Alex Menta: "Quello dei big datas è un filtro, poi iniziamo lo scouting dal vivo, non decidiamo tutto con un tasto. Ci sono errori che non rifarei"

21.03.2023 10:45 di Davide Marchiol Twitter:    vedi letture
Alex Menta: "Quello dei big datas è un filtro, poi iniziamo lo scouting dal vivo, non decidiamo tutto con un tasto. Ci sono errori che non rifarei"

A Tuttomercatoweb.com il Director of Analytics Alex Menta, a Londra per il TransferRoom, uno degli eventi più importanti a livello internazionale a proposito di calciomercato, ha parlato del Venezia e del modo arancioneroverde di fare il mercato: "Ho letto che sarebbe stato il computer, l'algoritmo ad aver scelto i giocatori per noi. Un tasto, un click e... Scelto. Follia, nulla di più sbagliato. C'è un lavoro profondo dietro".

Dati e scouting.
"Cerchiamo sempre di filtrare coi dati i giocatori che ci servono, i profili giusti e poi iniziamo con lo scouting dal vivo. Quello dei big datas è un filtro iniziale, una scrematura, ma poi partiamo con lo scouting live".

Trentuno anni, visto inizialmente con un 'data addicted'. Come è stato difficile l'impatto con l'Italia?
"E' un paese old school, anche per le facce e i volti che vedi in giro. Sono le stesse, a rotazione, ma io sono cresciuto con una metodologia e questo modo di lavorare non cambia. Io non vado a prendere calciatori perché dell'amico X o dell'agente Y. Se poi lo sono, ok, va bene, ma deve essere frutto del caso e non di una scelta".

E in questo paese 'old school', com'è usare questo approccio?
"Ora è una forza. Tre anni fa ero spaventato, andavo contro tutto e tutti. Adesso le squadre italiane, grazie anche agli investitori stranieri, ai fondi, stanno utilizzando un approccio che è molto sulla mia linea, sulla mia strada".

Una strada che ha visto il suo Venezia fare la scalata alla A ma anche il tonfo e la retrocessione
"Quel che rimpiango è, quando siamo andati dalla B alla A, aver cambiato troppo la rosa. Abbiamo fatto troppi cambiamenti, anno dopo anno, senza consolidare la rosa e il più grande errore è stato poi quel mercato di gennaio. Difficile da spiegare ma ci provo: ho la sensazione di aver cambiato 'tanto per'. Volevo cambiare per migliorare, ero conscio che non ci stavo riuscendo ma per l'idea del cambiamento, di provare a dare una svolta, l'ho fatto comunque".

Vi sono mancati anche giocatori d'esperienza:
"Abbiamo sbagliato a leggere lo spogliatoio, a non fare autocritica, a non analizzare le nostre debolezze la nostra forza dopo il buon inizio".

Un Venezia che ha le idee chiare, un suo percorso, ma che in questa B sta facendo fatica:
"Non siamo riusciti a controllare il desiderio di tornare subito in A con la realtà. Dovevamo tornare al modello di giocatori giovani con fame, con voglia, invece siamo tornati a un gruppo di ragazzi che ce l'aveva ma... Non è riuscito a metterla in pratica. E poi questa stagione, difficile, complicatissima. Amo e odio la B, ma non ci sono mai gare facili e spesso abbiamo sbagliato a leggerle. Però ce la mettiamo sempre tutta, con onestà, con serietà, con idee".

Altro che 'solo l'algoritmo':
"Guardate questo, questa chat interna: solo in questa stagione abbiamo visto 377 partite live. Altro che solo algoritmo: filtriamo i dati, ora abbiamo aggiunto anche componenti tecniche che sono un valore aggiunto. Sappiamo i profili che vogliamo, sappiamo quello che vogliamo e desideriamo farlo nel modo giusto".