Vanoli: "Siamo un cantiere e c'è da lavorare, ci vuole pazienza"

19.08.2023 15:15 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
Fonte: Giuseppe Malaguti, trascrizione a cura di Davide Marchiol
Vanoli: "Siamo un cantiere e c'è da lavorare, ci vuole pazienza"

Mister Paolo Vanoli ha inquadrato la sfida del suo Venezia contro il Como in conferenza stampa. Queste le sue parole.

Come sta la squadra?

“La squadra sta bene, abbiamo lavorato forte, non siamo ancora brillanti ma questo penso sia una cosa normale. Sarebbe stato preoccupante essere brillanti pronti via, ma allo stesso tempo penso che la gara contro lo Spezia da 120 minuti abbia fatto capire che a livello fisico abbiamo lavorato forte, la prestazione soprattutto sotto questo aspetto è stata ottima contro un avversario di livello. Di questo soddisfatto, poi è normale che facendo 120 minuti alla prima ci ha fatto un po’ modificare la settimana di lavoro, recuperare non era facile”.

Sulla linea difensiva c’è ancora da lavorare:

“A giugno avevo descritto le priorità, ancora non ci siamo ma capisco le difficoltà del direttore sul mercato. Se ho firmato questo contratto è perché sono consapevole che questo sia l’anno zero. Purtroppo, sulla linea difensiva bisognava intervenire molto prima. Aspetto con pazienza, lavoro, quelli che ho a disposizione stanno dando il massimo, secondo me anche con lo Spezia, a parte qualche sbavatura, hanno fatto una buona gara. Sverko, Idzes, Modolo sta iniziando anche lui, quest’anno ha fatto un ottimo ritiro, ma anche con Candela e Zampano non ci sono sostituzioni. Spero che le cose vadano per il verso giusto, la priorità è sistemare la retroguardia, sono fiducioso e aspetto. Ora sono concentrato sul Como e sui ragazzi come mia abitudine”.

Tessmann in cabina di regia sta diventando sempre più importante:

“Penso che a differenza dell’anno scorso le responsabilità del play siano aumentate, soprattutto a livello tattico, è normale che l’anno scorso potesse sbagliare qualcosa a livello tecnico e tattico, perché dietro c’era sempre un uomo in più che faceva da vertice. Il play con la difesa a quattro diventa il protagonista, anche in fase difensiva, perché è lui che deve decidere se entrare nella linea e abbassarsi. È un mio compito aggiungere questo compito a un ragazzo che, secondo me, che ha potenzialità, penso potrebbe diventare ancora più completo con le caratteristiche che ha. A Tessmann ho fatto vedere spesso Fiordilino, perché quel ruolo lo conosce bene e lo fa bene, poi è normale certe cose non si imparano dall’oggi al domani, durante la gara con lo Spezia, infatti, si sono anche invertiti a un certo punto. Il bello di questa squadra è che se lo capisce ha molta varietà, il calcio si è evoluto, soprattutto quando tu hai la palla, sempre con un ordine tattico che non deve mai mancare. Sicuramente Tessmann deve migliorare il posizionamento del corpo, capire i tempi di quando entrare nella linea, è un’esperienza completamente nuova e bisogna avere pazienza”.

TVS Giuseppe Malaguti – Come hai visto Olivieri? Come si inserisce nella squadra?

“Olivieri è un attaccante che per caratteristiche ci serviva per completare il reparto, sa attaccare la profondità, sa combinare, a Perugia ha fatto bene, ha l’età giusta, è maturo. Come per Christian mi avrebbe fatto piacere avere questi giocatori in ritiro. Chiedo sempre a voi e ai giocatori pazienza perché, quando i giocatori vengono qua magari scalpitano, ma allenarsi fuori rosa o a parte non è la stessa cosa e su queste cose sto molto attento. Lo abbiamo cercato perché volevamo un giocatore come lui, ma come per Christan ci vuole un processo di crescita, penso che una rosa importante vada tutelata, rischiare oggi pronti via un giocatore vorrebbe dire andare incontro a rischi eccessivi. Non me lo voglio permettere. Ogni giocatore deve fare la sua base, la Serie B è una maratona, come sta succedendo un po’ a tante altre è normale che siamo un cantiere. Perché, se arrivano pezzi in giorni diversi è sempre un cantiere, anche perché ci sono giocatori non solo in entrata ma magari anche in uscita. Vale per la maggior parte delle squadre, chi è riuscito a fare un mercato veloce come il Palermo o lo Spezia o il Parma sono squadra che si trovano più avanti nel processo. La ristrutturazione economica va a toccare poi tutti gli ambiti, speriamo tutti di avere al più presto l’assetto giusto per lavorare al meglio”.

Con il cambio di modulo a gara in corso a Cesena siete diventati più pericolosi:

“Un allenatore può partire con delle idee, poi mentre lavori, pur facendo un’ottima prestazione, ci sono ancora tanti punti in cui lavorare. Il compito di un allenatore è ottimizzare quello che ha, ho fatto questo perché ogni partita ha chiavi dii lettura, se avete visto anche lo Spezia dopo dieci minuti ha cambiato, è la bravura magari di chi ha assaggiato alti livelli. Johnsen rispetto a Pierini attacca un po’ più la profondità e lascia spazio per giocare con le punte. Pierini, secondo me, è un po’ più potente di Dennis, ma deve imparare a riconoscere meglio gli spazi. Johnsen essendo più istintivo riconosce meglio gli spazi, talvolta Pierini chiude invece lo spazio anziché aprirlo. Abbiamo preso un giocatore come Chris, può giocare con Pohjanpalo. A me piace attaccare un po’ di più, ma oggi devo farlo trovando un equilibrio, perché a centrocampo sono giovani, esuberanti, anche a loro piace attaccare. Preferisco da un certo punto di vista avere questa esuberanza, ma va trovato un po’ alla volta un equilibrio. Gytkjaer penso abbia fatto vedere venti minuti di ottimo calcio, ma poi con il tempo è calato, Olivieri può darci tanto. Dobbiamo trovare l’assetto giusto, siamo un cantiere, lavoriamo concentrati per trovare le giuste soluzioni”.

Come sta Svoboda?

“Una tegola quella di Svoboda, sapete che dico sempre la verità, ci sono giocatori che sono qua da tanto ed è giusto che ora facciano vedere chi sono. Bisogna altrimenti anche valutare le cose e salutarsi. Svoboda è un giocatore su cui mi ero concentrato perché, dopo tre anni devi far vedere chi sei. Purtroppo, è successo questo problema che aveva l’anno scorso, in estate sia lui che noi come staff medico non siamo stati bravi a curarlo e oggi lo dobbiamo aspettare. Il problema al tendine ora si sta curando ma ci vuole tempo, poi con una struttura come la sua, abbastanza imponente, diventa tutto un po’ più macchinoso. Questa è una lezione, l’ho detto a tutti, quando si fanno degli errori bisogna prendersi delle lezioni, così come dico a un giocatore di essere più professionista perché questo è il suo lavoro. Questi due aspetti ci devono aiutare a crescere nell’assetto”.

Haps?

“Haps sta bene, penso che la settimana prossima possa rientrare in gruppo. Ha avuto un problema serio ma qua, secondo me, lo staff medico ha fatto un grande lavoro. La settimana prossima penso per buona parte lavorerà con noi, anche se dopo tre mesi rientrare in gruppo è sempre un processo”.

Come vedi il Como?

“Il Como è una squadra allenata bene, hanno cambiato anche loro qualcosa rispetto all’anno scorso, è una squadra fisica. Ha giocatori interessanti, davanti si conoscono bene e li conosco anche io, Cerri l’ho avuto in nazionale. Hanno esterni di qualità. Secondo me è una squadra costruita e allenata bene, Longo è tra i pochi allenatori che l’anno scorso sono subentrati centrando l’obiettivo salvezza ed è uno dei pochi che hanno vinto un campionato di B arrivando in A. Lui, Pecchia, Corini, Bisoli, sono tecnici che hanno trovato la promozione quindi lo conoscono bene, con una società alle spalle ambiziosa, che vuole fare bene. Dopo lo Spezia sarà un altro test importante. Abbiamo il vantaggio di giocare davanti ai nostri tifosi. Noi ora dobbiamo guardare partita per partita, senza fare l’errore dell’anno scorso. Piedi per terra, abbiamo mezzi e qualità per fare qualcosa di importante, se capiamo come va fatto. Questo passa attraverso il lavoro. Massima umiltà, pochi reclami, daremo tutto come giustamente mostrato con lo Spezia. Oggi i tifosi sono orgogliosi di questa squadra perché la vedono dare tutto, piano piano i risultati arriveranno come l’anno scorso. Oggi non possiamo partire a livello tattico con quanto fatto l’anno scorso perché abbiamo cambiato tanto; quindi, ci vorrà del tempo per trovare il giusto assetto”.

Con l’aumento dei tempi di recupero si aprono nuovi scenari nella partita:

“Un aspetto da non trascurare, perché mediamente sono dai 10 ai 15 minuti in più, per quello dico che ti devi allenare forte in settimana. Diventa un’altra partita di attenzione, quegli 8-10 minuti sono importanti, c’è la stanchezza, c’è il caldo, chi sarà più lucido avrà la meglio. Noi in diverse situazioni non siamo stati lucidi, si aggiunge un’altra partita con questi recuperi. Poi penso che ieri sia un caso a parte, però può succedere, quindi dobbiamo lavorare anche su questo”.

Quando avrete tolto il cartello lavori in corso c’è l’idea che questa squadra possa arrivare dove è arrivata l’anno scorso?

“Sono una persona umile, ma dentro di me c’è ovviamente ambizione, voglio questo dai miei giocatori, guardo in faccia l’avversario, dico sempre che dobbiamo fare il massimo sotto tutti gli aspetti. Penso che oggi i tifosi si identifichino oggi in questa squadra, ma non per il risultato, ma per quello che dà, però allo stesso tempo qualsiasi persona che mette piede nel club Venezia dev’essere ambiziosa, però c’è una linea sottile tra l’essere ambiziosi e presuntuosi. Se noi lavoriamo sulle qualità di questa squadra con umiltà possiamo aspettarci qualcosa di importante anche se non so dove possiamo arrivare, ma ogni giorno che metto piede qua io e il mio staff ci chiediamo cosa si possa fare per migliorare. Io pretendo molto, poi sicuramente ci sono squadre molto più attrezzate di noi per ottenere qualcosa di importante, ma il bello della Serie B è che ci sono le sorprese, è meno delineata della Serie A. Il Sudtirol l’anno scorso ha fatto i playoff, il Cittadella ha fatto finali dei playoff, perché non parlano di A? Perché riconoscono le difficoltà di questo campionato. Noi dobbiamo essere umili, l’anno scorso invece la prima dichiarazione è stata che questa squadra era stata costruita per la A; invece, a novembre eravamo ultimi in classifica, di chi è la colpa? Dell’allenatore?

L’anno scorso abbiamo preso schiaffi sotto tutti gli aspetti, tecnici, economici etc… oggi lo stiamo pagando, io in primis, ma oggi Vanoli è seduto qua perché è convinto del suo lavoro e dei ragazzi che ha in mano. No voglio giocatori che non abbiano la mia ambizione e la mia fame, poi si pensa partita per partita, con l’idea di andare in campo dando tutto, se andiamo in spogliatoio pensando che si poteva fare qualcosa in più mi incazzo. Non è che mi nascondo dietro a un dito, mi dà fastidio quando si scrivono delle cose e il giocatore segue queste cose, se questa squadra qua fosse formata da giocatori di Serie A oggi tanti giocatori sarebbero andati in Serie A, non ci si va gratis.  Se ci vai vuol dire che sei veramente bravo. Io lo spero che succeda, quando succede vuol dire che sei stato bravo, quando ho un giovane lo voglio far diventare ambizioso, perché è una crescita, spero che la struttura di questa società sia indirizzata su questo, io, Tessmann, lo stesso Busio, che sono convinto abbia dei mezzi, ma deve saper rimettersi in gioco perché le cose sono cambiate, se lo saprà fare potrà dare tanto. Poi sicuramente accetto gli errori, Idzes è giovane, è appena arrivato in Italia, serve avere pazienza, Sverko anche lui è giovane e si è ritrovato a fare 120 minuti dopo due anni. L’altro giorno l’ho visto entrare triste e l’ho subito caricato, chi entra qua dev’essere contento e pensare che si può lavorare per migliorare”.