Il VeneziaMestre ci prende gusto

Qualche mese fa chiesi al grandissimo Pedro Mariani cosa servisse ad una squadra per sentirsi realmente una “grande”. La sua risposta fu: la sensazione della facilità con cui si raggiungono gli obiettivi. Beh, dopo questo pomeriggio possiamo dire con cognizione di causa che questo VeneziaMestre può quantomeno ambire a tale titolo. Perché se scendi a Pescara sotto la neve, senza il tuo bomber, contro una squadra che viene da un ottimo risultato contro la capolista, e domini la partita dall’inizio alla fine, allora qualcosa in questo pazzo campionato la puoi dire veramente,
E’ una squadra autoritaria, veemente e convinta quella che si palesa in campo all’Adriatico. Sono undici giocatori che si muovono all’unisono, suonando una musica corale che passo dopo passo ci eleva al rango di big di questo torneo. Sono attraverso prestazioni come queste che si certifica la crescita di un team, quando la percezione di dare il minimo indispensabile ti fa portare a casa tre punti pesanti, sebbene conquistati contro il fanalino di coda che comunque in cadetteria lascia il tempo che trova. Ai ragazzi di Zanetti sembra venire tutto semplice, una superiorità sublimata da due calci d’angolo impeccabile che portano due reti ed un pomeriggio in scioltezza. Funzionano i tempi, i meccanismi, le sovrapposizioni e le diagonali. Ma non è la geometria ad essere decisiva, ma la consapevolezza di una squadra che giornata dopo giornata sembra iniziare ad assimilare quanto le proprie risorse siano prevalenti rispetto agli avversari. Se guardiamo ad un girone fa è impressionante la crescita di questi ragazzi che riescono a regalare agli appassionati unionisti la serenità della gestione del vantaggio. Il rispetto del Pescara verso gli ospiti si è trasformato in paura dopo il vantaggio arancioneroverde, e nemmeno il cronometro che chiamava gli abruzzesi alla rimonta è riuscito a scuotere i biancoazzurri. Troppo alta la pressione, troppo serena la conduzione del match di Modolo e compagni. Per la prima volta fatico a trovare i protagonisti dell’incontro perché soffocati in una coralità impeccabile, dove le distanze si trovano senza patemi ed il baricentro è sempre appropriato. Nemmeno l’assenza del goleador del campionato spaventa i lagunari che fin dall’avvio pretendono di imporre il proprio stile, ruggendo dinnanzi alle sterili barricate avversarie. La partita si conquista grazie a due palle da fermo, ma è una pura coincidenza. La sensazione è che non ci sia partita, che il VeneziaMestre sia troppo impassibile per non uscire vincente dall’Adriatico. Crngoj offre, forse per la prima volta, un match di categoria palesemente superiore, Di Mariano galleggia armoniosamente nella trequarti, Maleh accerta a chiunque il motivo per cui il prossimo anno giocherà nella massima serie. Aramu fornisce segnali di ripresa, mentre Bocalon fa imprecare il popolo unionista, ma lotta come un leone fino al momento del cambio. Non fa più notizia una difesa che lascia ai padroni di casa solamente un rigore surreale e tanta impotenza, come se passeggiare a Pescara fosse un semplice passatempo. E’ proprio la sensazione che lascia questo incontro ad alzare ulteriormente l’asticella dei sogni veneziani. E’ la semplicità con cui si portano a casa tre punti ad accantonare il proverbiale pessimismo veneziano ad un mero “chissà..”.
Sta di fatto che la classifica si fa ogni settimana più splendente. Emerge quel sapore di inevitabilità che ci fa tornare ai vertici della cadetteria. E’ quel senso di leggerezza che emana dai piedi di questi ragazzi che in mezzo alle difficoltà sembrano tirare fuori il meglio di sé. A meno uno dal secondo posto, a più sei dal nono che vorrebbe dire salutare i playoff. Questa squadra appare affamata, coraggiosa, senza limiti. E’ un piacere godersi questo VeneziaMestre e sabato dopo sabato si fa più robusta la sensazione che poche squadre ci possano mettere alle corde. Chissà se questa sarà solo una speranza o una solida realtà…
Avanti Unione!