Tessmann 2.0: il titolare inamovibile di Paolo Vanoli

Nelle ultime partite Tanner Tessmann è diventato una garanzia per il Venezia: la svolta ancora una volta è partita con mister Vanoli
17.05.2023 11:00 di Flavio Zane   vedi letture
Tessmann 2.0: il titolare inamovibile di Paolo Vanoli

Il detto "fare di necessità virtù" si cuce perfettamente sul numero 8 alle spalle di Tanner Tessmann. L'americano, prima oggetto misterioso con Zanetti, poi riserva costosa con Javorcic, è oggi il centrocampista tuttofare di mister Vanoli. Ma per arrivare a diventare il factotum arancioneroverdeTessmann è dovuto passare per un lungo percorso di adattamento, non senza evidenti difficoltà a tratti parse insormontabili.

Il primo passo nel mondo arancioneroverde lo compie il 15 luglio 2021 quando per la prima volta mette piede in Italia. Giunto dal FC DallasTessmann rientra nella lunga schiera di acquisti esotici del Venezia cavallo di ritorno in Serie A. Di lui non si sa praticamente nulla; a differenza del più pubblicizzato connazionale Gianluca Busio, l'arrivo di Tessmann è accolto tra l'indifferenza e la perplessità generale, nonostante su di lui il club lagunare abbia deciso di investire una cifra importante: non i 6 milioni sborsati al Kansas City per il talento "soffiato" all'Inter, ma comunque circa 3,6 milioni di euro.

Chi è Tanner Tessmann? Qual è il suo ruolo? Quali sono i suoi punti di forza? Tutte domande destinate a non trovare risposta neppure dopo una stagione in Serie A sotto la sapiente guida di Paolo Zanetti. Tessmann, è un gigante di 188 cm dal gran fisico. Di lui si sa poco altro. Dopo un paio di apparizioni da subentrante, contro il Genoa mister Zanetti decide di schierarlo titolare per la prima volta: Tessmann non disdegna e regge l'urto, ma non si guadagna nemmeno la conferma nelle partite successive.

Giocherà dal primo minuto altre 4 volte in totale, chiudendo la prima stagione arancioneroverde con un onorevole bottino di 20 presenze, senza gol o assist. Dopo un anno di A, la curiosità su Tessmann si trasforma in una crescente perplessità: il giocatore appare quantomeno non pronto a un palcoscenico così prestigioso, ma forse neppure per qualcosa di meno.

Percezioni che non cambiano nonostante la conferma in Serie B. La permanenza di Tessmann e di altri elementi della rosa pare più legata alle difficoltà di reperire un concreto acquirente più che per la centralità del ragazzo nel progetto tecnico. Nella gestione Javorcic, il ruolo dell'americano appare proprio quello di un gregario anche se, in realtà, i problemi fisici che inficiano la salute dei pochi centrocampisti del Venezia, gli permettono in qualche modo di ritagliarsi sin da subito un buon minutaggio. Occasioni che l'ex Dallas non pare però sfruttare a dovere e che mantengono inalterati i dubbi sulla sua adeguatezza tattica e tecnica per un campionato come quello italiano.

Il primo punto di svolta della stagione di Tessmann arriva finalmente con l'approdo di Paolo Vanoli sulla panchina arancioneroverde. Tra i mantra dell'allenatore ex Spartak Masca di scuola contiana sembra essercene uno in particolare: la presenza in mezzo al campo di un elemento dotato di grande forza fisica, possibilmente accompagnata da buona tecnica. Al Venezia solo due profili paiono corrispondere a tale identikit: Domen Crnigoj e il gigante americano. E quando il primo parte destinazione Salernitana, cresce la fiducia e la centralità del secondo.

Ma il Venezia ha un altro grosso problema che si porta dietro dai tempi della Serie A: l'assenza di un direttore di gioco. Con l'addio di Vacca prima e la spiacevole scoperta dell'inadeguatezza al ruolo di Busio e Andersen poi, il Venezia è costretto a correre ai ripari in fretta e furia. A gennaio, il ds Antonelli pesca e pesca bene: in arancioneroverde arriva Mato Jajalo. E mai scelta sembra essere più azzeccata: con il bosniaco in direzione d’orchestra, la squadra sembra riacquistare idee e fiducia. Lo stesso Tessmann pare rinfrancato nel doversi disimpegnare da quel ruolo affibbiato per assenza di alternative da Vanoli, per potersi esprimere con nuova leggerezza al fianco dell'ex Udinese.

A interrompere la magia però ci pensa la sfortuna, alleata del Venezia per gran parte di questa stagione. A calciomercato chiuso da pochi giorni, Jajalo riceve una botta dietro al ginocchio nel match casalingo contro il Cagliari. La diagnosi è la peggiore possibile: rottura del crociato e stagione finita. Le chiavi del centrocampo vengono riconsegnate nuovamente a Tessmann. Ma l'americano non sembra più lo stesso giocatore di prima.

Una nuova fiducia? Un diverso affiatamento? I consigli di Jajalo? Il gigante americano sembra un giocatore serafico, sicuro e concentrato. Nel corso delle partite Tessmann sbaglia sempre meno e quando lo fa non è per ingenuità o leggerezza, ma per eccesso di intraprendenza. Il centrocampo, a lungo punto debole degli arancioneroverdi, trova un affiatamento nuovo e mai visto nella linea completata da Andersen ed Ellertsson, a sprazzi quasi dominanti sugli avversari.

Una realtà impensabile fino a tempi recenti, sia ai nastri di partenza e ancor più dopo la traumatica perdita di Jajalo. A stupire più di tutti è in particolare la crescita esponenziale di Tessmann, autore di 3 gol e 2 assist in questo campionato. Il giocatore assomiglia sempre più a un insospettabile e inamovibile centrocampista moderno di alto profilo in Serie B, passato da lacuna a punto di forza del Venezia. E se stiamo sognando non vogliamo più svegliarci.