Venezia-Sampdoria 5-3: TOP&FLOP degli arancioneroverdi

Il Venezia fa, disfa, ma alla fine torna al meritato successo contro una Sampdoria rimaneggiata a causa di una lunga serie di infortuni. Dopo quattro partite senza vittorie, gli arancioneroverdi ritrovano prima di tutto l'intensità di gioco che tanto era mancata nell'ultimo mese, ma non la solidità che aveva contraddistinto la squadra nei primi mesi di questa stagione. Infatti, la banda Vanoli ha più che altro ricordato l'euforica squadra del finale della scorsa stagione: insaziabile in fase offensiva ma ingenua e disattenta in quella difensiva. Contro i blucerchiati tanto è però bastato per portare a casa l'intera posta in palio.
La partita tra Venezia e Sampdoria può essere idealmente suddivisa in due tronconi che quasi coincidono con il duplice fischio del direttore di gara: quella prima e dopo l'espulsione del sampdoriano Benedetti all 44' minuto. Lo stesso giocatore che, alla mezz'ora, aveva scompigliato le carte degli arancioneroverdi approfittando di una dormita in disimpegno della squadra di Vanoli e trovando il primo pareggio della gara. Nella prima frazione, le due squadre si erano date battaglie a buoni ritmi, ma a emergere nei duelli difensivi e a centrocampo era stato principalmente il Venezia che due volte con Pohjanpalo trovava la via della rete, prima grazie a un azione caparbia di Pierini, poi su trasformazione di un calcio di rigore, sempre scaturito da un bel passaggio di Pierini per uno Johnsen poi steso in area.
Nella ripresa gli arancioneroverdi riescono ad approfittare della superiorità numerica e mettere idealmente il match in discesa grazie al tris di Pohjanpalo al 58' il quale, con una splendida incornata, sfruttava la discesa e il conseguente cross di Johnsen. Partita finita? Nulla di più sbagliato. Due clamorose incomprensioni difensive tra Altare e Joronen permettono prima a De Luca di accorciare con una splendida palombella al 65', poi a De Paoli di appoggiare di testa in rete 6' minuti dopo. Il Venezia ha però il merito di non lasciarsi tramortire dal secondo pareggio della Samp e con caparbietà trova il gol vincente di Busio dopo altri 3' minuti di gara. Infine, dopo soli altri 2' minuti, Ellertsson risolve un batti e ribatti in area di rigore infilando il 5-3 e chiudendo i pazzi 10 minuti con un totale di 4' gol.
TOP
3) JOHNSEN
Nel'arco del primo tempo, il norvegese alterna giocate di alta scuola a passaggi e rifiniture imprecise, ma ha il merito di guadagnarsi il penalty del secondo vantaggio arancioneroverde. Nella ripresa è probabilmente il giocatore che maggiormente sfrutta al meglio lo spazio in più dovuto all'inferiorità numerica degli avversari, dispensando cross e filtranti a ripetizioni. Uno di questi trova la testa di Pohjanpalo per la rete del 3-1; un altro, seppure non gli entrerà a referto, è lavorato con tenacia da Busio, il quale alla fine riuscirà a realizzare la rete del decisivo gol del 4-3.
2) BUSIO
Oltre che la sopracitata rete del quarto gol del Venezia, Busio mette in mostra una performance da grandissimo giocatore. In particolare nel primo tempo, l'americano si eleva per il numero di palloni recuperati, lavorati e serviti ottimamente per i compagni, risultando l'assoluto padrone del centrocampo nelle fasi nelle quali il ritmo di gara è più elevato. Nella ripresa, la superiorità numerica gli permette di guadagnare ulteriori metri in campo, risultando spesso il giocatore più spesso chiamato in causa per rifinire la giocata o tentare il contro assist. Il gol è il giusto premio per una prestazione di spessore.
1) POHJANPALO
Cosa si può aggiungere ancora di più per elogiare il cannoniere degli arancioneroverdi? Pohjanpalo sigla tre gol, completamente differenti l'uno dall'altro e che ne sintetizzano tutte le qualità da cosiddetto attaccante completo. Il primo gol è una lode al tempismo, ma soprattutto al fiuto del gol di un attaccante capace di segnare un gol da breve distanza ma tutt'altro che facile e banale. Un tacco sporco, brutto e bello allo stesso tempo, ma soprattutto fondamentale per il risultato. Il secondo gol è un penalty scagliato in rete di tutta forza di fronte a un portiere che ne può solamente limitarsi a intuirne la direzione dopo aver cercato di distrarlo durante la battuta.
Dopo il tacco e il destro su rigore, Pohjanpalo realizza il terzo gol con un altra specialità del suo repertorio, ovvero il colpo di testa, insaccando con una girata volante il delizioso cross di Johnsen. Inoltre, partecipa anche alla rete del quinto gol, recuperando un pallone che calciato in girata finirà su un difensore e in seguito sui piedi di Ellertsson che infilerà il definitivo 5-3. La sensazione è che la tendinite che lo aveva afflitto sia decisamente alle spalle.
FLOP
3) CANDELA
Se il centrocampo e l'attacco arancioneroverde hanno dato grandissimi segnali di ripresa contro la Sampdoria, discorso a parte va fatto per la retroguardia. Se Zampano è sembrato almeno il solito giocatore effervescente almeno fino agli ultimi 30 metri di campo, non si può dire lo stesso per Candela. Il terzino destro del Venezia parte pure discretamente, mettendo qualche buon servizio in area avversaria come il cross per Altare attorno al 21' minuto.
Alla mezz'ora tiene troppo un pallone sulla trequarti che perde pericolosamente: sarà il preludio per una serie di chiusure tardive che porterà al gol del'1-1 della Sampdoria. Da allora, Candela risulterà molto più abbottonato, anche nel secondo tempo con un uomo in più e agendo più da braccetto che da vero e proprio terzino di spinta. Ciò comporterà a una maggiore attenzione difensiva, senza ulteriori sbavature, ma alla rinuncia quasi totale di sortite offensive.
2) ALTARE
La performance di Altare sarebbe stata tra quelle migliori del Venezia se la partita fosse terminata poco dopo l'ora di gioco anziché fino al 90 minuto. Infatti, fino a quel momento il gigante arancioneroverde aveva disputato la consueta partita di ordine e solidità, risultando pressoché insuperabile ma anche efficace in avanti in occasione dei calci piazzati. Sia in occasione del secondo che del terzo col della Sampdoria, giunti nell'arco di circa 6' minuti di gioco, qualcosa è mancato, vista la gravità delle incertezze che ha visto coinvolti in particolare lui e Joronen.
Lato Altare, sul gol di De Luca sia lui che, in minor misura, Sverko, si fanno trovare poco reattivi sulla chiusura dell'attaccante che poi può approfittare di un Joronen colpevolmente fuori dai pali. Leggermente meno grave l'errore su De Paoli, nel quale Altare interviene con forse troppa leggerezza ma probabilmente considerando che il portiere finlandese sarebbe rimasto comodamente in porta ad aspettare il colpo di testa innocuo in sua direzione. Senza dubbio due infortuni che hanno evidenziato poca lucidità nella retroguardia e scarsa comunicazione tra i singoli.
1) JORONEN
Irriconoscibile. Il portiere finlandese è protagonista di una partita non da lui. Per la stragrande totalità della partita, non deve compiere nulla di più che ordinaria amministrazione. Joronen sembra fornire la consueta dose di sicurezza alla squadra, ma se sul primo gol di Benedetti non può nulla, sia sul secondo che specialmente sul terzo gol è protagonista assoluto in negativo. Inspiegabile il posizionamento sul gol di De Luca, così come risulta incomprensibile la scelta di tentare un impossibile anticipo in presa del pallone crossato dalle parti del duo Altare-De Paoli. Una prestazione personale da cancellare immediatamente.