Okereke: "Zanetti tiene molto al gruppo, il mio riferimento come persona è Ighalo"

David Okereke, autore del gol rivelatosi decisivo per il Venezia contro l'Empoli, ha parlato alla Gazzetta dello Sport.
14.09.2021 16:20 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
Okereke: "Zanetti tiene molto al gruppo, il mio riferimento come persona è Ighalo"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

David Okereke è stato raggiunto dalla Gazzetta dello Sport per un'intervista dopo l'incredibile gol in progressione segnato ad Empoli. Queste alcune delle dichiarazioni dell'ex Bruges, a partire dal pargone con Weah:

«Ovvio che l’accostamento mi abbia fatto molto piacere. Mi sono arrivati un sacco di messaggi su Instagram per dirmi che avevo fatto un gol simile. Non ho mai visto giocare Weah ma conosco il per-sonaggio. È stato uno dei grandi giocatori dell’Africa, ha vinto il Pallone d’oro e ora è il presidente della Liberia. Idolo Eto'o? No, è Odion Ighalo, nigeriano come me».

È modesto anche nella scelta dell’idolo...
«Beh, Ighalo  ha sempre segnato tanto in carriera. Ma per me è un riferimento non tanto come giocatore, non credo di assomigliargli, ma per quello che fa fuori dal campo, impegnato nel sociale. Mi piace molto».

Primo impatto col Venezia?
«Ottimo, davvero. C’è un gruppo bellissimo, i compagni mi hanno accettato e subito aiutato  fin dal primo giorno. Forse siamo facilitati dal fatto che i nuovi sono tanti, cerchiamo di stare il più possibile insieme per trova- re l’intesa in campo e fuori».

La squadra si è sbloccata?
«Speriamo di sì. Ma il calcio si sa com’è, ora non dobbiamo pensare di aver già svoltato, siamo all’inizio, la strada per la  salvezza è lunga. Però abbiamo capito che possiamo fare tante cose belle. E con il concetto di calcio che ha il mister pure far divertire».

Paolo Zanetti, che impressione le ha fatto?
«Ottima. Non lo dico per interesse, lo dico perché lo penso davvero. Lui è sempre se stesso,nel rapporto con noi e nel modo di vedere il calcio. Non cambia se le cose vanno male. Tratta tutti allo stesso modo, che sia il capitano  o l’ultimo arrivato. Non mette troppa pressione e tiene molto al gruppo. Per me questo è importantissimo, ho avuto esperienze diverse in passato. Poi mi piace che ti spinge a provare la giocata. Ti fa rischiare, se sbagli l’importante è che provi a rimediare. Quanto al gioco, quando si parte così dal basso coinvolgendo il portiere, la cosa diventa interessante. Questo tipo di manovra l’ho vista fare solo al Manchester City».