Peretz: "Quando ho conosciuto il management e la vision del Venezia non ho esistato ad accettare"

21.06.2021 14:42 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
Fonte: Dal nostro inviato Giuseppe Malaguti
Peretz: "Quando ho conosciuto il management e la vision del Venezia non ho esistato ad accettare"

Tempo di presentazioni oggi in casa Venezia per Dor Peretz, nuovo acquisto del Venezia arrivato ufficialmente nei giorni scorsi. Queste le sue dichiarazioni.

“Sono davvero felice di essere entrato a far parte della famiglia del Venezia, ci tengo a ringraziare tutte le persone che mi hanno scelto per far parte di questo club”.

Cosa ti ha convinto a scegliere Venezia tra le offerte che ti sono arrivate?

“Avevo altre proposte da altri club, però quando ho conosciuto il management del Venezia e la vision del club non ho avuto ad accettare la proposta di questo club e la missione che ci siamo dati, è un approccio al calcio molto simile a quello che ho io. C’è la volontà di rimanere in Serie A e anche di rimanerci per diverso tempo e questo ha fatto sì che la mia decisione fosse quella di entrare a far parte del Venezia”.

Che impatto hai avuto per quanto riguarda club e città?

“La città è splendida, unica nel suo genere. Per quanto riguarda il club mi ha fatto subito una bella impressione, ha le idee chiare e vogliamo raggiungere gli obiettivi preposti”.

Hai parlato con i giocatori israeliani passati per l’Italia come per esempio Zahavi?

“Non ho avuto la possibilità di parlare con loro, Zahavi è un amico, conosco la sua storia e la sua esperienza nel nostro campionato. Quello italiano è un campionato difficile, dove bisogna combattere in ogni partita e quindi è sicuramente una lega di altissimo livello e quindi dovremo combattere molto e duramente per ottenere la salvezza”.

Hai avuto modo di parlare con Zanetti?

“Sì ho parlato una vola col mister e mi ha impressionato molto il suo approccio e lo stile di gioco che mi ha descritto come suo, quindi mi piace molto come chiede alla squadra di attaccare pur sapendo che in questo campionato sarà necessario anche doversi difendere. L’impressione che ho tratto del mister è buona e non vedo l’ora di conoscerlo. Questa opportunità arriva al momento giusto della mia carriera, il mio obiettivo è lo stesso del club ed è quello di dare il massimo in ogni partita per poter ottenere l’obiettivo che ci siamo prefissati”.

Che sfide vedi nell’adattamento a una realtà completamente nuova come l’Italia?

“Uno dei problemi potrebbe essere allontanarsi da famiglia, amici e da uno stile di vita che in Israele è differente da quello che c’è in Italia, ma lo stile di vita italiano è tra i migliori che ci possa essere. Uno dei miei prossimi obiettivi è quello di poter fare le interviste in italiano già a metà stagione, ovviamente essendo una neopromossa la squadra potrà affrontare qualche difficoltà, ma saranno difficoltà che affronteremo come famiglia e come squadra, questo andrà a sopperire alle possibili difficoltà che affronteremo nel corso della stagione”.

TVS – Giuseppe Malaguti – Che tipo di centrocampista senti di essere?

“Difficile autodescriversi, posso giocare come numero 6 o 8, quindi davanti alla difesa o mezzala, il mio è uno stile di gioco aggressivo, che mi porta a essere un giocatore box to box, da area ad area facendo sia fase offensiva che difensiva, attaccando e coprendo anche lo spazio quando serve”.

Che differenze senti potrebbero esserci tra il campionato israeliano e la Serie A?

“Il campionato israeliano non ha le stesse difficoltà di quello italiano ma è comunque un campionato molto tattico, sicuramente non facile, poi nella squadra dove giocavo io, che era una delle più forti del campionato, gli avversari si difendevano strenuamente contro di noi, quindi il nostro compito era cercare di essere creativi per segnare per primi, non è semplice, poi magari la squadra avversaria per pareggiare si apriva e quindi giocare era più semplice, però tutte le partite iniziavano contro squadre che si presentavano molto chiuse e quindi era difficile”.

Hai dei giocatori a cui ti ispiri?

“Quando ho iniziato a giocare i miei idoli erano Gerrard e Xabi Alonso, li ho sempre ritenuti due giocatori estremamente intelligenti e ho cercato sempre di imparare da loro e dal loro modo di giocare. Per quanto riguarda il calcio italiano mi piaceva molto Gattuso però poi sono diventato più offensivo rispetto a quelle che erano le sue caratteristiche”.

Cosa ti piace del campionato italiano? Hai visto qualche partita la scorsa stagione?

“Il calcio in Italia è sicuramente molto intenso e il gioco è molto aggressivo e questo fa sì che anche si segni spesso in molte partite e sicuramente non vedo l’ora di far parte di questo mondo”.