Antonelli: "I gol di Pohjanpalo sono merito delle idee portate dal mister, a gennaio con Vanoli abbiamo guardato tutti negli occhi. Sui tifosi..."

13.05.2023 09:00 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
Antonelli: "I gol di Pohjanpalo sono merito delle idee portate dal mister, a gennaio con Vanoli abbiamo guardato tutti negli occhi. Sui tifosi..."

A Il Foglio (leggila integralmente qui) il ds Filippo Antonelli ha fatto il punto della situazione in casa Venezia tra la rivoluzione di gennaio, la salvezza aritmetica e il sogno playoff. Queste alcune delle sue dichiarazioni più importanti:
“Abbiamo chiuso un capitolo. Ma la missione non è finita: ora pensiamo solo al Perugia. Poi alla partita dopo. E via così, per costruire una mentalità vincente. Siamo stati il fanalino di coda del campionato, abbiamo intrapreso una rivoluzione tecnica nel mercato invernale, ancora a marzo eravamo in bilico. Pohjanpalo? Merito dell’allenatore e delle sue idee di calcio, finalmente assimilate”.

L'arrivo a Venezia:
“Quando sono arrivato ho trovato un ambiente demotivato, immobilizzato dalla paura. Era necessario rischiare qualcosa, puntando sulle motivazioni dei nuovi arrivati. Prima di passare alle firme il club ha lavorato da squadra. E insieme a mister Vanoli e agli altri membri dell’area sportiva abbiamo guardato i giocatori negli occhi: giovani vogliosi di mettersi alla prova e qualche innesto d’esperienza disponibile a essere leader. Tutti convinti dal progetto, più che dall’ingaggio”.

Il ritorno dell'entusiasmo tra i tifosi:
“La sorpresa più piacevole ma ci ho sempre creduto. C’è tanta fame, voglia di rivalsa e grande calcio: una coesione totale fra tutte le componenti. Dalla comunità alle istituzioni. Il presidente ha ricordato ai ragazzi le analogie con il 2021: fu allora, dopo una convincente salvezza, che si gettarono le fondamenta per la promozione. Forse la crescita del club era stata anche troppo veloce. Ma per essere da Serie A bisogna lavorare da Serie A. Sempre, a prescindere dalla categoria”. Meglio un moto perpetuo verso l’alto. E lasciare le onde al mare, più che al pallone.