Una stagione buttata via, tanti i rimpianti per il Venezia

23.05.2022 19:48 di  Giuseppe Malaguti  Twitter:    vedi letture
Una stagione buttata via, tanti i rimpianti per il Venezia

Una stagione buttata via.

Sono tanti i rimpianti della stagione del Venezia. La squadra di mister Paolo Zanetti e poi di Andrea Soncin chiude all’ultimo posto con 27 punti a sole quattro lunghezze dalla salvezza (Salernitana salva a quota 31) pagando in modo inesorabile le tante sconfitte consecutive (10 di fila) nel lungo periodo che è andato dal 27 febbraio al recupero del 5 maggio con la solita Salernitana e gli innumerevoli punti persi negli istanti finali delle gare. Infatti, dopo la vittoria in trasferta con il Torino e il pareggio al Penzo con il Genoa, si è spenta definitivamente la luce con un crollo inesorabile: direzione Serie B, per un finale - invece - contraddistinto dal grande orgoglio e anche dalle più che buone prestazioni probabilmente dovute ad una mente sgombra senza più il peso di dovere vincere per qualcosa d’importante perché il copione era ormai già definito.

Partiamo dalla fine.

Ieri al Penzo gli arancioneroverdi hanno fatto una partita vera contro un avversario come il Cagliari che si giocava la “vita sportiva”, quando talvolta nei finali di stagioni le squadra che non hanno più obiettivi  - come ieri i lagunari - passeggiano in campo e senza volere - vogliamo sperare -  aiutano gli avversari. Tutto ciò trascinati da una curva encomiabile - in modalità bolgia - che non ha mai smesso di tifare per i propri colori e che, in modo accettabile, ha contestato con un paio di cori la proprietà americana per la scelte fatte senza però mai fare il nome del Presidente Duncan Niederauer salutando poi alla fine due bandiere della dirigenza come Mattia Collauto e Paolo Poggi già da tempo e in modo inspiegabile con le valige fatte e i propri armadietti svuotati: “Questa curva non retrocede”: ed è proprio così.

Tanti errori con l’aggravante che si sono ripetuti.

La dirigenza americana aveva la fortuna di poter schierare un tridente di assoluto valore come Zanetti, Collauto e Poggi: competenza, idee, personalità, conoscenza del nostro calcio e attaccamento al territorio, ma soprattutto alla maglia, ovvero identità una fortuna e un valore aggiunto che non è stato “sfruttato” nel modo adeguato - Zanetti è un vicentino ma con l’anima e il cuore di un veneziano, gli altri due sono veneziani doc e hanno persino giocato con la maglia del Venezia.

Il mercato estivo.

Il lavoro del triumvirato a tinte veneziane/venete aveva di fatto in mano l’attaccante esterno - ora al Verona - Caprari, Bastoni il jolly dello Spezia che, per una squadra duttile come quella di Zanetti, era elemento perfetto e Luca Pellegrini (sarebbe arrivato in prestito dalla Juventus) tanto per fare i nomi più importanti. Meglio andare su Sigurdsson in attacco, Heymans (poi dato in prestito) o Tessmann a centrocampo e nella corsia di sinistra su Haps che poi, comunque, ha fatto una buona stagione. L’idea era quella di fare una squadra con una matrice di giocatori italiani per aiutare gli stranieri appena arrivati. I buoni risultati della prima parte dell’annata hanno nascosto le problematiche interne che si erano già create probabilmente in estate. Pensiamo che in un’azienda che funziona ognuno ha un ruolo ben definito e un invadere il campo altrui crea malintesi. La sensazione è che questo malumore diffuso alla lunga è arrivato anche al campo di gioco.  

Mercato invernale.

Se possibile il Venezia ha operato ancora peggio nella sessione invernale, fatto salvo per Cuisance. Le cessioni di Forte (prestito con obbligo di riscatto al Benevento) e Mazzocchi per Nsame (impresentabile per via di un grave infortunio) e Mateju (da svincolato) sono state incomprensibili. La perdita di due leader dello spogliatoio, ma anche di due giocatori importanti nel quadro tecnico di Zanetti soprattutto Mazzocchi, peraltro ironia della sorte ceduto ad una diretta concorrente come - ancora una volta - la solita Salernitana non ha avuto nessuna logica se non quella di indebolire la rosa. In più Simone Verdi - giocatore di estremo talento - praticamente preso perché in uscita dal Torino che la dirigenza americana non ha voluto e che poi è andato - indovinate dove! - alla Salernitana: è stato determinate per la salvezza dei campani; meglio firmare un biennale con Luis Nani fresco protagonista della MLS!

L’addio di Zanetti, Collauto e Poggi.

Dopo l’ottava sconfitta consecutiva Zanetti viene esonerato a giochi ampiamente fatti: con Paolo Zanetti sono stati sollevati dall’incarico anche l’allenatore in seconda Alberto Bertolini, l’assistente Nicola Beati e il preparatore Fabio Trentin. Zorro - come lo chiamava il Presidente Niederauer - l’artefice del miracolo promozione dalla B alla A viene cacciato con un contratto in essere di quattro anni quando anche in caso retrocessione sarebbe dovuto rimanere. Senza alcun senso la decisone di privarsi di un allenatore di tale valore, amatissimo da tutti a partire dai suoi giocatori. Si chiude con il non rinnovo di Mattia Collauto e Paolo Poggi, rispettivamente direttore sportivo e responsabile area tecnica. Un distacco annunciato nonostante il duo veneziano avesse già pronta la guida tecnica per ripartire in Serie B, ossia Filippo Inzaghi che in “cadetteria” ha sempre fatto bene. La condizione “sine qua non” di super Pippo era avere al suo fianco Mattia e Paolo per un progetto importante. Sicuramente meglio ripartire da Giovanni Savarese Rubinaccio, allenatore venezuelano attualmente alla guida tecnica del team dei Portland Timbers!

È finita male, si doveva e poteva rimanere in Serie A con uno spirito di gruppo societario che è mancato in modo netto.

Si riparte dalla B con non poche incognite.