Verona-Venezia 4-5, UP&DOWN degli arancioneroverdi

Nei Sedicesimi di Finale di Coppa Italia, il Venezia fa suo il derby veneto dello Stadio Bentagodi contro i padroni di casa dell'Hellas Verona. Nell'arco dei novanta minuti, le due squadre, rivoluzionate dallo schieramento delle riserve, si annullano in un equilibrio che vede gli scaligeri tirare un pò più spesso, ma i lagunari a creare le occasioni più pericole, sia nel primo tempo con Compagnon, sia nella ripresa con l'incrocio dei pali di Sagrado. Alla fine, serviranno i calci di rigore per decidere l'esito della sfida, affrontati alla perfezione dagli arancioneroverdi che infileranno perfettamente in rete tutta la loro serie, bloccando con Plizzari il penalty non irresistibile di Ebosse e guadagnarsi l'accesso agli Ottavi di Finale contro l'Inter.
UP
2) SIDIBE'
Se da una parte, partie come queste possono essere utile per il morale, con la soddisfazione di un passaggio del turno, specialmente se a discapito degli storici rivali del Verona, dall'altro è estremamente utile agli addetti ai lavori, in primis all'allenatore, per osservare lo stato dei giocatori meno utilizzati. In questo senso, l'esordio assoluto di Sidibé con il Venezia ha lasciato delle vibes positive. Telenovela infinita durante il calciomercato estivo, il difensore francese è passato dal poter essere il primo colpo della campagna acquisti degli arancioneroverde a essere uno degli ultimi.
A debuttare ci ha messo un pò di meno, facendosi apprezzare, oltre che per delle doti fisiche spiccate, ma anche per la personalità con il quale ha provato a imbastire alcune iniziative sul suo lato di competenza e tentando anche la realizzazione personale. Seppur è vero che le riserve del Verona non siano il test più probante possibile, d'altra parte non si può dire che il difensore non abbia sfruttato al meglio la sua occasione di mettersi in mostra.
1) SCHINGTIENNE
Come detto, le partite come quella di ieri sono la possibilità per un giocatore di farsi osservare dal proprio allenatore. Un discorso che vale per i nuovi elementi della rosa e per chi ha giocato meno, ma anche per chi, pur giocando molto, non ha sempre convinto a pieno. In questo secondo caso, Schingtienne è probabilmente il giocatore che rientra a pieno in questo insieme. Non solo perchè unico "superstite" dell'undici iniziale della partita contro il Cesena, ma più di tutto per la sua performance difensivamente senza sbavature e di grande attenzione.
Un binomio che, specialmente sotto l'aspetto della concentrazione, non è sempre stato idoneo, impedendoli di esaltare quelle che sono le sue principali caratteristiche di difensore roccioso "vecchio stile". Contro il Verona questo è avvenuto ed è di buon augurio per lui, considerata il recupero di Svoboda o l'adattamento di altri giocatori nuovi come Hainaut e quindi di un conseguente crescente concorrenza in reparto.
DOWN
1) FILA
Contro il Verona B, il Venezia delle seconde linee ha ritrovato una certa solidità difensiva, a cui si può aggiungere un buon palleggio determianato dal lavoro di centrocampo. L'attacco, invece, ha funzionato ben poco e la squadra arancioneroverde è riuscita a pungere solo grazie al lavoro e agli inserimenti degli esterni di centrocampo. E se l'abnegazione di Casas gli permette di guadagnare qualche attenuante, la prestazione di Fila lascia invece maggiormente perplessi.
Nelle ultime partite, la poca presenza in fase finalizzativa di Adorante, più impegnato al supporto del resto della squadra, è passata nella lente di ingrandimento. Tale generosità non si è intravista in Fila, sin troppo facilmente imbrigliato dalla retroguardia ospite. Ad eccezione del calcio di rigore (perfetto) con il quale ha dato inizio alla serie dei penalty del Venezia, l'attaccante ceco non è praticamente mai riuscito a rendersi minimanente pericoloso in tutto l'arco della partita. Indolente e macchinoso, gli servirà molto di più per impensierire la titolarità anche di questo Adorante non ancora al top.