Che ti succede VeneziaMestre?

16.12.2023 16:37 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Che ti succede VeneziaMestre?

E’ una sconfitta inquietante. Non c’è molto altro da dire. Un VeneziaMestre totalmente irriconoscibile, deconcentrato, sconnesso, passivo, regala tre reti ed una vittoria meritata ad un Sud Tirol che al contrario della stagione scorsa propone tutt’altra partita ma porta a casa lo stesso risultato. Una prestazione, quella degli arancioneroverdi, che rischia di far crollare le certezze acquisite fino a questo punto di una straordinaria stagione, in particolare per una gestione della sfida che definire complicata è un mero eufemismo. Perché se è giusto assegnare i meriti ad un avversario che ha proposto un calcio semplice ma efficace, non si possono ignorare gli errori continui che per cento e passa minuti hanno contraddistinto la squadra di mr Vanoli, incapace quest’oggi di scuotere i propri ragazzi. E’ un’amarezza quella che respiriamo in questo freddo ed assolato pomeriggio che sfocia quasi in disorientamento, come se tutto ad un tratto avessimo perso i nostri punti fermi, come se in campo fossero scese le controfigure della straripante armata ammirata fino al 45° di VeneziaMestre-Ascoli.

Certo il campionato non finisce oggi, i risultati delle avversarie ci dimostrano come questo torneo rimanga indecifrabile, e sempre ricordando come la classifica continui a sorriderci oltre ogni più rosea aspettativa, ma il dispiacere è enorme per il modo con cui l’Unione ha gettato alle ortiche la prima vera opportunità di fuga. Starà all’allenatore lombardo ed al suo staff leggere le ragioni che hanno portato a questa batosta morale, se un’inevitabile e preventivabile calo fisico sia la ragione principale del tracollo, oppure se le assenze pesantissime inizino a farsi sentire. Ma se nel calcio la sconfitta è un risultato che si può e si deve accettare, è il modo che rende più preoccupato il popolo arancioneroverde. E pensare che, comunque, in un modo o nell’altro, il VeneziaMestre era riuscito a rimettere nei binari giusti la sfida, dopo il vantaggio ospite che ha visto un Bertinato ancora tutt’altro che impeccabile. La rete in mischia di Gytkiaer ed il raddoppio dagli undici metri ci avevano illuso di poter condurre in porto una sfida in ogni caso velenosa, dove la retroguardia appariva in costante affanno e le occasioni da rete si infrangevano tra un tocco sbagliato ed un cross fuori misura. Ma anche sul 2-1 a nostro favore si continuava a percepire nell’aria quel clima di insicurezza, di distrazione, dove la gaffe di Modolo è solo l’esempio più lampante di un gruppo che faticava a calarsi in una gara che probabilmente non ci si aspettava tanto difficile.

E quando la già menomata difesa lagunare ha dovuto far fronte anche all’addio di Sverko son sembrati saltare i nervi, insieme ad un equilibrio che già appariva piuttosto precario. Non ha funzionato nulla nel VeneziaMestre di oggi, specialmente l’ingresso di uno Jajalo che evidentemente non era ancora pronto per la terza gara di fila, e che è apparso il fantasma del fuoriclasse che tutti conosciamo. Ma si salvano in pochi tra le fila veneziane, sebbene alcuni interpreti, come il bomber, Busio e Tessman ci abbiano messo quel minimo di voglia ed intensità che oggi risaltava in mezzo a tanta superficialità. Sono conscio di star scrivendo un pezzo troppo critico e pesante; ma non lo farei se non avessi la certezza che questo non è il mio VeneziaMestre, se non sapessi che questi ragazzi sono pienamente consapevoli di aver giocato sotto al minimo delle loro capacità. Scrivo con questa rabbia e questa frustrazione perché io credo veramente in voi, credo in questo progetto, credo in questo sogno. E non saranno le due sconfitte di fila a farmi cambiare opinione, non saranno le tre reti subite o la sfilza di infortuni a demoralizzarmi, ma esigo una reazione, pretendo una squadra che non scenda in campo con supponenza, che lotti, che non si faccia ingabbiare da una serie b che da gennaio in poi incarnerà sempre più le sembianze di un vero inferno calcistico.

Bisogna esser furbi, leggere le partite, restare con la testa fino in fondo. E soprattutto comprendere che quando non si è nel proprio momento migliore bisogna tirarsi su le maniche, mettersi l’elmetto e lottare, e poi che succede succede. Ma non dovremo aver rimpianti, questo è ciò che vi chiedo e che dovreste chiedere a voi stessi. E si, chiedo un’altra cosa, che un giocatore come Olivieri decida cosa vuole fare da adulto, oppure prenda le sue cose e ci saluti, perché il rispetto per il gioco, per la squadra e per il  pubblico è qualcosa di sacro. Ed adesso nessuna veglia funebre, nessun dramma, ma c’è da svegliarsi e c’è da farlo subito. Questa curva è già pronta, e voi?

Avanti Unione.