E' un piacere rivederti VeneziaMestre!

11.09.2021 17:50 di Manuel Listuzzi   vedi letture
E' un piacere rivederti VeneziaMestre!

Con il cuore, con l’orgoglio, con le palle. Quel senso di squadra magicamente ritrovato, quell’intensità che è fondamentale in questa categoria, quella voglia che ti fa tirare fuori l’ultimo barlume di energia, che ti fa aiutare il compagno in difficoltà, che ti fa stringere i denti per portare a casa la partita più importante di questo inizio di stagione.

Mica male per la Cenerentola del campionato. Un bel vedere anche per i presunti, sedicenti tifosi dell’ultim’ora che già ribattezzavano la truppa di mr Zanetti come un album di figurine sconosciute, già pronti ad esplodere nel loro proverbiale pessimismo, sconvolti persino dalla partenze di Di Mariano e Taeagordeau per Busio ed Okerekechiii? Per ottenere una incredibile salvezza non basta solo la squadra, il mister e la società, serve l’ambiente, l’atmosfera, la passione. Come possiamo credere noi per primi ad un’impresa se già al primo passo falso siamo pronti a crocifiggere chiunque? Non è servita la lezione dell’anno passato, nemmeno il sogno della promozione è stato propedeutico per togliere la ruggine ad una città che dovrebbe iniziare a capire la propria dimensione e la potenziale grandezza di questo progetto. Certo, non abbiamo fatto nulla, solamente un piccolo primo passo verso un campionato da protagonisti, ma per la prima volta abbiamo percepito come le idee di Mattia e Paolo non fossero vaneggi di un folle, ma un’idea, pazza, curiosa, forse avventata, ma un’idea. La stessa idea che solo tre mesi fa ci ha permesso questo tuffo in paradiso. Allora perché non crederci?

Soprattutto perché non farlo adesso, quando improvvisamente è sceso nel prato del Castellani un VeneziaMestre totalmente sconvolto nella mente, nella geometria, nelle gambe. Abbiamo rivisto un gruppo unito, ordinato e con individualità di assoluto livello. I primi 15 minuti hanno fatto subito capire come i lagunari avessero trovato una chiave di lettura diversa al loro modo di stare in campo; le folate di buon gioco viste a Napoli ed Udine si sono estese a larghissimi tratti di gara, mentre sono stati puliti quegli errori che ci sono costati punti e figuracce, in particolare grazie alla strepitosa prestazione di un Caldara già sulla graticola dopo 180 minuti, che ha saputo rispondere da campione alle precoci ed insulse critiche social. Ma è l’atteggiamento che ha colpito, la voglia di attaccare gli spazi in attacco, di serrare le distanze in fase difensiva. Zanetti ha trovato la quadra in mezzo al campo riproponendo i concetti della passata stagione, affidandosi ad un prezioso Vacca e ad un caparbio Fiordilino ed allargando Busio a sinistra. L’americano è sembrato maggiormente a suo agio con meno pressione di possesso, la sua tecnica è lapalissiana e cristallina ed oggi abbiamo pure scoperto una garra necessaria per questo calcio. Ah, scordavo, è un 2002…

Questo pomeriggio si è vista una squadra nettamente più solida di quella magica in versione 20-21, in particolare nelle azioni di alleggerimento, dove la prestanza e l’attitudine di Henry nel mantenere il pallone e la velocità di Johnsen hanno permesso di mantenere costantemente in apprensione i padroni di casa. Il bomber francese si è presentato alla grande ai suoi nuovi tifosi, dimostrando voglia e senso del gol, concedendo allo squalo Forte più tempo per entrare in questa nuova dimensione. Il norvegese ancora una volta croce e delizia del popolo unionista, brillante nei dribbling e nei tocchi, opaco in fase di conclusione, ma dopo una vittoria del genere ci sarà spazio per lavorarci su. A lasciare ancor più ottimisti i tifosi arancioneroverdi dev’essere anche il senso di equilibrio che la squadra ha mantenuto nonostante la girandola di infortuni che ha colpito i ragazzi, costringendo Zanetti a disegnare continuamente un quadro tattico diverso. Siamo stati pericolosi sfruttando ogni situazione potenzialmente interessante ed abbiamo soprattutto mantenuto la calma nel momento più drammatico. Mazzocchi si conferma un terzino capace di giocarsela in serie a, mentre a sinistra Molinaro ha dovuto tappare le falle di uno Schnegg ancora acerbo. Il movimento di Aramu alle spalle di Henry ha disorientato la retroguardia toscana, e l’assist del vantaggio lo riporta imperiosamente nella rosa dei probabili titolari. E proprio quando la squadra appariva fisicamente in ginocchio è subentrata quell’energia, quel flusso che avevamo smarrito in questo primo mese di pallone, con undici giocatori compatti ed uniti nell’ottenere questa prima, fondamentale vittoria. Il gol di Okereke è la nostra prima cartolina, il primo messaggio per chi ci dava già per spacciati. Per tutti quelli che invidiavano il colpo mediatico Ribery o ignoravano come la distanza con le concorrenti fosse già di spessore a luglio. Bisognerà lavorare moltissimo sul campo, ma nello spogliatoio il primo passo è stato fatto, e non è per nulla un dettaglio. Primo scontro diretto portato a casa, tre punti ed ancora dobbiamo mettere piede nella nostra rinnovata casa. Non so voi, ma io ho una voglia matta di vedere come andrà a finire, ed una fiducia illimitata ad un condottiero che sembra imparare una lezione di più ogni giorno che passa. Restiamo uniti, crediamoci, combattiamo come il nostro popolo sa fare. I tempi della serie D sono lontani, portiamoli sempre con noi come monito, ma togliamoci di dosso questa maledetta aura da perdenti. Perché questi ragazzi, di certo, non lo sono.

Avanti Unione!