Il tiro a segno non premia l’Unione

08.12.2025 20:22 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Il tiro a segno non premia l’Unione

Niente da fare. Nessun pupazzetto in regalo e neanche un semplice pesciolino rosso stavolta. Per gli arancioneroverdi non sono bastate tutte le occasioni per vincere il premio finale, e meno male che si è trovato il jolly con il capitano, altrimenti il remake di Catanzaro e Carrara sarebbe stato servito. Ma, al di là delle battute, quella di oggi è veramente una partita complicata da commentare. Una sfida in cui si è dominato in lungo e in largo per 90 e passa minuti, schiacciando i padroni di casa in area di rigore per tutta la gara. Eppure siamo qui a raccontare dell’ennesima occasione sprecata, della cronica mancanza di concretezza e di una dose di sfortuna che prima o poi, si spera, potrebbe anche iniziare a girare nel verso giusto..

Sarebbe però troppo semplice chiuderla così, con rammarico e frustrazione da vendere, perché se non si è usciti vincenti in una partita in cui appariva esserci una categoria di distanza tra le due compagini, un’analisi va fatta. In particolare sulle caratteristiche tecniche di questo VeneziaMestre, che attacca con costanza e ritmo, ma senza trovare il colpo decisivo. Se su 26 tiri verso lo specchio della porta, infatti, solamente uno risulta intestato al nostro centravanti un problema forse c’è. Se Adorante prima e Fila poi, nonostante la marea di palloni arrivati in area di rigore, non sono stati in grado di crearsi quello spazio decisivo, quella zampata vincente che da un bomber di una squadra di vertice è lecito aspettarsi. Ed allora bisogna iniziare a domandarsi se è una questione di movimento sbagliato, di qualità dei suggerimenti (vedi alla voce cross in curva…) o semplicemente di una giornata maledettamente storta. Anche se, alla fine, si può parlare di tutto quel che vogliamo, ma due traverse, un doppio miracolo del portiere campano ed una sfilza di brividi sono a referto, ed il fato ha di certo detto la sua questo pomeriggio. Chiaro, spiace, in particolare perché a fermarci è stata una squadra che ha messo anima e cuore, sicuro, ma pure moltissima esperienza. E viene naturale chiederci perché ogni estate si parla di una richiesta di calcio più veloce, più fisico, con meno interruzioni, e poi puntualmente vanno in scena “spettacoli” del genere, in cui l’arbitro permette continue sceneggiate, proteste, fischiando ad ogni minimo alito di vento. Ed è poi diretta conseguenza che anche in un normale duello fisico di centro area venga premiato il giocatore che sviene prima, decidendo così partita e punteggio finale. Ma questa è la serie b baby, questo è il football italiano, e a lamentarsi finisce solo per risultare patetici. Per cui prendiamo il bello di una gara ancora una volta dominata, di una manovra offensiva a tratti entusiasmante; di una difesa che sembra essere migliorata sulle preventive al netto della dormita sull’unica incursione biancoverde del match; e di uno Yeboah che in mezzo a tanto, forse troppo, fumo ha sfoggiato giocate di alto gradiente di talento diventando un pericolo costante per gli irpini. E concludendo l’amaro editoriale con il ruolo del tifoso esigente, non mi sento particolarmente cattivo se mi aspetto qualcosa di più sia da Doumbia che da Kike, giocatori che in questa categoria avrebbero la possibilità di incidere decisamente di più ma che ancora stentano in continuità. Tutto sommato però, io resto positivo su questa Unione; continuo a credere che una squadra così sovrastante sotto ogni profilo possa trovare la chiave giusta per portarsi a casa non solo i complimenti. Dieci punti in 4 partite dicono comunque che la strada è quella giusta, sabato però dovremo dimostrare se siamo, oppure no, da primi due posti. Battendo la corazzata Monza. 

Avanti Unione!