Venezia-Sampdoria 3-1, UP&DOWN degli arancioneroverdi

La rubrica dedicata agli Up&Down delle partite del Venezia: il ritorno al Penzo degli arancioneroverdi vale altrettanto la vittoria con la Sampdoria
09.11.2025 08:00 di  Flavio Zane   vedi letture
Venezia-Sampdoria 3-1, UP&DOWN degli arancioneroverdi
© foto di Venezia FC/s.fornasini

Nella dodicesima giornata di Serie B, il Venezia rialza la testa piegando la Sampdoria con il risultato di 3-1. A sbloccare il match ci pensa Gianluca Busio al 24’ minuto, bravissimo per tempi e freddezza a incunearsi tra le maglie della difesa avversaria sul servizio propiziato da Doumbia e battere Ghidotti. Successivamente, sono sempre gli arancioneroverdi a trovare il gol, esattamente dieci minuti dopo, dopo che, con un tocco di velluto, Kike Perez taglia con il collo del piede per la corsa in area sulla destra di Hainaut che raddoppia.

Nella ripresa, gli ospiti provano a interrompere il predominio veneziano, in particolare modo con Coda, pericoloso in più di una circostanza, fino a trovare il gol che riapre la partita con Henderson, che, al 67’ minuto, calcia dalla distanza un tiro rasoterra che passa tra molte gambe e sorprende Stankovic. A rassicurare il finale di match ci pensa però il subentrato Fila, il quale, ancora dieci minuti dopo, lavora a meraviglia con Yeboah che gli restituisce in area un pallone che l’attaccante infila in rete per quello che sarà il definitivo risultato di 3-1

UP

3) KIKE PEREZ

Sono tante le note liete tra i giocatori scesi in campo al Pier Luigi Penzo contro la Sampdoria a un punto tale che, per i soli limiti di spazio, quelli dei tre gradini del podio che caratterizza questa particolare rubrica, non potranno essere tutti inclusi. Ne è un esempio in questo senso certamente la prova di Hainaut, ennesima performance in questa prima parte di campionato, miscelata da tante iniziative offensive (seppur anche qualche sbavatura difensiva) e il suo primo pregevole gol in maglia arancioneroverde, valso il momentaneo 2-0, su una magia del solito Kike Perez.

Proprio su quest'ultimo concetto, lo spagnolo non può essere che premiato anche a seguito di questa partita. L'ex Valladolid, partita dopo partita, ha già assuefatto tanto il suo pubblico a suon di giocate da aver creato in esso già una sorta di abitudine, quella riservata a calciatori dotati un esclusivo bagaglio tecnico. E in una gara caratterizzata da tanti spunti interessanti di diversi giocatori, il colpo di velluto per Hainaut, a cui vanno sommate numerose giocate in mezzo al campo con i compagni o a nascondere una palla parsa imprendibile per gli uomini in maglia blucerchiata quando in suo possesso, sono abilità già considerate la norma.

Ecco perché, un pizzico di giocate in meno rispetto al solito, la sua prova passa quasi come "normale", quando di normale ha davvero poco. Non c'è però da stupirsi o da meravigliarsi, in quanto è ormai sempre più assodato come per tutti che, tale grandi aspettative nei suoi confronti siano legate alla grande fiducia che il pubblico arancioneroverde ha nei suoi confronti. Perché, che Kike Perez sia uno degli elementi che sta oggi permettendo al Venezia di elevarsi tecnicamente in questo campionato, è un aspetto piacevolmente ripetitivo che non sorprende più nessuno.

2) DOUMBIA

Che l'occasione sciupata in area di rigore contro il Catanzaro fosse un incidente di percorso, ne è una prova l'assist messo a referto per Busio che, oltre a permettere al Venezia di trovare il preziosissimo gol che sblocca, significa per il giocatore ritrovare la traccia della strada che, con i due gol siglati consecutivamente a Carrarese e Sudtirol, lo stavano già innalzando a quell'elemento dalle grandi potenzialità di altra categoria invocato anche dal tecnico Stroppa in una delle sue precedenti conferenze stampa.

In effetti, in particolar modo nel primo tempo, oltre ad elevarsi per il suo grande dinamismo e nelle sue doti in pressing e in rottura dell'azione, Doumbia ha confermato di essere in possesso di piedi tutt'altro che poco raffinati che, oltre a doti fisiche e atletiche impressionanti, ne fanno un elemento universalmente da tenere d'occhio. Anche contro la Sampdoria, il centrocampista italiano ha poi sfiorato il terzo gol del suo campionato quando, con eccellente conclusione a seguito di una dirompente iniziativa personale al 40' minuto, solo una prodezza di Ghidotti ha evitato di portare i suoi all'intervallo su un mortificante passivo di tre gol. Poco più tardi, con un azione analoga, Doumbia ci riprova caparbiamente, anche a costo di non servire i compagni meglio posizionati, questa volta da dentro l'area e non riuscendo a inquadrare la porta. E in attesa di attendere anche il suo definitivo step tattico, il Venezia può godersi già da ora un altro elemento dalle potenzialità sconfinate, ma già ora decisamente importanti. 

1) BUSIO

Coadiuvato da Doumbia, con un azione di vanoliana memoria, il centrocampista statunitense apre al 24' minuto le danze di una partita sin lì molto simile a quelle giocate dal Venezia contro Sudtirol e Catanzaro, con una squadra dominante, quella arancioneroverde, ma in attesa della scintilla giusta per cambiare il canovaccio della partita. Esattamente come contro gli altoatesini al Penzo, aspetto invece mancato e tanto invocato in terra calabrese, è l'inserimento di un centrocampista a rompere gli indugi, da parte di un giocatore parso, in questa prima parte di stagione, tanto diligente e utile alla manovra quanto poco inspirato in fase offensiva.

Il gol contro la Sampdoria è una meraviglia per tempi ed esecuzione e una gemma in una prestazione sin lì già più audace del solito, ma anche nuovamente di sacrificio quando all'occorrenza, in un secondo tempo molto più combattuto contro un avversario onorevolmente guerrigliero, nonostante tutte le difficoltà del momento, per poi ritornare estremamente partecipe nell'innescare nuove scorribande offensive in ripartenza, approfittando dei maggiori spazi inevitabilmente concessi da un avversario spintosi in avanti. In poche parole, una prova completa, molto probabilmente la sua più esaltante a livello personale in questa stagione.

DOWN

NESSUNO

Come spesso accaduto in questa prima parte di stagione, il Venezia è riuscito con non scontata agevolezza a eludere il grande pressing che, anche la Sampdoria, ha provato a esercitare sugli uomini in maglia arancioneroverde per cercare di evitare una partita trascorsa per lo più all'interno della propria trequarti campo. Nel primo tempo, la missione non è quasi riuscita alla squadra blucerchiata che, a eccezione della conclusione di Coda, perso da Schingtienne e neutralizzata da Stankovic, subito dopo al primo vantaggio dei padroni di casa, non è mai riuscita a rendersi minacciosa. 

Nella ripresa, la musica cambia dopo pochi minuti, con gli ospiti che, per una buona parte di partita, riescono a trovare maggiore incisività, ribattendo colpo su colpo al Venezia se non addirittura ad alcuni momenti di sofferenza. Il bomber Coda rimane particolare minaccia, sebbene non sia fortunatamente ispiratissimo anche quando Hainaut lo dimentica al limite dell'area, con questi che però non riesce a trovare lo specchio della porta. Sempre lo stesso Hainaut eccede nella giocata pochi minuti più tardi, permettendo a Henderson di calciare verso la porta e trovare, con un pizzico di fortuna, uno Stankovic sorprendentemente impreparato. Esattamente come Schingtienne e soprattutto Hainaut, anche il portiere del Venezia ha la possibilità di risollevarsi egregiamente, tre minuti più tardi, intervenendo con un colpo di reni sul tiro di Coda vicinissimo al pareggio.

Per chi si riscatta, c'è poi chi non disdegna. E' il caso di Franjic, che sfrutta sufficientemente bene la possibilità di tornare titolare dopo l'infortunio di Sverko, ma anche di Adorante, poco coinvolto attivamente nella produzione offensiva, ma molto mobile e utile nei suoi movimenti a portare via con sé i difensori avversari. Bene Fila, in gol in uno dei suoi bagliori intermittenti di talento, così come Yeboah, croce e delizia tra giocate superlative e altre troppo testarde. Infine, una menzione a Svoboda è quasi un dovere, vista l'autorevole prova sia in impostazione, nel quale mette riesce a mettere in risalto una capacità tecnica non irrilevante per un difensore, sia per gli innumerevoli contrasti vinti e per un livello di concentrazione a attenzione eccelso e degna della fascia da capitano.