dopo la tempesta con una rinnovata varietà in reparto. Al punto tale che, nelle idee per l'ultimo terzo di campionato e forse qualcosa di più, gli arancioneroverdi possano nuovamente riproporre quel sistema di difesa a tre, ossatura dello spumeggiante gioco ammirato negli ultimi mesi della scorsa stagione.