ESCLUSIVA - Benussi: "Dura ripartire, avevamo grande voglia d'aria aperta"

A pochi giorni della ripresa con una Serie BKT rimodellata dopo l’emergenza sanitaria che non è ancora archiviata, ai microfoni di TuttoVeneziaSport.it è intervenuto in esclusiva l’ex portiere veneziano Francesco Benussi. Con l’ex numero 1 di Verona, Torino e Lecce abbiamo disquisito sulla ripresa dei lagunari costretti in questa ripresa post-covid a premere sull’acceleratore per non rischiare un finale di stagione turbolento a poche giornate dal gong finale.
Ciao Francesco, come ha passato questo momento di quarantena e cosa sta facendo in quest’ultimo periodo?
“Abbiamo ripreso le attività con la nostra scuola dei portieri e da quando è finito il lockdown siamo già rientrati in campo facendo un lavoro specifico di gruppo con i portieri rispettando tutti i parametri che ci sono stati richiesti. Abbiamo terminato la stagione e stiamo cercando di recuperare il tempo perso, non vedevamo l’ora di ritornare all’aria aperta."
Come vede la ripresa in Serie B e come immagina la ripartenza del Venezia?
“Sarà una ripresa indecifrabile per tutte le squadre a prescindere dalla classifica. Ci si può aspettare di tutto, i valori tecnici visti durante l’anno è come se fossero azzerati vista anche la condizione fisica e soprattutto quella mentale dopo tre mesi di stop e di allenamenti fatti in casa. Di conseguenza seconda e terza in classifica faranno fatica così come quelli di bassa classifica. Stessa cosa il sarà per il Venezia, la salvezza sarà una corsa molto agguerrita e ci si potrà aspettare di tutto. Quando hai una squadra che ha fatto fatica in casa diventa più complicato, adesso i punti salvezza devono essere fatti al “Penzo” cercando di fare più punti possibile rispetto alle altre in una corsa tutta aperta.”
Cosa ne pensa dell’attuale protocollo della Lega B sui calciatori che risultano positivi?
“Tutte le società devono seguire i protocolli con l’isolamento del singolo calciatore, il Venezia farà come le altre squadre e sabato sarà regolarmente in campo contro il Pordenone. Questa situazione non si può calcolare. La mancanza di questo ragazzo non deve portare a nulla di diverso.”
Da anni lo stadio nuovo è l’argomento principale, cosa vedi quando guardi il “Pierluigi Penzo”?
"Al Penzo tutti noi veneziani siamo molto affezionati, io ancor di più perché ho assaggiato il professionismo per la prima volta proprio lì. Questo stadio per noi evoca grandi ricordi, ovvio che si pensa spesso allo stadio nuovo ma tra l’emergenza sanitaria, tra i cambi di società e con una situazione economica difficile come la nostra cercare di avere delle risposte certe è un po’ complicato. La cosa più importante è mantenere la categoria vivendo alla giornata, fare progetti a lungo termine penso sia difficile in questo momento."
Nell’ultimo periodo anche per colpa di una gestione non sempre chiara si è perso interesse tra i tifosi, qual è la strada per ripartire?
“Il Venezia in questi due anni ha raccolto i frutti, la società ha poche risorse vista anche l’uscita di Tacopina facendo il possibile mantenendo la categoria. Non dimentichiamoci da dove è partito il Venezia qualche anno fa, la squadra sta facendo il massimo con poco budget sfiorando la promozione con i playoff. C’è da migliorare sicuramente il settore giovanile, partire dal vivaio e ritrovare qualche giocatore della zona così che possa far bene in prima squadra creando uno zoccolo duro. Questo per una piccola società è fondamentale o almeno deve provarci.”
Tornando a lei, che futuro immagina?
“Spero nel futuro che si riprenda alla normalità che conosciamo, anche per il calcio che sembra un contorno ma che invece è un tassello fondamentale per l’economia italiana. Sarà un mese e mezzo dove vedremo del calcio diverso, con gli stadi chiusi forse le partite saranno più spettacolari con qualche gol che farà sicuramente bene a tutti. Tutti gli appassionati stanno aspettando questo momento con grande voglia mista a sorpresa e divertimento. Io personalmente mi aspetto qualche partita con tanti gol anche se la ripresa in Coppa Italia è stata diversa da come me la immaginavo. Per quanto mi riguarda sono uno da campo, mi piacerebbe fare il mister dei portieri. La mia scuola portieri mi sta dando tante soddisfazioni, veder crescere da piccoli i ragazzi e riuscire a dargli una mano durante il loro percorso è una soddisfazione. Noi ogni anno riusciamo a mandare uno dei nostri ragazzi in qualche squadra professionista. Adesso siamo alla ricerca di una nostra struttura per rendere il percorso più qualitativo. A breve mi piacerebbe tornare a fare il mister dei portieri con i grandi, ma questi tre anni da quando ho smesso sono stati fondamentali per una riflessione e stare vicino alla mia famiglia.”
Ringraziamo Francesco Benussi per la cortese disponibilità.
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