Empoli-Venezia 1-1, UP&DOWN degli arancioneroverdi

Nell'ottava giornata di Serie B, allo stadio Carlo Castellani, il Venezia pareggia contro i padroni di casa dell'Empoli. Dopo un inizio spumeggiante della squadra allenata dal fresco nuovo tecnico Dionisi, gli arancioneroverdi prendono mano a mano il controllo del match, concretizzatosi con il gol al 32' minuto firmato da Adorante. Anche dopo il vantaggio, gli uomini di Stroppa mantengono il predominio del match, seppure gli azzurri si dimostrano capaci di poter pungere con ripartenze fulminee. In una di queste, al 42' minuto, la verticalizzazione per Shpendi vale la rete del pareggio. Nella ripresa, il Venezia costringe maggiormente gli avversari ad arretrare il proprio baricentro, ma nonostante le diverse occasioni prodotte, il risultato non cambierà più, obbligando gli arancioneroverdi al quarto pareggio in altrettanti incontri disputati in trasferta.
UP
3) ADORANTE
Per la prima volta in questa stagione, mister Stroppa sceglie di affiancare un'altra punta di ruolo all'attaccante ex Juve Stabia e, da un punto di vista delle occasioni, la decisione pare giovare ad Adorante, evidentemente meno gravato dal sorreggere il peso del reparto offensivo. Più che intendersi con Casas, Adorante trova però un grande alleato in Hainaut che, contro l'Empoli, diviene il suo personale fornitore di cross, ben tre per la sua testa. Per l'attaccante, considerate le poche occasioni avute personalmente nei precedenti incontri su situazioni di movimento, appare un regalo inedito che è bravo a sfruttare, incocciando con i tempi giusti per tutte le tre volte nel quale viene assistito.
Se nei primi due casi fa quello che può, impegnando comunque Fulignati a farsi trovare pronto in situazioni comunque gestibili, il terzo lo fulmina, così come è improvvisa l'azione sorta dalla battuta rapida di Kike Perez, che vale appunto il primo suo gol su azione in movimento. L'iniezione di entusiasmo porta poco dopo Adorante a tentare anche un gol beffardo, quello di un tiro dalla trequarti, approfittando di un pallone pizzicato da Busio dopo un corto rilancio di Fulignati, ma che non trova la porta. Infine, alla ricerca forse di nuove alchimie, mister Stroppa opta per l'ingresso di Yeboah solo dopo poco più di dieci minuti dalla ripresa, decidendo per tornare a un assetto più classico, ma con Casas come terminale offensivo.
2) STANKOVIC
Praticamente a freddo, dopo neppure due minuti il portiere serbo è chiamato a compiere un intervento decisivo su Shpendi che permette a un Venezia partito un pò sonnacchioso di non dover subito approcciarsi a un match in salita. Poi, sempre nelle prime battute di partite, a differenza di diversi compagni, si dimostra ancora una volta reattivo, nel suo caso in puntuali usciti che aiutano ad aumentare la fiducia generale della squadra. Per il resto, non può nulla sul gol dell'Empoli, mentre pochi minuti prima è ancora eccellente sulla conclusione di Ghion. Nella ripresa ha molto meno lavoro e la conclusione respinta a Pellegrini al 81' minuto da posizione defilata sulla destra del campo richiede solo un suo semplice e adeguato posizionamento sul primo palo.
1) KIKE PEREZ
In più riprese, mister Stroppa ha spiegato come il suo Venezia debba essere una squadra dominante attraverso il possesso del pallone e capace di interpretare e sfruttare a proprio vantaggio i momenti. Se nelle prime battute di stagione, le vittorie su Mantova e Bari, gli arancioneroverdi lo avevano fatto esaltando le doti atletiche e fisiche dei propri centrocampisti, alcuni balbettii successivi hanno velocizzato la trasformazione della squadra in un mix più variegato e capace di sfruttare anche altre caratteristiche. In particolare, a permettere questa evoluzione è stata ed è tutt'ora l'ascesa di Kike Perez, ancora una volta il vero faro, da un punto di vista tecnico, tra le maglie arancioneroverdi.
Nel match contro l'Empoli, sebbene al centro del campo abbia agito Busio, il vero detonatore del gioco della squadra è stato appunto lo spagnolo, il quale si sta elevando nel recente periodo per la capacità di mettere in pratica giocate differenti, frutto evidentemente non solo di un livello tecnico superiore alla media della categoria, ma anche un intelligenza calcistica altrettanto valida. Se il Venezia è una squadra che deve capire i momenti, Kike Perez è l'uomo che oggi sta permettendo agli arancioneroverdi di avere una marcia in più delle altre, nonostante, per altri motivi, la squadra non stia raccogliendo quanto gli sembrerebbe spettare per la quantità di mole di gioco prodotta.
DOWN
2) SCHINGTIENNE
Se in generale, e in grossa parte anche contro l'Empoli, il Venezia pecca a livello di finalizzazione delle azioni, proprio in quest'ultima partita, gli arancioneroverdi interrompono una linea di clean sheet che, tra campionato e coppa, è perdurato per quattro partite. Un gol, quello subito da Shpendi, che non richiama certamente a un rinnovato allarme generale, sebbene risalti quantomeno qualche crepa. Nel caso di Schingtienne, tra i più solidi e positivi nelle ultimissimi e probanti uscite con Palermo e Frosinone, proprio lo stesso autore del gol della squadra empolese ha una ghiotta occasione dopo un minuto scarso di gioco, perso da tutta la difesa e soprattutto dal suo direttore marcatore, ovvero il difensore belga.
Evitato un tormento maggiore dalla grande prodezza di Stankovic, questo affanno prosegue ancora qualche minuto per Schingtienne, almeno fino a quando la sferzata offensiva avversaria non si esaurisce, con il Venezia finalmente padrone del campo. Da lì in poi comincia una partita più semplice per il giocatore, che però dimostra ancora una volta qualche indecisione non di poco conto. Difetti non nuovi che è chiamato a migliorare una volta per tutte, ancor più considerata la crescente e folta competizione interna, esasperata dal sempre più vicino ritorno a pieno regime di Svoboda.
1) KORAC
Sotto ogni aspetto, il discorso può valere in maniera non troppo dissimile anche per Korac. Il difensore lussemburghese, dotato di grandi capacità fisiche quanto carismatiche, appare certamente più concentrato e attento del collega belga, ma anche dotato di minore velocità. Dote che difficilmente si può colmare, sebbene si possa lavorare sulla prontezza e sul senso di posizione, quello non impeccabile che lo taglia fuori in occasione del gol di Shpendi, bravo a bruciarlo rapidamente e a presentarsi con troppa facilità a tu per tu con Stankovic. Contro l'Empoli, nei primi minuti, il difensore è parso fare un passo indietro sulla comunicazione e sulla capacità di dirigere la difesa, abilità d'esperienza che può affinare, da capire anche per lui se apprendendo da Svoboda al suo fianco od osservando dalla panchina al suo posto.