Vanoli: "Domani incontriamo una grande squadra, che lotta per la A, dovremo continuare a lottare su ogni pallone per dare continuità di prestazioni"

16.02.2023 13:53 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
Vanoli: "Domani incontriamo una grande squadra, che lotta per la A, dovremo continuare a lottare su ogni pallone per dare continuità di prestazioni"

Mister Paolo Vanoli ha inquadrato la sfida di domani del Venezia contro il Pisa, queste le sue parole:

Il lavoro pre Pisa:

“I ragazzi stanno lavorando forte, bene, sappiamo l’importanza di queste due vittorie e spero di sfruttare l’autostima di queste due vittorie perché penso sia importante. Domani incontreremo una grande squadra, che sa giocare un gioco diretto e che ha lavorato sul mercato in modo mirato, il filotto di grandi prestazioni con D’Angelo lo dimostra, è sicuramente una gara difficile contro una squadra che ha intensità”.

C’è ancora difficoltà a non prendere gol:

“L’aspetto come tutti gli aspetti va curato durante la settimana, sicuramente quello che dà fastidio è che prendiamo gol in prestazioni importanti, Dickmann fa un gran gol, non si può imputare granchè a Carboni. Siamo sulla strada del lavoro e su questa dobbiamo continuare. Con la difesa a cinque poi diventa una difesa molto tattica, penso si noti come nel calcio con la difesa a zona si siano perse alcune cose dal punto di vista della marcatura del singolo. Non mi soffermerei però troppo su questo, contro la SPAL la dovevamo chiudere per non soffrire così tanto, la coperta va migliorata su entrambi i lati”.

Sentendo anche i nuovi sembra esserci un altro spirito a Venezia:

“E’ la cosa che mi inorgoglisce di più, il mio lavoro è costruire e indirizzare una società, indirizzando anche il comportamento di un giocatore. Ci è voluto parecchio, abbiamo chiesto quasi subito un direttore sportivo, a un presidente ho sempre detto che avendo un po’ lavorato in Inghilterra a volte la figura del manager può servire per riorganizzare il tutto, perché secondo me il problema non era il giocatore, ma il contesto intorno al giocatore. Il presidente è persona intelligente e molto aperta, ricordo le scuse ai tifosi per quanto successo, ora stiamo cercando di creare un’organizzazione societaria che porti a stabilità. Non è colpa dei giocatori che erano qua, secondo me erano entrati in una situazione di benessere, io sono bravo, il giornalista mi dà 7, io sono a posto, invece io mi aspettavo molto di più e non intendo sotto la prestazione come punto di vista, ma in generale. Sono una persona che non deve trascurare il locale anche se abbiamo una proprietà straniera, non sono mai stato contro l’apertura al tifoso e l’ho fatto, purtroppo quella è l’unica apertura che abbiamo, cerco di accontentare, se c’è un’organizzazione è giusto che i calciatori vadano con i ragazzi, sono cose che ci devono essere. Prima del mio arrivo notavo che le cene sociali, gli incontri, vedevano un po’ le persone andare per conto loro, noi in primis siamo la squadra, tutto deve girare intorno alla prima squadra in maniera organizzata, anche con i giornalisti, il rapporto costruito con voi mi è piaciuto fin dal primo giorno. Ne sono felice e vedo anche io che i giocatori hanno un piglio diverso, è che avendo avuto una centrifuga con poco tempo a disposizione e con la necessità in contemporanea di risultati. I giocatori arrivati ora però pensano a migliorarsi, al compagno, al bene della squadra e sicuramente anche lo straniero che arriva migliora per il contesto positivo. Pohjanpalo? Gli ho dato una multa, poteva offrire una birra anche a noi (ride ndr). A parte gli scherzi penso che quando una persona è un professionista serio sono episodi che non spostano nulla, me ne sono accorto il giorno dopo dell’accaduto”.

Sembrano esserci dei blocchi chiari ora tra esperti, giovani…

“Si parte sempre dal concetto di prima, l’organizzazione, di squadra, ho chiaro i giocatori funzionali a quello che voglio. Nella mia costruzione da allenatore ho fatto tanti anni a livello di giovanili, mi piace lavorare con i giovani e servono affianco professionisti che possano insegnare, penso a Pohjanpalo, Modolo, Ceppitelli, Jajalo, ci sono diversi giocatori che stanno facendo crescere questi giocatori. Quando Jajalo gioca dico sempre a Busio, ad Andersen e agli altri di guardarlo, osservarlo e imparare. Penso sempre di avere centrocampisti giovani e forti, per me Busio è forte, Milanese ha già fatto la B, Ciervo secondo me è un altro Candela piede invertito, è bello parlare di questo. Quanndo sono arrivato c’erano 33 giocatori, il giovane non può crescere se lo metti in disparte a correre, vede solo gli esempi negativi. Busio è entrato all’ultimo e per due giorni ha avuto la febbre, ha stretto i denti, i giovani devono lottare, quando sei dentro alla lotta salvezza anche io devo fare poi una squadra equilibrata. Ho la fortuna, non l’ho mai nascosto, di avere giocatori anche come Novakovich, Johnsen, che mi tengono fino all’ultimo nel dubbio su chi far giocare e quando li scelgo sono tranquillo perché so che daranno il massimo”.

Cheryhsev sta già regalando giocate d’alta scuola:

“Cheryshev come ho detto anche dopo la partita ha delle qualità che non sono in discussione, sapete quale sia la sua strada, anche lui piano piano deve, nonostante l’esperienza, ritrovare l’autostima. Dopo diverse settimane è normale serva un periodo sul  campo per ritrovarsi, ha avuto quei due o tre momenti in cui doveva ritrovare il feeling, quando lo ha ritrovato ha regalato giocate importanti. Normale ci sia un po’ di paura anche di tornare a farsi male. Il ragazzo però è eccezionale, sta facendo di tutto anche per aiutare i compagni”.

TVS Davide Marchiol – Tra Pisa e Cagliari quale sarà l’errore da non commettere per evitare di tornare in un trend negativo?

“Affrontiamo due squadre importanti, che lottano per la Serie A. Dobbiamo pensare un passo alla volta, senza avere l’assillo del risultato, ma della prestazione, gli ho mostrato che quando la prestazione tecnicamente è stata quella giusta poi il risultato è arrivato. Saranno due test importanti per noi, contro un Pisa in primis che ha riacceso soprattutto anche l’entusiasmo della piazza. Dobbiamo lottare su ogni pallone tenendo ben in vista il nostro obiettivo”.

Infortunati?

“Stanno praticamente tutti bene tranne Modolo”.

Che giudizio ti stai formando sulla Serie B?

“Quest’anno è una B importante, soprattutto per tutti gli allenatori che sono arrivati su queste panchine, tecnici importanti. Il livello su quello che è la tattica è migliorato, lo si vede su ogni campo, i risultati sono imprevedibili, la Serie B è bella perché fino alla fine porta sorprese. Dobbiamo essere sempre lucidi, portando avanti un programma di lavoro, la continuità ti porta lontano, guardate per sempio il Pisa. Lo immaginavo, lo sapevo e in B oggi vedo un calcio forse che oggi dev’essere più verticale e concreto, magari in A ti fanno girare palla un po’ di più, qua devi essere ancora più cattivo. In Serie B ci sono tanti tecnici con tante filosofie, tu devi costruire una squadra capace di adattarsi a tante situazione. Ricordo bene le parole di Spalletti, dovevamo giocare contro l’Atalanta e parlò di imparare e adattarsi al loro gioco e così funziona, ti ritrovi magari squadre dirette e concrete, altre che amano dominare il gioco”.

Dove deve migliorare il calcio italiano per raggiungere l’Inghilterra?

“Gli investimenti vanno fatti sulle scuole, le base più importante, una volta noi facevamo sport per strada e quelle erano ore e ore di educazione fisica. Oggi il mondo è cambiato, le scuole da un lato sono state brave ad allungare gli orari aiutando i genitori, però ancora non si è capito come ristrutturarle. In Inghilterra i miei figli andavano a scuola fino all’una, dall’una alle quattro hanno fatto tutti gli sport possibili e immaginabili, tornavano a casa e poi non avevano un compito. Questo è un fattore importante, perché il sociale è cambiato, non ci sono più le strade, per tanti motivi è difficile, ma il cambiamento arriva da lì, perché le ore che avevamo in oratorio le società non possono farle. La seconda, ne parliamo tanto, sono le strutture, penso sia meglio avere più campi per far allenare i ragazzi e son venuto anche a Venezia perché vedo questa visione, sono stati fatti tanti errori, ma la visione c’è, il giocatore dovrà venire a Venezia per quello che saremo in grado di dargli e non per motivi economici. Sapete bene che oggi chi ha le infrastrutture poi fa bene, vai in certi posti dove prendono la squadra forte, con un solo campo d’allenamento che alla lunga diventa terra battuta. In Inghilterra sono arrivati ad alto livello anche ampliando le strutture. Guardate il Tottenham, non ne aveva bisogno, ma ha rifatto lo stadio e ha fatto uno dei centri sportivi migliori d’Europa. E poi bisogna investire sulle infrastrutture scolastiche.