Il gruppo Mille Novecento Ottanta Sette dirama un lungo comunicato in merito alla situazione della Curva

04.01.2020 12:31 di Davide Marchiol Twitter:    vedi letture
Il gruppo Mille Novecento Ottanta Sette dirama un lungo comunicato in merito alla situazione della Curva

Alla luce degli ultimi eventi, ci troviamo costretti a disattendere il nostro statuto, ed il nostro essere restii a pubblicare comunicati, per mettere la parola fine al continuo e costante attacco nei nostri confronti.
Al contrario di altri comunicati ossessivi – compulsivi e ai commenti che ne sono susseguiti (molto spesso sgretolando ed offendendo le basi della grammatica italiana, sintassi e quant'altro) noi riteniamo corretto, che una storia, venga raccontata dal suo inizio.
Il giorno 28 Luglio 2018 nasce UNO NOVE OTTO SETTE.
Un Gruppo, composto da molti giovani ed altrettanti esponenti storici della tifoseria, nato per l'incapacità di poter proseguire un percorso insieme e al fianco di determinate persone.
I motivi sono noti a tutti, ma come spesso capita, esiste chi ha il coraggio di dire come stanno le cose, chi vigliaccamente, invece, dietro la parola rispetto (o solo timore) rimane fermo, e chi non prende mai una posizione. Quest’ultimo, è, forse, l'elemento peggiore.
Coloro che fondarono UNO NOVE OTTO SETTE, il coraggio di prendere una posizione lo hanno avuto. Sfibrati e stanchi, consapevoli che una Curva non può e non deve essere soggetta a beghe familiari, hanno rotto con un “equilibrio” che non poteva portare da nessuna parte. La storia lo insegna : applicando una linea dittatoriale / autocratica, il fallimento è l'unico destino.
Solo per citare un episodio, ricordiamo che durante il primo anno di B, quando era in atto una vera e propria faida interna familiare, in Curva si era invitati (per non dire costretti) ad isolare determinati membri della famiglia. Poi arrivata la loro pace, come nulla fosse, la Curva doveva adattarsi al loro nuovo idillio domestico.
Chi sano di mente, e dotato di onestà intellettuale può negare tutto ciò?
Ma come tutte le buone dittature, chi subisce un regime, se interrogato, dirà che vive felice, sereno, e che il suo leader è il meglio che il destino gli potesse offrire.
La realtà è ben diversa, si era e si è in presenza di una figura autoritaria (non certo autorevole) che impone insieme ad una sua cerchia ristretta di familiari, il suo volere, e tutto l'ostentato entusiasmo non è figlio del rispetto più sincero, ma solo della paura di prendere schiaffi.
Questa era la metodologia applicata spesso nelle riunioni.
Una cosa è avere rispetto di un uomo, ben altra è averne paura.
In questo clima nasce 1987, con la piena e ferma volontà di aggregare chiunque, di non avere capi o capetti, di non rinfacciare in continuazione alle persone di non essere potuti venire per un periodo allo stadio, di prendere le decisioni tutti insieme, anche se si hanno idee differenti.
Dal giorno dopo la nostra festa inaugurale del luglio 2018, sono partite una raffica di minacce pesantissime a chiunque avesse deciso di abbracciare questa nuova realtà, molto spesso addirittura coinvolgendo familiari e figli piccoli.
Nell’immediato poi, sono stati pubblicati post sui social che ci etichettavano come “Gruppo non autorizzato“. Ma il dubbio sorge spontaneo: autorizzato da chi? Di quale autorizzazione avremmo dovuto aver bisogno?
Ora è più facile comprendere i passaggi precedenti che parlano di dittatura?
Gruppi di giovani attualmente attivi in Curva, vennero ripetutamente a colloquio da noi (in segreto ovviamente non essendo liberi), con l’intenzione di poter vivere la Curva in modo impegnato si, ma spensierato.
Probabilmente alla fine mancò loro il coraggio e sicuramente col tempo vedranno i risultati delle loro scelte.
Noi, invece, abbiamo proseguito per la nostra strada, incuranti di sfottò o minacce quotidiane, abbiamo continuato ad avere come linea guida l’inclusione, a non avere capi alienati e bipolari che minacciano, prendono a sberle e cambiano idea ogni mezza giornata, non possedendo oramai più un oggettivo equilibrio mentale.
In sole poche partite, il Gruppo aveva raggiunto numeri consistenti, le riunioni, le trasferte, le porchettate erano sempre più numerose. A metà del campionato i numeri erano incontrovertibili, era UNO NOVE OTTO SETTE il primo e più numeroso Gruppo in curva, anche se non ne possedeva il centro.
Veniamo continuamente accusati di aver voluto dividere la curva.
In primo luogo, in tutte le curve normali (non soggette a dispotismo per lo meno) esistono più realtà, in secondo luogo, noi più volte abbiamo chiesto collaborazione tra i diversi Gruppi, ma ovviamente nel nostro versante esiste una componente di decisione collegiale, dall'altro no, quindi ogni nostra proposta non andò mai a buon fine, compresa quella di interrompere la campagna di insulti e mistificazioni quotidiane nei nostri confronti sui social.
Figure storiche della Curva, oggi attive nel nostro Gruppo desideravano con tutte le loro forze, che i giovani, circa due anni fa, prendessero le redini in mano, ma la verità è che un vero cambio generazionale a Venezia non è mai arrivato.
Quello che vedete oggi è sempre lo stesso teatrino: i giovani sono totalmente privi di alcun potere decisionale reale e concreto, sono e rimangono alla mercè di uno scriteriato, che ha utilizzato i social in modo irresponsabile, mettendo una tifoseria intera in continuo imbarazzo.
Alla luce di questi elementi venne decisa “l'azione di Brescia”.
Innanzitutto va detto che, al momento della decisione, erano presenti anche altri Gruppi della Curva, che pur non avendo partecipato attivamente quella sera, stanchi anche loro di minacce ed offese continue, benedirono tale azione, per poi opportunamente applicare un coraggiosissimo voltagabbana. Questi Gruppi, tuttavia, ancora esistenti ed attivi SAPEVANO quello che sarebbe stato fatto, e lo benedirono come un vero e proprio atto e gesto che avrebbe liberato la Curva. I video di quella sera parlano chiaro.
Le pezze furono tolte, senza violenza, senza feriti, semplicemente uno dei due Gruppi non aveva più i numeri oggettivi per stare in vita, ed avrebbe dovuto sciogliersi all'istante.
La seconda parte della serata di Brescia ha visto il nostro gruppo al Taliercio nettamente impreparato, lo ammettiamo senza mezzi termini, abbiamo fatto una figura di merda, anche se è altrettanto vero che a NOI le pezze non ce le ha mai strappate nessuno …
Quello che è successo dopo quella sera è storia, ma è una storia che NOI non vogliamo mistificare o capovolgere come spesso viene fatto da chi quotidianamente scrive ed offende sui social.
Non è di certo un segreto che sono seguite delle indagini da parte delle autorità competenti, che hanno ascoltato diversi testimoni presenti quella sera, sia allo stadio che al Taliercio.
Per amor di verità va detto chiaro, che nessun appartenente al nostro Gruppo ha sporto formale denuncia, le indagini partirono d’ufficio.
Qualche membro del nostro Gruppo, una volta ascoltato, ha fatto venire meno le regole Ultras?
SI certamente, ma va specificato che si tratta di un solo singolo elemento.
Qui sta la differenza tra NOI e loro, NOI anche quando la realtà può essere scomoda, la raccontiamo, la ammettiamo, non mettiamo in atto un teatro di bugie, con relativi burattini che applaudono e credono ad ogni fandonia opportunamente costruita per salvarsi la pelle e la finta reputazione.
NOI per primi ci siamo sentiti traditi, NOI per primi abbiamo chiesto ed ottenuto un colloquio con Curva Sud per anticipargli l'accaduto. Questo non fa venir meno la gravità della cosa, ma può e deve far comprendere l'atteggiamento differente che caratterizza le due realtà oggi presenti in Curva.
Il membro che ha tradito le nostre regole non scritte, fu immediatamente allontanato dal Gruppo.
E' ovvio che uno degli elementi che più caratterizzano l'ignoranza dell'essere umano è il generalizzare, e puntuali, stiamo assistendo ad una generalizzazione di tutto il nostro Gruppo, con offese continue, incuranti che a “cantare” nel nostro Gruppo non è stato il capo, nel nostro, almeno, non lo è stato ...
Come è altrettanto ovvio che non serve scomodare un principe del foro per comprendere a pieno che le misure emanate questa settimana dalle autorità competenti, sono figlie e frutto di una intera vita criminale, molto spesso svolta in ambiti extra calcistici.
Anche in questo caso però stiamo assistendo a mandrie di pecoroni, incapaci di documentarsi realmente e/o avere un proprio pensiero, seguire ciecamente quello che il loro capo gregge gli dice di dire, pensare e soprattutto scrivere.
Viviamo un periodo storico molto veloce, i social, tutto quello che ci bombarda fa sì che il tempo scorra ad un’innaturale velocità e tendiamo a dimenticare quello che è successo il giorno prima.
Ma qualcuno possiede ancora una memoria lunga.
Si dice che in molti casi la miglior difesa sia l'attacco, e spesso chi attacca così violentemente nei social (lui o i suoi sudditi) ha in realtà qualcosa da nascondere e, si sa, anche a distanza di anni la verità viene sempre a galla.
Invitiamo chiunque, dal semplice tifoso unionista, alle tifoserie gemellate e non, ad avere un colloquio con noi a quattrocchi, dal vivo guardandoci in faccia , ovviamente ad esclusione di Curva Sud ed affiliati. Loro hanno il “privilegio” di poter chiedere lumi in proposito direttamente al loro condottiero sui fatti del 2007, che certamente mentirà.
Verrà spiegata in modo ancora più dettagliata ed incontrovertibile la VERITA’.
Ma nonostante tutto NOI ancora oggi siamo disposti ad essere membri attivi nel riunire la Curva, pur con realtà differenti.
La condicio sine qua non, deve essere quella di non aver più a che fare con il solo ed unico motivo vivente di tutte le faide e divisioni avvenute a Venezia in questi ultimi 30 anni.
E' assolutamente VERA la solidarietà che nutriamo nei confronti di chiunque venga raggiunto da DASPO, anche qui però vanno fatti dei distinguo, la nostra solidarietà e vicinanza c’è, e sempre ci sarà per chi ha avuto fuori e dentro lo stadio un determinato atteggiamento.
Non verrà invece mai data vicinanza a colui che per anni, sotto mentite spoglie si è voluto insignire del titolo di Ultras senza macchia, mentendo, mistificando la realtà per andare a coprire i propri beceri atti del passato, che ORA però sono venuti a galla.
Comunichiamo fin d’ora che ignoreremo ogni replica, convinti che sarà ricca di distorsione.
Per i nostri colori, per l’amore delle nostre due città, per il futuro del VeneziaMestre continueremo il nostro percorso, ribadendo l’apertura a chiunque possegga i nostri valori, UNO NOVE OTTO SETTE è per sua natura eterogeneo.
Ed alla fine degli incontri personali che stiamo avendo, ed avremo, ognuno potrà tirare le somme, su chi merita realmente il marchio dell’infamia.