Il coraggio di cambiare

31.07.2023 18:52 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Il coraggio di cambiare

Credo che la ragione per cui ci stupiamo del numero di abbonamenti venduti finora sia proprio uno dei motivi principali per cui facciamo questa figura ai botteghini da diverse estati oramai. Ovvero, non ci conosciamo. Non ci conosciamo noi come popolo, come città, come squadra di pallone, ed ovviamente fa molta fatica la società arancioneroverde a capire con chi ha a che fare. I “Veneziani”.. ma che specie strana, complicata, in eterno mutamento ma poi così conservatrice, orgogliosa del passato ma ambigua nel presente che le sta sfuggendo rapidamente di mano. Ed allora, con estrema umiltà, proviamo ad aiutare a far comprendere ai nostri nuovi dirigenti societari il guaio in cui sono andati ad infilarsi.

Dovendo discutere della campagna abbonamenti non si può non partire dalla matematica più spiccia e semplice, che però ci aiuta agilmente a ragionare. Venezia “centro storico”, 49 mila abitanti a farla grande, età media molto avanzata, problemi di vita quotidiana diffusi, passione per lo sport piuttosto rarefatta, orgoglio per una città svenduta al Dio denaro paradossalmente incalcolabile;  il risultato è che, fatta eccezione per qualche buon gruppo da Lido ed isole varie, la platea a cui si può puntare per un motivo o un altro non supera le 4-5 mila unità. Mestre, Marghera, Campalto e Favaro (per restare nel comune): abitanti circa 140 mila, fascia di età eterogena, passione per lo sport discreta, senso di legame per Venezia ed il Venezia Fc “da migliorare”; potenziale di tifosi ampio.

Ora veniamo ai problemi di base che riguardano la nostra amata Unione, riassumendoli per estremi capi. Abbiamo molti veneziani di isola che vedono nel ponte della libertà uno dei simbolici motivi principe della decadenza cittadina, e tutto ciò che viene dal di là non sarà mai, totalmente, completamente accettato e condiviso. Dall’altra parte invece abbiamo una terraferma che ha un legame fortissimo con San Marco, la laguna e la storia Serenissima, figli  e nipoti di veneziani costretti a trasferirsi, famiglie innamorate delle tradizioni come il Redentore, il Carnevale, il boccolo, che si sentono, E SONO, veneziane; infine c’è quella parte di città orgogliosa e fiera del passato Mestrino, spesso tramandato, per scopi puramente politici ed ideologici, come contrapposto, se non rivale, alla città di Mare, ignorandone quel cordone ombelicale che ci lega da migliaia di anni; questi sono i ragazzi che preferiscono stare davanti alla tv, comprarsi le magliette di Juve e Milan, andare a Venezia per una passeggiata o un po’ di festa e poco più, come qualsiasi altro veneto.  In parole povere, riassumendo, molti veneziani non considerano mestrini ed affini come veneziani veri ed i mestrini che si sentono veneziani fanno sempre più fatica ad accettarlo, mentre gli altri trovano nuovi motivi per continuare la loro battaglia di divisione.

Ecco, questa è la città che state rappresentando. Ed io credo che non solo abbiate la possibilità di aumentare esponenzialmente il numero di afecionados e followers, ma anche di cambiare il Dna stesso di questo popolo. E’  inutile che torni sul discorso del nome, tanto non ci ascolterete mai e di polemiche sono esausto, ma avete la necessità, oramai improrogabile, di riunificare questa straordinaria, quanto unica, realtà. Il nome Unione, per esempio, è già lì pronto per voi, scommetteteci, credeteci, date quella spinta che manca ad un’intera provincia affinché si possa ritrovare coesa sotto la stessa bandiera. E ci sono diversi modi per riuscirci, primo: dalla riviera alle spiagge, dalle isole lagunari ai confini padovani e trevigiani, deve essere chiaro a chiunque che questa è la terra arancioneroverde, la casa del VeneziaMestre. Dovrete prendervi la terraferma e per farlo servirà un piano, un’idea, un settore societario e persone che ci credano, perché bisognerà inondare Mestre e dintorni dei nostri colori, dovrete trovare locali, bar, pizzerie che trasmettano le partite dell’Unione, dovrete essere presenti in città, creare eventi, appuntamenti, coinvolgere sempre e sempre di più.

Dovrete lavorare tantissimo nelle scuole dove chi va ancora al vecchio Penzo viene ancora visto come un essere mitologico, anziché la naturale espressione del proprio orgoglio veneziano. Dovrete coinvolgere i ragazzi della curva e lavorare assieme al di là della dottrina ultrà per attirare sempre più giovani che sentano vibrare il cuore quando ci sarà da cantare e gioire per la propria terra. Dovrete dare una mano a chi scrive, parla, racconta gratuitamente, solo per passione, gli eventi che girano attorno al Venezia Fc. Dovrete ascoltare la vostra base storica e chiudere la parentesi fashion ridandoci la nostra identità ed i nostri colori sulle maglie. Dovrete riallacciare collaborazioni con le squadre locali perché arrivare a giocare al Venezia dovrà essere il sogno di qualsiasi bambino nato tra la laguna e le colline. Dovrete spingere sul marketing  e merchandising LOCALE, i prezzi di gadget e magliette per bambini e ragazzi dovranno tornare in linea con quelle di altre società anche più prestigiose, tutti i tifosi dovranno avere qualche cosa di arancioverde da esibire e di cui andare fieri. Dovrete avere il coraggio di prendere una strada diversa da quella degli ultimi trentacinque anni, a meno che, ed è legittimo, non vogliate puntare tutto sui risultati del campo, sperando di raggiungere la serie a a breve e non lasciarla per almeno un decennio.. ma è la cosa giusta?

Non appena l’entusiasmo finirà quanti resteremo su quei gradoni? Abbiate la forza di andare oltre al nostro nome, no, non basta Venezia e la sua cartolina per avere successo, avete scelto una razza difficile, c’è da lavorare. Ma 900 abbonamenti non sono un dettaglio, né un piccolo stimolo per far meglio; sono una bomba, devono essere una bomba! Credete in questa città, credete in questa gente, ma ascoltatela, comprendetela e prendiamoci tuto queo che ne speta!

Vi aspettavate il discorsetto sullo stadio e la scomodità eh..? Mi dispiace..  ma non credo sia il problema peggiore, e nemmeno che il nuovo stadio sarà la soluzione finale… credo invece che fatta l’Unione ora bisogna fare gli Unionisti. Solo così quello stadio lo torneremo a fare esplodere. Ma ognuno dovrà fare la sua parte, siete pronti?

Avanti Unione!