Ecco a voi il nuovo episodio de “Tutti gli uomini di Paul Kalkbrenner “

01.05.2022 23:26 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Ecco a voi il nuovo episodio de “Tutti gli uomini di Paul Kalkbrenner “

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LA PROVA DEL NOVE

JUVENTUS - VENEZIAMESTRE 2-1

È stata una settimana difficile, amici radioascoltatori, una di quelle settimane in cui avremmo voluto incontrarvi uno a uno e stringervi in una calorosa bestemmia, interrogandoci sui perchè, sui per come, ma soprattutto sui per quando di una scelta societaria che è riuscita nell’impresa garibaldina di lasciare tutti perplessi, favorevoli e contrari, guelfi e ghibellini, travagli e gramellini, cannaregio alta e cannaregio bassa: l’esonero di Mister Zanetti è ormai storia, abbiamo già detto cosa ne pensiamo e non cederemo alla lusinga del tornarci sopra e ripeterci. Fatto sta che sulla panchina che fu del Massinissa di Valdagno siede ora il Cobra, l’uomo dalla chioma luminescente visibile solo a coloro che ne sono degni, l’Imperatore di giada Son - Chin; generale delle cinque battaglie chiamato a comandare le truppe in questo finale di campionato, un Caronte, un Nedo Sonetti dei tempi moderni. Verosimilmente ahimè una meteora sulla panchina arancioneroverde. Ma soprattutto, uno dei nostri, che sosterremo con tutto il corazon espinado, ma anche con la piena consapevolezza del fatto che i miracoli purtroppo non esistono, e se esistono sono più propensi a occuparsi del pianto delle statue di Napoli che non a ribaltare le sorti delle stagioni sportive, in particolare delle nostre.

Se chiedessimo a mille allenatori dei campi di provincia, di quelli dove l’omicidio è all’ordine del giorno e le zolle del terreno ti rincorrono rancorose, dove vorrebbero fare il loro esordio da allenatori di serie a, un buon numero di essi c’è da scommettere che risponderebbe allo Juventus Stadium. Che poi non si chiama più così, ma poco ci importa. Una cornice straordinaria, con l’unica grande pecca di essere piena di juventini, i grilli parlanti del calcio italiano. Ma siamo sicuri che sua maestà il Cobra non si sia troppo formalizzato sulla cosa. Un esordio da urlo, in una situazione di classifica disperata. La necessità quasi impellente di un risultato positivo nel covo di uno dei top club del pur piuttosto modesto calcio della penisola. Difficile tanto a dirsi quanto a farsi. Ma ciò non ci impediva di schierarci in campo con un undici rimescolato e capace di mettere in crisi sin da subito gli addetti ai lavori che dovevano comunicare le formazioni ufficiali. Difesa a quattro? Difesa a tre? Difesa a sei? Tutte ipotesi parimenti credibili, senonchè alla fine pareva chiara l’intenzione del nostro nuovo condottiero di ricondurre l’armata agli antichi fasti del modulo a tre con Ampadu schierato difensore forse per la prima volta in stagione, assieme a Ceccaroni dalla frangia rotonda e il fu Mattia Caldara; sulle fasce agivano il necromante Haps e l’enigmista ceco Mateju; sulla mediana ci si affidava alla tenuta fisica di Vacca, agli spunti vincenti di Cuisance e alla classe cristallina di Crnigoj, con davanti tutto il brio di Aramu e la genuina carogna di Henry. 

I nostri ci mettevano un po’ a carburare dopo un avvio complicato in cui i goblin bianconeri cercavano subito di indirizzare il match dalla loro parte. Tutto normale, tutto comprensibile. Purtroppo, bastavano sette minuti ai suddetti goblin per trovare dapprima una simpatica traversa di un ragazzino che di lì in poi avrebbe giocato una partita disastrosa, e poi il gol del vantaggio di sua umiltà Bonucci, che sfruttava l’arrendevolezza transalpina della difesa arancioverde sugli sviluppi di un calcio di punizione. Tutto faceva pensare ad una imminente imbarcata e ad una ennesima piacevole domenica da turisti della serie a. E invece. Invece succedeva che a poco a poco la squadra cominciava a giocare a calcio, trovando geometrie, intensità, pericolosità. Addirittura, per gli amanti delle statistiche, si chiudeva il primo tempo con maggior possesso palla degli avversari, cosa che non succedeva dall’amichevole con la squadra della parrocchia di San Vito di Cadore durante il ritiro estivo, e avendo pure sfiorato il pari con una rasoiata centrale del torinese Aramu e un colpo di testa sfortunato del cavaliere dell’ariete Henry.

Ma l’inerzia della partita era inspiegabilmente dalla nostra parte. La Juve sembrava essersi tramutata nella nazionale cantanti e i nostri costruivano ancora un paio di grandi chance fallite dal concretissimo Aramu, il quale però costringeva il sottoscritto a rimangiarsi i numerosi porchi segnando un gran gol, su assist udite udite di Dor Peretz, che riportava le cose in parità a una ventina di minuti dalla fine. L’entusiasmo schizzava alle stelle, il sogno prendeva forma davanti ai nostri occhi. Ma se c’è una cosa che questa stagione ci ha insegnato, è che non c’è spazio per la gioia nelle nostre vite. Infatti ai malvagi goblin avversari bastava un calcio d’angolo battuto giusto, con un colpo di testa giusto, e una evitabile distrazione difensiva giusta, per riportare il risultato, once and for all, dalla parte del male. Il finale di partita era tutto in un primo piano di Thomas Henry, la cui rabbia atavica si era oramai tramutata in una savia ancorchè non serena rassegnazione.

Rassegnazione che ci sta dopo una partita proibitiva giocata alla grande e scivolata via beffarda ancora una volta nel finale. Ma attenzione, non lasciamoci avviluppare da questa rassegnazione come nelle spire di un poco amabile boa constrictor; giocando così, inspiegabilmente bene, la salvezza è remota ma non impossibile. Giovedi, salvo clamorose sentenze, si gioca una finale; domenica se ne gioca un’altra. Come recita la sua lapide, il generale Lapalisse prima di morire era ancora vivo. Andiamo là fuori e meritiamoci anche noi un epitaffio tanto tautologico da diventare leggenda! Sempre e comunque!

AVANTI UNIONE!!! 

IL PAGELLONE

MÄENPÄÄ: pare che da giovane volesse fare l’usciere, proprio come Fernandello. Cosa sia successo in seguito non è dato saperlo, ma le sue uscite in presa alta sono eventi rari quanto il passaggio di una cometa. Assiste alla doppietta dell’umile Bonuzzi con la rassegnazione con cui si assiste a un’ingiustizia inevitabile. BIP BIP BALLERINA voto: 6

MATEJU: il 3-5-2 del cobra di Pechino Son - Chin gli consente di agire abbastanza lontano sia dagli obblighi difensivi che da quelli offensivi, esaltandone così le caratteristiche. Impossibilitato dal far danni, si beve una coca cola con la cannuccia emettendo rutti qua e là per richiamare l’attenzione e dire “io c’ero”. TURISTA PER CASO voto: 5,5 - OKEREKE: viene spedito in campo verso i titoli di coda del match con quello che ha tutta l’aria di definirsi cambio offensivo. Purtroppo per lui e per noi l’offensività si limita ad un paio di corsette più il solito recupero striminzito che viene assegnato quando una strisciata è in vantaggio. CAROSELLO voto: sv

CALDARA: se proprio dovessimo dare una colpa all’oracolo di Valdagno, è quella di essersi sobbarcato i 176 km che separano la Mecca dei commissari tecnici con Bergamo per convincere l’ex talentuoso difensore ad unirsi alla nostra truppa. Se la cava anche benino a palla in movimento, ma nel gioco aereo è un colabrodo su cui vanno a spegnersi tutte le nostre speranze di lasciare lo Stadium indenni. ALITALIA voto: 5,5

CECCARONI: l’uomo dal ciuffo più sensuale di tutta Sarzana tiene la barra dritta subendo anche un tentativo di amputazione della gamba ad opera di Zakaria (ci hanno sventolato rossi in faccia per molto meno). Salva l’arto ma non la partita. RENATO CURCIO voto: 6

AMPADU: l’imperatore Son - Chin lo piazza in difesa, ruolo per il quale era stato tecnicamente preso prima di scoprire di avere un centrocampo formato da debosciati e reduci dal Vietnam. Per la proprietà commutativa, che pare tra l’altro essere stata formulata in Galles, anche cambiandone la posizione il risultato non cambia. BIMBY voto: 6,5

HAPS: torna sulla fascia ed è come sempre la miglior proposta che si possa trovare a sinistra, un po’ come quando Pippo Civati era il meglio che si potesse trovare oltre al PD. Capirete bene che questo non ne fa una buona proposta, ma non è questo il luogo e il tempo per disquisirne. VOTO UTILE voto: 6 - ULLMANN: la prestazione del Penzo è stata talmente convincente che il pelato dagli occhi a mandorla gli concede la bellezza di cinque minuti di gloria. PROMENADE voto: sv

VACCA: torna in campo dopo l’ennesimo infortunio muscolare e passati 35 minuti abbondanti senza problemi, si becca una simpatica randellata sul naso che lo costringe ad uscire non senza aver versato lacrime amare e un paio di litri di sangue. RAGIONIER FANTOZZI voto: 6 - FIORDILINO: si ritrova a sostituire lo sfortunato collega con risultati discreti all’insegna della semplicità e dell’intelligenza, doti che dalle nostre parti sono rare come l’ossigeno ad alta quota. Va bene così. RAGAZZO DELLA PORTA ACCANTO voto: 6

CUISANCE: viene spadellato in posizione un po’ più avanzata per esaltare le sue straordinarie caratteristiche tecniche, che però, un po’ come i vestiti dell’imperatore, sono invisibili alle persone non degne di vederle, tra le quali evidentemente ci siamo anche noi. IL RE È NUDO voto: 5 - KIYINE: dal momento che, per beffa del destino, è uno degli elementi con più qualità della rosa, Mister Son - Chin decide per spedirlo in campo nel secondo tempo. Da lì in poi è tutto il solito valzer di dribbling fine se stessi che ci piacciono a tal punto da trascinarci in soventi invocazioni che hanno nei suini indiscussi protagonisti. NEBBIA IN VAL PADANA voto: 5,5

CRNIGOJ: l’uomo che dodicenne tagliava betulle con il solo movimento delle falangi quando non c’è ti manca, ma quando c’è in fin dei conti ti sentiresti di meritare qualcosa di meglio, tipo la birra in offerta della Lidl. Alla fine il mister decide di rispedirlo in fresca per momenti migliori in cui le temperature saranno più alte e la sete si farà sentire. FINKBRAU voto: 5,5 - PERETZ: il secondo miglior giocatore e quinto sciabolatore di Israele entra e regala la frizzantezza che solo i migliori metodo classico del Caffè Concerto sanno regalare. Suo l’assist per l’illusorio pareggio di Aramu che rende ancora più inspiegabili i mesi di letargo che ci ha regalato fino ad un paio di giornate fa. RISVEGLIO DI PRIMAVERA voto: 6

ARAMU: reduce anche lui da lunghi pisolini riflessivi, sfodera allo Stadium una prestazione di gran qualità. Spara una serie di tiri sbilenchi che fanno gridare all’apocalisse, prima di decidere che è ora di cambiare registro e scagliare una sassata rimbalzina che beffa il giocatore dal cognome più complicato al mondo dopo Crnigoj. Non basta per portare punti in saccoccia, ma è sicuramente di buon auspicio per il futuro. CACCA DI PICCIONE voto: 7

HENRY: ingaggia come al solito un duello a trecentosessanta gradi con avversari, arbitri e divinità varie, sudando le proverbiali sette camicie. Avrebbe anche l’intuizione giusta, ma il suo colpo di testa regala una rasatura perfetta al palo. PRORASO voto: 6,5

SON - CHIN: il Mister venuto dall’estremo Oriente per far dimenticare l’indimenticabile Maestro dei Cinque Picchi di Valdagno non opera grandi stravolgimenti, ripropone il 3-5-2 e attende che gli eventi delineino il destino della sua squadra. Sorprendentemente, i suoi uomini hanno un moto d’orgoglio e tornano a giocare a pallone dopo mesi di assenza, sollevando qualche sospetto che più di qualcuno tramasse alle spalle della Giovanna d’Arco dell’Agno. Quattro giorni per riordinare le idee e si va a Salerno per una partita che significherà per noi vita o morte. DEFIBRILLATORE voto: 6,5"