Ecco a voi il nuovo episodio de “Tutti gli uomini di Paul Kalkbrenner “

10.01.2022 10:15 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Ecco a voi il nuovo episodio de “Tutti gli uomini di Paul Kalkbrenner “

BIM BUM BAM

VENEZIAMESTRE - AC MILAN 0-3

È un mondo difficile.                                                                                                                                                                            E vita intensa.                                                                                                                                                                  Felicità a momenti.                                                                                                                                                               E futuro incerto. 

Che per salvare l’Unione quest’anno non sarebbe bastato pilotare un aeroplano in compagnia di alcuni amici di fiducia, sbronzi come scimmie di Montenegro, lo sapevamo tutti, nessuno escluso. Sapevamo anche che non di rado ci saremmo immersi placidamente in vasche colme di umiltà, odorando a pieni polmoni il lusinghiero sapore della sconfitta contro squadre più attrezzate. Ammettiamolo: tutti sapevamo tutto. Ma ora che forse per la prima volta da inizio campionato stiamo assistendo ad una fase involutiva dei ragazzi, ora che si sente ben distinto l’assordante rumore dei nemici a bordo dei loro puledri di razza, ora che il Covid infuria portandosi appresso tutta una serie di decisioni raffazzonate in qualsiasi ambito, lo ammettiamo, per noi stessi è dura non cedere alla via dello smarrimento. Eppure non lo faremo. Certo, prendere puntualmente gol dopo manciate di secondi di ogni frazione fa incazzare come delle foche leopardo, e da quanto letto in giro pure al venerdandissimo Mahatma di Valdagno devono essere girati i cosiddetti. Ma non va dimenticato che chi avevamo di fronte oggi era niente popò di meno del Milan, lontano parente di quello da operetta di qualche anno fa, incamminatosi ora come un pellegrino di Santiago sulla strada della redenzione e del ritorno ai fasti del tempo. Una squadra composta da alcune bestie mitologiche per atleticità e fisicità, come il giovane Ibra, l’esuberante Leao, l’afrodisiaco Kalulu. Probabilmente, anzI sicuramente la miglior squadra vista al Penzo, insieme ai cugini di nero blu vestuti. Non era insomma questa la partita in cui andare a raccogliere punti come pomodori del Tavoliere, armati di cestino e sorriso a trentadue denti. Vero è però che, se non c’era alternativa alla sconfitta, un pensierino sul “come” sarebbe stato opportuno farlo. Queste imbarcate sono colpi di scopa di saggina Pippo ad un morale che è evidente stia veleggiando su livelli molto inferiori rispetto a quelli di solo qualche settimana fa. Dopo la simpatica giornata di cabaret in quel di Salerno, Zanetti era costretto a mosse quasi forzate: Svoboda a rimpiazzare lo squalificato Caldara, data l’assenza del Gran Capitan Modolo, Mazzocchi terzino destro quale unica alternativa all’esplosione dello Spread, centrocampo di lotta e governo con Ampadu, Busio e Cuisance dalle bionde e belle sperance, attacco fantasia portami via con l’eclettico Okereke e il decano Aramu a supporto del bisonte d’Orleans Henry. E così, dopo i classici centoventi secondi di speranze e birre a malapena sorseggiate, sulla nostra destra si apriva una voragine degna della faglia di Sant’Andrea con Leao che invitava l’atavico Ibra a concludere a porta sguarnita con il più semplice dei tocchi. Ooopps, I did it again, direbbe la poetessa di McComb Britney Jean Spears. Da quel momento preciso il primo tempo diventava una specie di bozzolo di agonia. Romero e Svoboda intraprendevano una battaglia all’ultimo sangue con il brivido, lasciandosi sfuggire palloni come saponette di Marsiglia, ma se l’istrionico estremo difensore alla fine risultava efficace, per la principessa Sissi della laguna il bottino della giornata era un rigoglioso cestino di cazzi amari tardivi di Treviso. Nel mezzo del cammin di due/tre palle gol abbastanza evidenti per i rossoneri, i leoni a voler essere onesti come gli intellettuali subivano la non interpretazione di Irrati, che sorvolava su un atterramento volante e plateale di Henry, ma ormai sappiamo che il regolamento del gioco del calcio ha la valenza degli inviti a orinare dentro i perimetri del water che si trovano appesi nei migliori bar di periferia. Una volta raggiunto l’intervallo, senza neppure un perché, il sentire comune era quello di averla tutto sommato scampata bella e che magari, come visto in passato, si sarebbe assistito ad una reazione. Mai pensiero in realtà poteva essere più sciocco perché come nelle migliori tradizioni al minuto due il Milan passava nuovamente con Theo Hernandez, che con una giocata alla Mazzocchi su Mazzocchi (oggi in giornata da Oki a stomaco vuoto) apriva una nuova rotta di navigazione nella difesa unionista prima di scaraventare una sassata alle spalle di Romero, con tanti saluti alla partita. In realtà i saluti erano solo sinceri arrivederci, perché Svoboda combinava un altro frittatone perdendo una palla sanguinosa come la Madonnina di Civitavecchia, rimediando il tutto con un altro grande classico della nostra stagione, la parata di mano in condizioni tutt’altro che inevitabili. Espulsione, rigore, tre a zero e la messa a questo punto era davvero finita. Rimanevano in realtà ancora diversi minuti, che il Milan impiegava in una visita guidata alle vetrerie di Murano, mentre i nostri provavano a combinare qualcosa di buono per instillare un po’ di speranza nel futuro, talvolta con Crnigoj, talvolta con Johnsen, talvolta con un assolo di Kiyine Frusciante. Troppo poco, eppure fin troppo. Finiva nel tripudio ospite mentre a noi non restava che leccarci le ferite come timidi cerbiatti. C’è poco da dire, è stato un VeneziaMestre mollo, come suggerito dalla scritta quasi profetica del nostro azzeccatissimo sponsor che lampeggiava con generosità sui cartelloni pubblicitari. Di buone notizie ce ne sono poche se non quella, importantissima, che i bar rimarranno aperti anche con il tetto di 5.000 spettatori: ce n’era davvero bisogno. Vale però la pena ricordare che anche l’anno scorso il nuovo anno è coinciso con il nostro momento più difficile e tutti poi sappiamo come è andata a finire. Domenica arriverà il sorprendente Empoli, anche lui reduce da una giornata alle terme dell’umiltà. Abbiamo due strade davanti a noi: arrenderci e pensare che andrà tutto male, oppure continuare a crederci, più o meno intimamente, stringendoci intorno alla squadra nella speranza che i ragazzi piazzino un colpo di orgoglio. La classifica fa più paura, ma nulla è compromesso ed una o due vittorie possono cambiare il senso di un campionato, anche se questo campionato un senso non ce l’ha. Spezia docet. Noi staremo sempre da quest’ultima parte.

NOI CI CREDIAMO

IL PAGELLONE

ROMERO: se il buongiorno si vede dal mattino, ultimamente el Sergio Nacional non deve aver avuto molti sentori di ottimismo visto che per l’ennesima volta pronti via ed è già svantaggio. Alla fine della giornata conta tre melograni sugosi nella bisaccia, ma noi tutto sommato non abbiamo nulla da rimproverargli. DIRETTA STADIO ED E’ SUBITO GOL voto 6

MAZZOCCHI: se in fase di spinta riesce quasi sempre a dire la sua, è nella fase difensiva che il buon Paco in serie a rischia di andare in tilt come i flipper degli anni ‘80. Ma col Signore delle Trecce volato in Africa l’unica soluzione è puntare su di lui e sperare che gli incubi di nome Leao ed Hernandez non gli tolgano il sonno troppo a lungo. COME PUO’ UNO SCOGLIO ARGINARE IL MARE voto 4,5

SVOBODA: la squalifica di una giornata tramutatasi in scomunica latae sententiae di Caldara costringe il profeta di Valdagno a puntare sul giovane austriaco; reduce da un periodo non felicissimo, ci mette pochi minuti a rassicurare tutti sul fatto di non essersi ancora ripreso bucando un intervento che di fatto spiana la strada per il primo gol rossonero, poi completa la frittata nella ripresa con una serie di goffaggini che costano terzo gol ed espulsione. SO’ RAGAZZI voto 4

CECCARONI: gioca con onestà contro degli avversari mostruosi, portando a casa una mezza imbarcata ma mantenendo integra la sua dignità umana. UNICEF voto 5,5

HAPS: fin quando il risultato è vagamente in discussione danza per il campo su ritmi caraibici senza lasciare particolari ricordi se non un paio di passaggi ostentatamente sbilenchi; poi incomincia a giocare bene sullo 0-3 in un uomo in meno, contenendo e spingendo con decisione, ma è tardi e la frittata è bella che fatta, finita e pure raffreddata. BELLODINOTTE voto 5,5

AMPADU: riesce sempre a mettere una zampata sulle manovre rossonere lasciando la sensazione di essere uno dei pochi a non avere avuto particolari cali di tensione, tentando anche di spronare i compagni a crederci un po’ di più, con risultati altalenanti. RADIO FRECCIA voto 6

BUSIO: leggerino e non sempre efficace, su un suo tuffo avventuroso i difensori del Milan per poco non fanno la frittatona commettendo un fallo di mano che in genere viene punito col rigore dagli affidabilissimi ed uniformissimi arbitri italiani, ma nonostante il clima lappone oggi per noi non ci sono pacchi sotto l’albero. BEFANA voto 5,5 - FIORDILINO: dopo un paio di comparsate in coppa italia, alla cena coi parenti e a ballando con le stelle, torna finalmente in campionato e speriamo ritrovi presto lo smalto giusto, perchè di gente con lo smalto ce n’è bisogno. CHIARA FERRAGNI voto 6

CUISANCE: un esordio amaro come un amore mai nato, nel quale però non manca di far vedere qualche spunto interessante. Se son rose, roseranno. Speriamo non sian cachi. BELLE SPERANCE voto 6 - CRNIGOJ: pur giocando solo mezzora si candida a mani basse come migliore dei nostri, con una prestazione di cazzimma, fisico e tanta voglia, trovando anche modo di calciare bene in porta un paio di volte senza tuttavia trovare la bordata alla Mark Landers che lo contraddistingue. MAPPET voto 6,5

ARAMU: nel primo tempo pare uno dei pochi a provarci con un paio di cross, o forse tiri, non si è capito bene, che potevano anche aver miglior sorte. Poi nella ripresa si capisce che il suo tempo è finito, e come un elefante conscio della sua sorte si dirige caracollante verso la panchina. CARPE DIEM voto 6 - KIYINE: innamorato come non mai della palla, riesce comunque a destare sensazioni positive. TAMPONE RAPIDO voto 6

OKEREKE: con la sua esplosività crea barlumi di scompiglio nella retroguardia avversaria, senza mai del resto andare nemmeno vagamente vicino a concretizzare qualcosa. Nella ripresa si dissolve in una selva di dribbling su se stesso, per poi ricomparire giusto il tempo di mangiarsi il gol della bandiera con la porta spalancata davanti. DARKO PANCHEV voto 5 - BJARKASON: esordio da raccontare ai nipoti, una corsa, due passaggi, tanto basta. ARRIVEDERCI A PRESTO voto 6

HENRY: c’era un (quasi?) rigore su di lui, che assieme al (quasi?) rigore su Busio fanno due quasi rigori non dati. In spiaggia da ragazzini facevamo ai tre angoli un rigore, il signor Irrati davvero non conosce le regole. PROVACI ANCORA THOM voto 5,5 - JOHNSEN: entra bene e sembra tornato quello che conosciamo, a tratti imprendibile e a tratti incomprensibile, peccato che lanciato davanti al portiere la sua leggerezza lo porti a volare via come un fanciullo sulla spallata neanche troppo convinta di Hernandez. PESO PIUMA voto 6,5

ZANETTI: schiera un 11 coraggioso con tanto di artiglieria pesante davanti, ma se in alcuni reparti c’è perfino abbondanza, in altri la coperta è corta, le scelte obbligate, e i risultati negativi. se è vero che prendere una mezzarumba da questo Milan ci può anche stare, sono alcuni recenti pattern mentali a preoccupare: la sindrome del gol a freddo, la sindrome della parata del difensore, la sindrome del crederghe ma neanca massa. Stiamo ancora sopra ma gli avversari non staranno ad aspettare che ci rialziamo come Sante Pollastri, quindi sarà bene serrare i ranghi e ritrovare compatezza prima di subito. GIRARDENGO voto 6