Parola ai tifosi, Donatella: "Tifare la squadra della propria città è tutta un’altra cosa"

12.10.2023 10:00 di  Davide Turco   vedi letture
Parola ai tifosi, Donatella: "Tifare la squadra della propria città è tutta un’altra cosa"

Nel tentativo di andare a fondo e conoscere il vero cuore pulsante del tifo arancioneroverde, abbiamo avuto la fortuna di intervistare Donatella, una delle abbonate di più vecchia data in curva sud: “Sono abbonata dal 2001, 22 anni di abbonamento. Sono stata anche in tribuna, per poi però tornare in curva". Ci ha così raccontato di come è nato l’amore per questi colori: “Ho sempre seguito il calcio, mio padre giocava, mi ricordo che andavo a Sant’Elena a prenderlo dopo le partite, a casa mia ho sempre mangiato pane e calcio. Da anni a casa seguivamo l’Unione, poi mio figlio Fabiano era tra i capi della curva, e così dal 2001 mi sono tuffata in curva”. 
Veneziana doc, ma da anni ha deciso di supportare il VeneziaMestre: “Sono nata a Burano e vivo a Venezia, ma, con la scusa di mio figlio, ho abbracciato l’unionismo e tutto ciò che ne comporta. La fusione delle due squadre di Venezia e Mestre nell’87 è stata una cosa bella, anche se a qualcuno ancora non va giù, e infatti esiste ancora il Mestre che gioca al baracca. Per loro siamo ancora rivali, ma noi siamo l’Unione e sappiamo che il vero Mestre vive nei nostri colori.” Ci ha poi parlato di come la curva, in questa stagione, si sia definitivamente riscoperta grande: La curva quest'anno è bellissima, era anni che non si vedeva una curva così. Vedo tanti bambini, anche piccoli, coi papà e con le mamme, quest’anno è proprio bello a vedersi – e dei cambiamenti che la curva ha subito negli ultimi anni – In curva c’è stata una rivoluzione a livello generazionale, con molti giovani che la frequentano, e questo ha portato entusiasmo, che si era un po’ spento negli ultimi anni. Io le vicissitudini dell’Unione dal 2001 le ho seguite tutte, quando giocavamo con il Pegolotte, con la Feralpisalò, sono sempre andata non ho mai perso una partita. Rispetto a quel periodo è cambiato tutto, si vede più gente, c’è più entusiasmo, ma Venezia è così, se la squadra va bene l’entusiasmo si sente”.  

Questo entusiasmo è sicuramente anche merito della squadra, che ha iniziato alla grande questo campionato: “L'anno scorso abbiamo finito bene, ma non mi aspettavo quest’anno di partire così bene, speriamo che si possa continuare così, anche in curva i numeri sono stati molto buoni, arrivando quasi sempre al tutto esaurito, e anche la squadra in campo ne beneficia.” Poi, momento amarcord, ricordando gli anni che furono: “In questi 20 anni ne ho viste passare di tutti i colori tra retrocessioni e fallimenti. Un bel ricordo che ho, al di là di quello che successo poi con i loro problemi, è stata la stagione coi Poletti, è stato un bell’anno, con Di Costanzo… una bella annata, aldilà di come poi è finita il rapporto con loro era gradevole.”

Ci ha poi parlato del suo amore verso il Penzo: “Amo il Penzo, anche se quando piove ci anneghiamo, servirebbe una copertura, ma lo amo perchè è unico, ma anche della possibilità di trasferirsi in uno stadio nuovo in terraferma, con il Bosco dello Sport che sembra essere molto più che un’idea: “Lo stadio in terraferma per me sarebbe scomodo, ma considerando che gran parte dei tifosi viene dalla terraferma sarebbe bello avere lo stadio lì. Egoisticamente lo vorrei qua a Venezia, però obiettivamente parlando sarebbe bello averlo in terraferma perché noi tifosi veneziani a confronto di quelli che vengono da fuori siamo pochi. Chissà se lo faranno, sono diventata vecchia aspettando lo stadio, di promesse ne ho sentite tante, finché non lo vedo fatto non ci credo”.

La società, poi, sembra aver capito i propri errori: da qualche tempo ha invertito la rotta, parlano poco e stanno facendo buone cose, dagli incontri con i tifosi alla costruzione di Ca Venezia. Hanno speso anche soldi per prendere buoni calciatori e stanno cercando ora di far riavvicinare i tifosi dopo la rottura dell’anno scorso”
E poi c’è un giocatore che ha rapito il cuore di Donatella, come quello di tanti altri tifosi veneziani: “c’è anche questo Pohjanpalo, sempre vicino ai tifosi, mi piace tantissimo. Sarà perchè ama Venezia, perché adora stare qua, perché ha rinnovato in mezzo ai tifosi, ma mi piace davvero tanto. Le ultime due partite non ha segnato, ma chissà che si sblocchi! Giocatori così aiutano a portare entusiasmo, ad avvicinare ragazzi, vedo tantissimi bambini con la maglietta di Pohjanpalo, è una cosa bellissima. Quest’anno è proprio bello, si sente proprio il calore in curva, la voglia e la gioia di tifare la propria squadra del cuore.”

Ed infine un proclamo per tutti coloro che ancora non vengono in curva: “Consiglio a tutti di venire in curva, alzarsi dalle sedie, io sono andata anche con 8 gradi sotto zero, con la pioggia e con il vento, mi ricordo quella volta con il Verona, tremenda, un diluvio universale, sono arrivata a casa che ero distrutta, ma ne vale sempre la pena; ma anche per tutti coloro che ancora preferiscono tifare le big di Serie A: “Anche io da bambina tifavo Milan, ma Venezia è Venezia, e quando è arrivato il Milan in laguna non ho avuto dubbi a tifare Unione. Tifare la squadra della propria città è un’altra cosa, un altro sentore, ti prende di più. Supportare la squadra della propria città, in cui sei nato e che ami, è completamente un’altra cosa”. 

Storia di Donatella, tifosa Unionista da 22 anni. Storia di un amore incondizionato.