I soliti errori nella creazione del gruppo, si tenta la strada della rivoluzione per salvare il salvabile, impossibile stavolta un giudizio senza il campo

01.02.2023 16:30 di Davide Marchiol Twitter:    vedi letture
I soliti errori nella creazione del gruppo, si tenta la strada della rivoluzione per salvare il salvabile, impossibile stavolta un giudizio senza il campo

Il Venezia è una delle squadre che più si è mossa in questo calciomercato invernale. Tantissime operazioni in entrata e in uscita, una scelta già anticipata dal presidente Duncan Niederauer nella conferenza stampa di presentazione del nuovo ds Filippo Antonelli (rileggi le sue parole qui) e che è stata portata per svariati motivi. In primis motivi economici, sui quali non ci addentreremo, ma è abbastanza chiaro che la decisione di fare pochissime cessioni estive, unita al calo degli introiti dovuto dalla retrocessione e alle spese per la campagna acquisti, porti prima o poi o a dover ottenere risultati ambiziosi nel breve periodo oppure a una correzione del tiro in corsa.

In secondo luogo, passando al campo, i risultati non si sono visti in questi mesi. Una squadra ritenuta da tantissimi attrezzata quantomeno per entrare nei playoff ora si ritrova all'ultimo posto e in una situazione complicatissima. Se è vero che la metà sinistra della classifica è ancora lì alla portata è anche vero che viene difficile pensare di risollevarsi così tanto nel momento in cui vinci solo lo scontro diretto contro il Cosenza nella parte bassa della classifica, ottenendo per il resto pareggi o sconfitte contro le varie SPAL, Benevento, Como, etc.. Si è confermato ancora una volta il solito dogma, che sbaglia di rado: chi scende in Serie B mantenendo l'ossatura della A non ottiene quasi nulla. Il mantra di mister Paolo Vanoli è chiaro e ormai condivisibile da tutti, l'obiettivo principale della stagione è diventato salvarsi e mantenere quindi questa categoria, anche perché poi la Serie C, anche solo per motivi di format, sarebbe ancora più dura.

Ecco quindi che è arrivata la rivoluzione invocata da tanti, ma che solitamente in quel di gennaio è complicata da attuare. Via giocatori retrocessi dalla Serie A e che evidentemente non avevano la "testa giusta" per la lotta richiesta dalla bassa classifica della Serie B. Salutano quindi Ridgeciano Haps (la follia contro il Cittadella la goccia che fa traboccare il vaso), Mickael Cuisance (una fiammata iniziale durata un lampo, poi di nuovo il nulla), Luca Fiordilino, Maximilian Ullmann e Pietro Ceccaroni, purtroppo lontano dal rendimento garantito nel biennio e mezzo tra era Dionisi e Zanetti, che lo avevano consacrato a muro della difesa arancioneroverde. Domen Crnigoj chiude il paragrafo non per una dimenticanza, ma perché probabilmente di questo pacchetto è stato l'unico capace di fornire con costanza comunque prestazioni almeno dignitose, se non di più in certi casi, in questi mesi. Tutti prestiti con diritto di riscatto ma d'altronde, tranne eccezioni, è la formula tipica del mercato di riparazione.

Spazio a parte per Przemysław Wiśniewski, difensore polacco che in questi sei mesi si è distinto e si è fatto notare al piano più alto. Nel momento in cui lo Spezia presenta una proposta del genere (dettagli qui) diventa complicato trattenerlo per un club di Serie B. Chiaramente, per le ambizioni della squadra, sarebbe stato da tenere fino a giugno in prestito. Però, nel momento in cui l'Arsenal preleva dai liguri Kiwior subito (e non in estate come si pensava) per 25 milioni più 5 di bonus, purtroppo le necessità degli aquilotti (e l'offerta sul tavolo) cambiano, portando a una separazione immediata.

Verrebbe da dire che ci si è indeboliti e dal punto di vista delle individualità, probabilmente è la semplice realtà dei fatti. C'è da dire però che, tranne Wisniewski e in parte Crnigoj, trattasi di elementi che hanno reso nettamente al di sotto delle aspettative e tempo di aspettare non ce n'è più, "ora c'è bisogno di uomini oltre che di calciatori" ha detto Vanoli e probabilmente qui l'idea alla base della rivoluzione: via chi non riesce a calarsi nella parte, dentro giocatori almeno dalla testa più libera. E' rimasto nel limbo Gianluca Busio, che sembrava destinato a lasciare insieme agli altri, ma l'interessamento del Pisa si è poi spento, ergo anche lui sarà chiamato, piaccia o meno, a dare una svolta insieme a tutto il gruppo. Salutano infine Aaron Connolly, Harvey St. Clair, Magnus Karlsson, Ala-Myllmaki (rientrato dal prestito alla Triestina e trasferito all'Ilves), Facundo Zabala, Jay Enem e Iurie Iovu.

Un gruppo che è stato completamente rinnovato dall'arrivo di ben nove acquisti per la prima squadra. Alla base l'idea di dare al tecnico la possibilità di fare sia il 3-5-2 che il 4-4-2/4-2-4. Quasi tutte le operazioni anche qui sono state chiuse o in prestito secco o diritto, come da consuetudine della sessione. Arrivano dallo Spezia Mikael Ellertsson e Petko Hristov. Il primo è una mezzala offensiva capace di giocare anche sulle fasce, il secondo è il difensore che va a colmare il vuoto lasciato da Wisniewski e che scende in B dopo aver collezionato in due anni di A 26 presenze. Per il ruolo di play arriva Mato Jajalo dall'Udinese. Il bosniaco ha già preso in mano le operazioni, risultando tra i migliori in campo sia con il Sudtirol che con il Cittadella. Sempre per la mediana, arriva Tommaso Milanese dalla Cremonese. giovane centrocampista capace di giocare anche tra le linee.

Per colmare invece il vuoto lasciato da Ceccaroni, è arrivato Andrea Carboni in prestito dal Monza, un altro giovane molto promettente, abituato alla Serie A (57 presenze con il Cagliari). Sempre in retroguardia arriva anche Marin Sverko, attenzionato già tempo fa dai lagunari e capace di giocare sia centralmente che sulla sinistra. Arriva poi Riccardo Ciervo dal Frosinone via Sassuolo, esterno offensivo che sta provando ad imporsi tra i professionisti dopo aver stupito tutti con la Roma Primavera. 219 minuti in Serie A con la Sampdoria e 332 con il Frosinone in B per lui. Sempre per le fasce, viene immessa anche l'esperienza di Andrea Beghetto, esterno sinistro reduce da un secondo anno non troppo fortunato al Perugia. Chiude le danze Daishawn Redan, il tassello che va a colmare lo slot della seconda punta. Cresciuto tra Ajax e Chelsea, venduto poi all'Herta Berlino per 2,7 milioni, trattasi di un jolly offensivo classe 2001. Chiude l'esperienza in prestito all'Utrecht con 1 gol in 14 presenze dopo una stagione da 6 gol e 3 assist in 26 gettoni al PEC Zwolle. Prelevato anche Babacar Diop dal Novara e Marco Fiorani dalla Vis Pesaro per la Primavera. Rientrato dal prestito il portiere Filippo Neri alla Feralpisalò.

Una rivoluzione profonda, che mira quindi a liberare almeno mentalmente la squadra, per dare una smossa a un gruppo sulla carta forte, ma che è parso sempre più spento e schiacciato dai traumi sportivi degli scorsi mesi. Ora a Vanoli il compito di ritrovare in pochissimo tempo le misure e le gerarchie...