45 minuti di grande VeneziaMestre non possono bastare!

05.12.2021 19:28 di Manuel Listuzzi   vedi letture
45 minuti di grande VeneziaMestre non possono bastare!

Che sia solo una partita di pallone non c’è dubbio. Che nella vita le cose dolorose e traumatiche siano altre anche. Che chi ama visceralmente questi colori abbia vissuto uno di quegli incubi che si ricordano per parecchi anni è una certezza. E’ un’amarezza terribile da digerire, ma la cosa che più rammarica è ciò che si porteranno a casa i ragazzi da una batosta simile. Ci sono due strade. La prima è disperarsi, arrendersi, confermare al mondo come, in effetti, questa squadra non sia preparata per la serie a. La seconda è reagire, prendere le cose positive di questo match, e trasformare la rabbia in una risposta chiara e perentoria, sapendo trarre l’ennesima lezione di una stagione che di sicuro sta facendo maturare questo gruppo più velocemente di ciò che chiunque si sarebbe aspettato.

Ma i derby  non si giocano, si vincono, diceva un vecchio e mai anacronistico detto. E la marea arancioverde che torna mestamente nelle proprie dimore lo autentica in pieno. Ci sarebbe poco da parlare di tattica, di tecnica, di fisicità quando una squadra domina il primo tempo e poi, semplicemente, si dimentica di scendere in campo per i secondi 45 minuti. Ma il lavoro di un editorialista, e quello di un tifoso, è anche saper trovare le note positive di un pomeriggio che vorremmo cancellare il prima possibile. E la cosa assurda è che non è nemmeno così difficile trovarle. Perché il VeneziaMestre della prima frazione è di gran lunga la miglior Unione che abbiamo visto in questo girone d’andata. Una squadra precisa, compatta, veloce e soprattutto concreta, capace di mettere alle corde una squadra di alto livello attraverso i propri dogmi, ed il senso di squadra. Ogni interprete perfettamente calato nell’ottica di un derby sentito ed apparentemente alla portata. Gli arancioverdi hanno dominato in mezzo al campo con un Vacca padrone dei ritmi, la crescita esponenziale di Crngoj sembrava l’esordio di un giocatore ritrovato, Kiyine finalmente ripulito dai suoi errori concettuali. La difesa reggeva, maestrata da un Romero padrone dell’area. Un attacco sostanzioso e vario, grazie ad una prestazione sontuosa di un Henry che palesa in tutto il suo splendore doti da massima serie. Funziona tutto nel VeneziaMestre del primo tempo, le fasce in assoluto controllo, gli inserimenti costanti e precisi, la voglia di regalare tre punti ad un pubblico fantastico.

Ma questo non basta a questi livelli. La mente è ciò che conta. La rabbia quello che fa la differenza. L’esperienza quel che decide le sfide equilibrate. Pur non subendo l’assedio gialloblu, l’Unione arretra il baricentro di minuto in minuto, concedendo ai veronesi la speranza, ovvero tutto ciò che non si deve fare in una sfida che si conduce tre a zero. Il calo fisico di Vacca e compagni regala la mediana agli ospiti che pian piano alzano i ritmi di gioco. L’immaturità arancioneroverde si mostra in tutta la sua fragilità dopo la casuale rete dell’uno a tre, dove i fantasmi si innalzano e la voce della sud si assottiglia. Manca clamorosamente la gestione del match tra i padroni di casa, sovrastati in ogni zona del campo dalla maggior aggressività dei veronesi. Il mister prova a pescare da una panchina scarna la carta capace di invertire l’inerzia, ma l’episodio del 2-3 incanala la sfida nell’angoscia più totale. Svoboda entra con il piglio sbagliato ed imperdonabile in questa categoria, e la rete del pareggio fa piombare un’intera isola nel dramma. Si prova a reagire, combattere, ma ormai il destino è segnato, mentre Simeone dona al suo popolo l’ennesima gemma che vale tre punti d’oro.

E’ il buio. E’ la terza sfida casalinga culminata in una tragedia, e questa fa ancora più male.

Difficile far capire a molti stranieri cosa significasse per noi questa partita. Impossibile spiegare la frustrazione che ci accompagna nelle nostre case questa sera. Non è solo un derby perso, ma la sensazione che per uscire da questo incubo serviranno uomini veri. Quelli che i nostri ragazzi hanno dimostrato di essere in molteplici circostanze, quelli che tra una settimana dovranno tirare fuori l’anima per strappare dei punti in una gara semi impossibile. Attaccarsi all’amarezza di questa domenica, sparare a zero su mister e ragazzi non ha nessun senso, in particolare alla luce di un primo tempo da favola. Ma questa società, questa città, deve capire che se siamo arrivati fino a qui lo abbiamo fatto perché ce lo meritiamo, ora dobbiamo documentare di esserne all’altezza. La squadra del primo tempo può farcela, quella del secondo no. Mostrateci chi siamo veramente. Questo popolo vale la verità.

Avanti Unione!