ESCLUSIVA, Nicola Binda (Gazzetta): "A Venezia un capolavoro, non sempre le rivoluzioni di metà anno portano risultati. Ai playoff..."

24.05.2023 17:37 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA, Nicola Binda (Gazzetta): "A Venezia un capolavoro, non sempre le rivoluzioni di metà anno portano risultati. Ai playoff..."
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© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com

Il campionato di Serie B si è concluso e mancano solo i verdetti di playoff e playout. Il Venezia ha chiuso con un miracolo, arrivando a qualificarsi per i playoff al termine di un campionato ricco di insidie. Per fare il punto della situazione sugli arancioneroverdi e su tutta la cadetteria in generale abbiamo intervistato in diretta Nicola Binda, questo un estratto di quanto detto dal giornalista della Gazzetta dello Sport.

Uno sguardo complessivo al campionato di Serie B 2022/2023 che si è appena chiuso:

“Difficile dire se sia stato più bello o più brutto di altri, di sicuro è stato un campionato dove non si sono viste tante vittorie nette, c’era un equilibrio tale nei novanta minuti che lasciava sempre le partite aperte, abbiamo visto nel finale diversi ribaltoni. Da questo punto di vista è stato un campionato emozionante. Il suo fascino è stato l’equilibrio che si è creato nei novanta minuti delle sfide, con un’incertezza che si è vista anche in classifica, a parte le prime due che alla lunga hanno preso il largo, seguite poi dal Bari, le altre sono rimaste tutte vicine. Abbiamo visto squadre vincere due o tre partite di fila passando dall’inferno al paradiso e viceversa. Il caso più eclatante è il Venezia, che fino a un mese dalla fine era impelagato nella corsa salvezza e ora si gioca i playoff, la bellezza di questo campionato è anche questa, con una classifica cosa corta alcuni destini sono cambiati nel giro di un mese. Le più grandi sorprese direi sono state in fondo alla classifica, a inizio anno c’erano tante candidate alla A e la vera domanda era su chi sarebbe retrocesso, non si vedevano tante squadre in difficoltà come l’anno scorso. Le neopromosse erano tutte pronte, il Sudtirol e il Bari infatti sono a giocarsi i playoff e il Palermo li ha persi per un soffio. Forse proprio il Sudtirol poteva essere una candidata, ma è partito benissimo, c’era poi il Cosenza che ogni anno parte dovendo salvarsi, poteva esserci il Cittadella, spendendo meno di tutti magari ha qualche difficoltà, ma anche loro si sono tirati fuori. La sorpresa, quindi, sta nel vedere così in fondo squadre che sembravano candidate alla lotta per la Serie A, come il Benevento, il Brescia, la SPAL, lo stesso Perugia l’anno scorso era ai playoff. La vera curiosità era non scoprire chi va in Serie A, ma chi va in C. Il bello della B è questo, in A è difficile vedere destini che cambiano così repentinamente”.

Abbiamo vissuto un’ultima giornata particolarmente tirata, con tanti verdetti negli ultimi novanta minuti:

“All’ultima giornata c’erano 14 squadre che hanno conosciuto il loro destino, su 20 vuol dire che erano quasi tutte ancora in ballo. Io ero a vedere Palermo-Brescia, nel primo tempo il Brescia non era sceso in campo, con un Palermo devastante, l’involuzione poi nel secondo tempo è stata incredibile, nella ripresa il Brescia ha trovato coraggio e il Palermo non si è ripreso, finendo col farsi fuori da solo. Il vero clamore però lo desta la sconfitta del Pisa perché perdere con la SPAL già retrocessa li ha tagliati fuori dai playoff. I playout poi per il Brescia saranno una novità quasi assoluta, il Cosenza invece già lo ha fatto l’anno scorso, di questi tempi si era già giocato contro il Vicenza, con il Cosenza che in casa ribaltò la sconfitta dell’andata per una serata che in Calabria ancora si ricordano. Stavolta il Cosenza gioca l’andata in casa, uno stadio da tutto esaurito che però ci sarà anche a Brescia nella gara di ritorno. Sono sfide che regalano emozioni ed incertezza, io vivrei solo di playoff e di playout, guardate anche in C quanta incertezza c’è, ma è bello avere una volta all’anno un mese così intenso”.

Come vedi il lotto di squadre per i playoff?

“Il piazzamento in classifica può aiutare, il Bari arrivato terzo ha il vantaggio che con quattro pareggi va in Serie A. Con le cinque avversarie dei playoff in campionato poi non ha mai perso. Quindi tutto fa pensare sia favorito. Però giocherà in casa davanti a 40 mila spettatori e in casa con lo stadio pieno in campionato ha vinto di rado, ha vinto quando ha avuto una quantità di pubblico normale. Mentre fuori casa ha fatto più punti di tutte. Paradossalmente possono fare più colpo in trasferta che in casa. Il Parma ha giocatori fortissimi, poco abituati forse però alla battaglia. Se bastano le giocate vincono loro, però ci sarà anche il momento in cui ci sarà da stringere i denti e usare la baionetta. Mi è piaciuto molto il Cagliari, come ha normalizzato la situazione Ranieri, poi ha il capocannoniere del campionato e individualità di spicco, oltre a Lapadula ci sono i vari Rog e Nandez. Chi sta meglio di tutte forse è il Venezia, che in un mese è passata dalla paura di retrocedere a questo entusiasmante traguardo, so che il Venezia poi vive questi playoff con grandi motivazioni, c’è voglia di fare il bis dopo la promozione di due anni fa. Al di là dell’ultima sconfitta di Parma è una squadra in gran forma e con Vanoli sembra aver trovato la quadratura del cerchio, con i gol di Pohjanpalo che è una delle sorprese più belle di questo campionato. Tra Sudtirol e Reggina non credo ci sia una candidata, le metto un gradino sotto, ma guai a trascurare Bisoli e Inzaghi”.

Il Venezia si è appunto ridestato dopo le grosse difficoltà iniziali, come hai visto da esterno il lavoro iniziale di Javorcic, tecnico che era in rampa di lancio, e poi i cambiamenti importanti tra l’arrivo di Vanoli e il mercato di gennaio?

“Sono convinto che le strategie di tante proprietà straniere, tra le quali c’è il Venezia, siano rispettabili, ma devono adattarsi meglio alla realtà del calcio italiano. Vediamo realtà straniere che cercano con lo scouting giocatori da finalizzare e rivendere, vengono per fare business non giriamoci troppo intorno. Il Venezia era convinto così di poter affrontare la B nel modo migliore, con un allenatore emergente e poliglotta, poteva parlare con gli stranieri meglio di tanti allenatori italiani. Però da solo non è riuscito a costruire una squadra, perché le diverse etnie, culture, abitudini, dei giocatori richiedono un tempo enorme per arrivare a regime. Mi raccontavano di una squadra sfilacciata, non era nato un gruppo. Con Vanoli e con l’arrivo soprattutto di un direttore come Filippo Antonelli che ha un po’ di esperienza a questi livelli sono state gettate le basi per un gruppo forte. Ho fatto un’intervista a Pohjanpalo poco prima del poker al Modena, mi ha parlato di un gruppo fantastico, si frequentano anche fuori dal campo, non c’era più quella mentalità iniziale e quella sensazione di sfilacciamento, c’è più attaccamento alla causa. Il lavoro di Vanoli poi a livello tattico ha portato diversi cambiamenti rispetto al lavoro di Javorcic, l’arrivo di nuovi giocatori, la gestione di Antonelli, tutti questi fattori, uniti ai primi risultati convincenti arrivati nel girone di ritorno hanno portato a questa bellissima rimonta. È stato un capolavoro di strategia calcistica che non sempre riesce, in tante a metà stagione fanno la rivoluzione per salvarsi, in tanti casi però i cancelli sono aperti e i buoi sono scappati, c’è poco da rivoluzionare”.

In calce la videointervista completa, questo il link diretto: https://youtu.be/T6C7hyN5Cr0