Ecco il grande ritorno de “Tutti gli uomini di Paul Kalkbrenner “

Dalla pagina di "Tutti gli uomini di Paul Kalkbrenner ":
VENEZIAMESTRE – FROSINONE 1-1 (9-8 d.c.r.)
AGOSTO UNIONE MIA NON TI CONOSCO.
Alla fine è andata. L’abbiamo sfangata e il sorriso sincero e soddisfatto come dopo una vittoria a briscola di Ebuehi riassume un po’ la prima uscita del VeneziaMestre, dopo un’estate battuta da tempestose polemiche a sferzare la soleggiata oasi di buoni sentimenti che la cavalcata dello scorso anno aveva generato. C’è un po’ di tutto in questa partita sì agostana ma comunque valevole per la Coppa Italia: l’esordio ufficiale della maglia in pelle di camoscio allevato a Kobe, orfana del suo nuovo simbolo in quanto pare contrastante con la normativa in campo di t-shirt della Lega (questo per i malevoli che insinuano che la Lega non si occupi di cose serie). Fesserie, ma roba che comunque chi viene pagato qualche milioncino per disegnare il materiale dovrebbe sapere. C’è una sorta di pentimento della società e pure dello sponsor tecnico, con i cartelloni pubblicitari del bianco blu Mazza a sparare a ripetizione i colori arancio verde dietro alla scritta Venezia FC e ai due tizi ignudi del marchio originario di Torino. Speriamo sia l’inizio di un riavvicinamento fondamentale. C’è soprattutto l’esordio del VeneziaMestre ed è forse la cosa meno rassicurante della serata. L’impegno, come garantito senza che ce ne fosse bisogno da Zanetti, non è sicuramente mancato. Vero che abbiamo cambiato più giocatori di una sessione di calciomercato del Genoa. Però. Il bel gioco che tanta tranquillità aveva infuso negli animi di tutti noi durante la tournée olandese è sparito nelle vie imperscrutabili di Groningen e la manovra è stata per tutta la durata del match prevedibile come la trama di un film a luci rosse. Meglio forse nel primo tempo, quando i camosci d’oro lagunari hanno creato qualcosa di interessante, mettendo in luce un Heymans tutto sommato intrigante e un Johnsen comunque indaffarato a fare cose. Il Frosinone si è mostrato, nonostante la fama non proprio gratificante di Mister Grosso, un’ottima squadra con elementi tipo Canotto, vero tormento delle nostre anime negli scorsi play off, l’ex obiettivo Garritano e soprattutto Ciano el Luganegher dal Lido di Venezia. Proprio quest’ultimo, immune a sentimenti patriottici, tirava una salamella che colpiva il palo difeso da Bruno Bertinato, alla prima presenza dopo svariati anni, a causa di un denti bianchissimi messo fuori dai giochi dal colpo della strega. Il secondo tempo era volendo assai peggio del primo, con un Frosinone oggi veramente poco all’altezza del soprannome di “Culone” che lo ha reso noto in tutt’Italia intento a maramaldeggiare nella nostra metà campo sfiorando il gol in modo anche clamoroso. Urge sicuramente un centravanti, visto l’ormai partente figlio di Karlo e il mister x del calciomercato che tarda ad arrivare. A tal proposito un reintegro anche ad interim di Bocalon, oltre che doveroso e fortemente simbolico, potrebbe colmare una lacuna che il tridente con falso nueve impostato dopo l’uscita di Forte non è riuscita a lenire. Nonostante la sofferenza si andava dunque ai supplementari di cui almeno il sottoscritto sa raccontare poco, dal momento che la propria figlia di neanche due anni, bella arzilla nonostante l’orario, iniziava straziante ad urlare papà come Tom Cruise urlava sakè nell’Ultimo Samurai, calmandosi solo in zona rigori. Per sommi capi è comunque successo che sia stato il Frosinone a passare in vantaggio con Gori dopo pochi minuti del primo tempo supplementare, al termine di una classica azione con torre da calcio d’angolo. Fortuna vuole che dopo pochi minuti il Take That del circolo polare artico si sia procurato un rigore solare grazie ad uno spunto dei suoi; dal dischetto l’uomo dalle cosce D.o.p. ha poi realizzato con freddezza. Finiti i supplementari si è quindi passati inevitabilmente per la lotteria dei rigori, con il fu Culone a sbagliare per primo per poi essere imitato dai nostri da Taz Tazmania Tessmann. Ne è nata una serie rocambolesca ed infinita, cessata grazie alla scarpata centrale di Gatti e dal sigillo che ha sciolto le trecce ai cavalli di Ebuehi. Una vittoria che fa morale quindi ad un ambiente che di entusiasmo ne ha bisogno, dopo tanto discutere. Sicuramente è necessario crescere, ma le scusanti ci sono tutte. Fra una settimana si va a Napoli nel tempio di Maradona. Ci siamo.
AVANTI UNIONE.
IL PAGELLONE
BERTINATO: tocca al giovane portiere italobrasiliano difendere la porta arancioneroverde in questa prima uscita ufficiale: serata non semplice, in cui i ciociari pascolano come bisonti nella prateria nella trequarti nostrana, e resa ancora più complessa dai cartelloni sparafleshanti arancio e verde. Fa bene al netto di un paio di rinvii alla io speriamo che me la cavo. Ai rigori deve vedere la rete gonfiarsi mille volte, ma ha il merito di una gran parata su Maiello e, cinquantanove rigori più tardi, di spiazzare Gatti con una finta di zigomo inducendolo all’errore. VIVA IL PARROCO voto 7
EBUEHI: il Dio greco delle treccine sostituisce lo squalificato Mazzocchi sulla destra e inizia l’annata con un paio di errori tecnici che avrebbero suscitato scalpore anche al campetto di San Girolamo; si riprende nel corso della partita e conclude in bellezza trasformando il rigore decisivo e offrendo alle telecamere un sorriso che scioglie i cuori. ZOOLANDER voto 6,5
CECCARONI: serata da capitano oh mio capitano, regge in una difesa sotto pressione, poi viene spostato terzino sinistro da mister Zanetti rievocando incubi di Dionisana memoria che fanno scorrere brividi gelati su tutta la lunghezza dell’intestino a noi tifosi, ma tutto sommato non sfigura nemmeno lì. BACCANTE voto 6
CALDARA: prima col VeneziaMestre per Mattia al quale bastano pochi minuti per mettere in mostra le sue straordinarie doti difensive, speriamo che non gli basti altrettanto poco per sfoderare le sue straordinarie doti infortunistiche. 120 minuti senza sbavature. BALUARDO voto 6,5
SCHNEGG: sarà il clima torrido della bassa, ben diverso dall’aria frizzantina del locus amoenus alpino da cui proviene, ma stasera il ragazzo austriaco non trova la quadra e fa una gran fatica a tenere gli avversari, scordando completamente di proporsi in avanti terrorizzato dall’ombra oscura di Gigi Canotto. Deve crescere e sognare. SOGNA RAGAZZO SOGNA voto 5,5 - SVOBODA: entra per spaventare gli avversari con la faccia cattiva, approfitta della maggior freschezza per sgroppare palla al piede per vie centrali come solo Lucio e Fabio Bilica prima di lui. COLOSSO DI RODI voto 6,5
PERETZ: tanto aveva impressionato in Olanda, tanto è mancata la sua qualità nella bagarre di ieri sera; visibilmente affranto dall’uscita di Crnigoj, veste i panni del duro e affossa ciò che c’è da affossare. MIETITREBBIA voto 6 - TESSMANN: esordio al fulmicotone per l’asso yankee che appena entrato liscia in maniera pulitissima una conclusione dal limite. Si ripiglia subito, ma non sembra trovare la giusta posizione in campo. Ai rigori è l’unico dei nostri a sbagliare, ma ce ne faremo una ragione. TAZ TAZ TAZMANIA voto 6
CRNIGOJ: pronti via, e crac. CRAC sv - FIORDILINO: entra già al quinto minuto per ovviare al crac del compagno; andrà inserito nel dizionario Treccani come sinonimo alla voce Diligente, ma almeno stasera senza trovare gli spunti giusti, senza dare sufficiente ordine alla regia, e correndo un po’ a vuoto come un trottolino amoroso. TUDU TADADA’ voto 6 - VACCA: concediamoci un momento per gioire del suo ritorno in campo dopo il grave infortunio. Passo felpato, soverchio stile, soverchia eleganza, quando entra lui la regia cambia passo e l’orchestra cambia musica. Forse anche perchè gli avversari sono stremati. SCICCHERIA voto 6,5
HEYMANS: sembra essere ovunque, partecipa all’attacco, alla fase difensiva, alla costruzione, lo si vede anche chiacchierare con Tacopina sugli spalti nei momenti di bonaccia, e fa i panini al bar dello stadio. Ma manca anche lui di precisione e qualità, generando un po’ di caos. Ha il merito di correre su e giù per centoventi minuti. INSALATA BELGA voto 6
ARAMU: fatica a farsi trovare, forse trasportato via da un nugolo di moscerini del delta, ma a tratti riesce a inventare cose belle, come quando rischia di mandare in porta Forte con un lancio strappa lacrime, o come quando impensierisce dai calci da fermo. Ma nel complesso la serata poteva andare meglio. PRESIDENTE GHANI voto 6 - SIGURDSSON: appena entrato sembra un’ira di dio: fulmineo, tecnico, imprendibile. Poi viene riportato coi piedi per terra da un’occhiataccia a baffo storto di Di Mariano che lo scaccia dal punto di battuta di una punizione. Avrà modo di rifarsi calciandone malissimo un altro paio. Di belle speranze. MINISTRO SPERANZA voto 6
JOHNSEN: si propone con ostinazione per novanta minuti ma sembra non riuscirgli nulla delle sue solite giocate. Poi ai supplementari si accende, e quando si accende non si vede più a occhio nudo nè con le tecnologie a nostra disposizione, e per trovarlo bisogna ricorrere a complessi calcoli fisici che ci permettono di individuare un’orbita nella quale è statisticamente probabile che ci sia uno Johnsen con carica negativa. ELETTRONE SPAIATO voto 7
FORTE: si muove, sbraccia, svaria, corre, ma la condizione ottimale è ancora lontana, e lo si vede bene quando lanciato a rete da Aramu nel finale del primo tempo, scatta con la rapidità di mio zio dopo una peperonata e quattro birre. Sostituito al 55’ per ricordare alla società che manca una prima punta. CAPRO ESPIATORIO voto 5,5 - DI MARIANO: si mormora nei corridoi che anche il nostro prosciutto D.o.p. potrebbe essere prossimo ad una cessione. Lui risponde così: cosce pompanti, sguardo truce, baffo perentorio. Costringe al fallo sistematico gli avversari, trasforma il rigore del pari così come quello della sfida ai rigori con una freddezza che non sospettavamo possedesse; insomma, si candida come migliore dei suoi. Se son rose, roseranno. L’ULTIMO CAVALIERE voto 7
ZANETTI: tra squalifiche, infortuni e condizioni non ottimali schiera un undici che fa fatica per novanta minuti, un passo indietro rispetto a quanto visto in Olanda che ci fa un po’ preoccupare per l’esordio di Napoli tra una settimana. Compensa la prestazione non eccellente con una posa telegenica e un sorriso dolce nel finale che fa morale e ci da coraggio. VERSO L’INFINITO E OLTRE voto 6