ESCLUSIVA - Maniero: "Pohjanpalo determinante già così, figuriamoci se ritorna a fare goal..."

10.11.2023 10:00 di  Davide Turco   vedi letture
ESCLUSIVA - Maniero: "Pohjanpalo determinante già così, figuriamoci se ritorna a fare goal..."

In vista di Venezia-Catanzaro, abbiamo avuto l'opportunità di fare due chiacchiere con Filippo Maniero, storico bomber arancioneroverde, per parlare di passato e presente della squadra lagunare. 

Ciao Filippo, hai avuto l'opportunità di giocare per diverse squadre italiane durante la tua carriera, arrivando a giocare addirittura in Champions League, ma Venezia a detta tua è “la squadra cui sono legati i ricordi più belli”. Cosa ha reso speciale la tua esperienza al Venezia in confronto ad altre squadre?

"Sicuramente il fatto che ci sono rimasto per quattro anni è logico che fa si che abbia creato questa sorta di seconda famiglia. Diciamo che Padova mi ha cresciuto e valorizzato mentre il Venezia mi ha fatto confermare come giocatore. Sono quindi le due società in cui ho vissuto la maggior parte degli anni della mia carriera ed è logico che sono molto legato a queste due squadre"

Nella famosa stagione 98-99 anche voi, come il Venezia l’anno scorso, partivate ultimi. Con un girone di ritorno strepitoso, però, non solo avete centrato la salvezza, ma avete raggiunto un incredibile undicesimo posto, miglior risultato del Venezia nella massima serie dal dopoguerra. Allo stesso modo Vanoli durante la scorsa stagione ha saputo risollevare la squadra portandola dall’ultimo posto a centrare addirittura i playoff. Pensi le due stagioni possano essere paragonate e cosa ne pensi del lavoro di Vanoli?

"Come percorso è sicuramente molto simile, forse noi eravamo messi ancora peggio in quell’annata (ride, ndr). Probabilmente il Venezia con il cambio allenatore aveva qualche possibilità in più di tirarsi fuori, noi eravamo proprio spacciati, e la serie A non è come la serie B, difficilmente una squadra che era messa come eravamo messi noi all’epoca, si potrebbe salvare ora come ora, quindi le difficoltà sicuramente erano maggiori. Però la strada fatta è sicuramente simile, anche se le categorie sono diverse il percorso fatto si assomiglia molto nelle due annate. Da quando è arrivato Paolo Vanoli l’anno scorso la squadra ha cambiato marcia e non si è più fermata fino a quest’anno. Quindi l’anno scorso è stato un percorso che per fortuna è finito bene, perché per come era messo il Venezia non era semplice tirarsi fuori dalle sabbie mobili, mentre quest’anno si sta confermando tutto ciò che di buono si è fatto l’anno scorso, dando una continuità di risultati impressionante. Il lavoro di Paolo penso sia stato grandioso da questo punto di vista"

In quel Venezia dissi che quasi si poteva parlare il dialetto ad allenamento visto c’era un vasto gruppo di veneti tu, Pavan, Dal Canto, De Franceschi, Ballarin e Marangon, ora invece i tempi sono cambiati e il Venezia è un insieme di molte diverse nazionalità, quali possono essere dei vantaggi e svantaggi rispetto ad allora?

"A parte il fatto che parlavamo veramente in dialetto in campo, non era una metafora anzi, erano gli altri che dovevano abituarsi a quello che era il nostro parlare. Ma penso che è difficile paragonare quei tempi ai tempi di adesso, non parlo solo di Venezia, parlo in generale, ci sono talmente tanti giocatori stranieri che è difficile fare un paragone, ricordo che quell’anno là tante squadre avevano tanti italiani, non era una cosa anomala. Invece in questi anni, che ci siano tanti stranieri è così in quasi tutte le squadre, non è qualcosa di anomalo, quindi è difficile paragonare. Certo che mi metto nei panni di un allenatore, anche parlando con Paolo quando ci sentiamo, sono anche andato a trovarlo durante un allenamento al Taliercio, gli ho proprio chiesto questa cosa della lingua e lui mi ha confermato che non è semplice quando hai tanti giocatori di tante nazionalità diverse. Spiegare le cose non deve essere una cosa semplice, lui probabilmente è anche agevolato visto che sa molto bene l’inglese, che è un po’ la lingua madre, e quindi la maggior parte dei ragazzi lo comprendono. Però non penso sia semplice per un allenatore mettere d’accordo così tante nazionalità, ai miei tempi era diverso…"

Sempre continuando su questa simpatica analogia, un po’ per numero di maglia, il 20, un pò per il gran numero di goal che segnate, un po’ per l’amore che i tifosi provano per entrambi, pensi Pohjanpalo possa essere il nuovo Maniero, magari in grado di riportare in serie A il Venezia?

"Ah beh io glielo auguro, ci mancherebbe. Poi se i risultati sono quelli che ho avuto io a Venezia e le soddisfazioni sono le stesse, visto che ho fatto tre anni di Serie A, penso che anche per lui possa essere qualcosa di fantastico, perciò glielo auguro di cuore. Pohjanpalo penso sia un grandissimo giocatore, l’ho visto giocare tante volte e mi piace tantissimo come gioca, come si sacrifica per la squadra. È stato un acquisto azzeccatissimo e mi auguro che rimanga il più a lungo possibile qui a Venezia e si tolga le soddisfazioni che mi sono tolto io"

Anche per quanto riguarda il rapporto con la piazza, il fatto che abbia deciso di vivere a Venezia, che abbia rinnovato in mezzo ai tifosi…

"Sì, sono venuto a vedere due-tre partite al Penzo quest’anno e si vede proprio la gente che non vede l’ora lui riesca a fare qualcosa di importante per la squadra, sanno che hanno di fronte un attaccante bravo, che in qualsiasi momento può renderli felici. Si vede subito l’entusiasmo della gente quando va in possesso di palla e quando ha occasioni di far goal. Penso che questo rapporto tra lui e la gente gli possa solo far bene, te lo dico da ex attaccante, quando senti che la gente crede e ha fiducia in te e in quello che fai ti da una forza superiore a quella che hai normalmente"

Anche se ultimamente sta avendo un po' di difficolta a segnare…

"Sì, ma è sempre un giocatore che, anche se non fa gol, fa sentire la sua presenza, è molto bravo anche a far fare goal ai propri compagni visto che più di qualche volta ha fatto degli assist. L’importante non è che lui faccia goal ma che riesca a giocare ed essere determinante per la squadra, sia se fa goal sia se non fa goal. Il Venezia è secondo in classifica con Pohjanpalo un po’ inceppato, figuriamoci se ritorna a fare goal come prima dove può arrivare… La cosa positiva è che, pure se non fa goal, la squadra quest’anno riesce a vincere, e questo è fantastico come cosa"

In una recente intervista, parlando di Niederauer, hai detto che “Le persone intelligenti cambiano anche idea, se vedono che un’idea non porta ai risultati che si volevano conseguire”. Quale pensi sia stata la maggior bravura di Niederauer nell’invertire completamente la rotta?

"Quando ti trovi con l’acqua alla gola è logico che una società debba correre ai ripari. Ci sono delle volte in cui sei fortunato a trovare la persona e l’allenatore giusto che ti tirano fuori dalle sabbie mobili e altre occasioni in cui, anche cambiando, la sterzata della squadra non arriva. Io penso che la bravura, sia della società che di Vanoli, sia stata proprio quella di dare la scossa giusta a tutto l’ambiente, dai giocatori ai tifosi ai dirigenti. Probabilmente ci saranno stati anche dei chiarimenti tra giocatori, Paolo quando è arrivato avrà detto la propria idea di calcio e la propria idea di come ci si deve comportare negli allenamenti e nelle partite. Ci sono tante componenti che ti fanno scattare quella scintilla, la bravura è stata nel trovare un allenatore preparato che ha saputo dare la giusta scossa a tutto l’ambiente, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti"

Dopo Cittadella-Venezia dissi che “Lo spirito è quello giusto, se poi sia sufficiente per arrivare alla promozione diretta lo capiremo strada facendo”. Oggi, alla vigilia di Venezia-Catanzaro, ti sei chiarito un po’ le idee? Il Venezia può davvero pensare di ambire alla promozione diretta?

"Questo, ripeto, si vedrà strada facendo, è un campionato difficilissimo dove se pareggi o perdi una partita magari vieni scavalcato da quelli che ti inseguono, mentre se perdono partite quelle davanti a te le scavalchi. Secondo me non è sicuro neanche il Parma, anche se ha 5 punti di vantaggio, perché basta si inceppi un paio di partite e vieni subito braccato dalle altre. Si vedrà strada facendo perché quest'anno non ci sono due squadre nettamente superiori, c’è talmente tanto equilibrio che ogni partita può cambiare la classifica. È logico che se sei lì davanti a questo punto del campionato è perché sei una buona squadra, pronta per vincere il campionato, ma se il Venezia lo può fare direttamente o attraverso i playoff al momento mi risulta difficile dirlo. Essere lì fa ben sperare, ma c’è ancora da sudare e lottare tanto, specie in serie B"

Concludendo, la partita di domani contro il Catanzaro, con il Penzo che si riempie sempre di più, come la vedi?

"Ti dico la verità, avrei voluto venire anche io, ma purtroppo ho un impegno che mi impedisce di venire, ma altrimenti sarei venuto molto volentieri. Penso che il Penzo quando è pieno sia un “catino” dove gli avversari sentono la pressione della gente, il calore nei riguardi della propria squadra, e penso che la squadra del Venezia possa solo trarne giovamento. Lo stadio pieno è un punto che può sicuramente andare a vantaggio del Venezia. L’ho provato sulla mia pelle: quando lo stadio è pieno e quando i ragazzi della curva cantano, ti danno quel qualcosa in più che invece togli alla squadra avversaria. Perciò sicuramente daranno il 110% anche domani per vincere la partita, anche perché vincendo potresti allontanare ancora di più il Catanzaro, che è lì nelle zone alte della classifica e potrebbe tra virgolette rompere le scatole; allontanarli ancora di più potrebbe essere una prima grande risposta alla domanda di prima"

Ringraziamo di cuore bomber Maniero per aver risposto alle nostre domande.